Pi, in commisione aria rovente sulle osservazioni
Martedi 5 Febbraio 2013 alle 19:04 | 0 commenti
A poche ore dal consiglio comunale di domani che dovrebbe approvare definitivamente il Pi, l'atmosfera a palazzo Trissino si fa rovente. Le opposizioni di centrodestra e di sinistra attaccano ad alzo zero la maggioranza di centrosinistra accusandola di volere accelerare oltre ogni misura l'approfondimento in commissione. Il Pd contrattacca e parla di atteggiamento dilatorio ma per i corridoi di palazzo Trissino si moltiplicano le voci di una giunta in difficoltà .
Il Piano degli interventi, ovvero il Pi, è lo strumento urbanistico che per cinque anni tradurrà in provvedimenti concreti il disegno di città uscito dal Pat, il piano di assetto del territorio che delinea le linee strategiche per la Vicenza dei prossimi vent'anni. Il Pi, dopo una prima adozione da parte del consiglio comunale di Vicenza, avvenuta nell'ottobre dell'anno scorso, è passato al vaglio della cittadinanza che sino a fine 2012 ha avuto tempo per proporre miglioramenti e esprimere censure, il tutto attraverso lo strumento delle osservazioni. Queste ultime, sempre in ossequio alla norma regionale, sono a loro volta state «controdedotte» dagli uffici che hanno sottoposto il loro lavoro prima all'ok della giunta e poi al vaglio vincolante della commissione territorio (la III fra quelle presenti a palazzo Trissino); l'ultima e definitiva lettura però, prima che il Pi nella sua interezza sia in vigore, spetta al consiglio comunale che comincia la trattazione proprio domani.
Fuoco di fila. Ad ogni modo oggi pomeriggio, poco prima che iniziassero i lavori della III commissione (presieduta dal democratico Claudio Veltroni), le opposizioni hanno protestato a muso duro con il presidente del consiglio Luigi Poletto del Pd, chiedendo uno slittamento dei lavori in sala Bernarda, proprio in ragione della mole di lavoro «cui i membri della territorio sono sottoposti». Poco dopo la maggioranza ha risposto picche, condendo il suo convincimento con una nota al vetriolo di Federico Formisano, capogruppo Pd, che accusa le minoranze di adottare un atteggiamento ostruzionistico fine a sé stesso.
La controreazione. Le opposizioni non ci stanno e parlano di «comportamento sprezzante». A margine di un incontro tra tutti i capigruppo, in cui ancora una volta si era discussa l'opzione di un rinvio dei lavori consiliari, tra il consigliere di minoranza Cinzia Bottene (Vicenza Libera) e Marco Appoggi volano addirittura gli stracci; con lo stesso Appoggi, capogruppo della lista civica che sostiene il primo cittadino democratico Achille Variati, che viene ripetutamente preso di mira dalle stilettate polemiche della consigliera. E le minoranze vanno oltre. Spiegano che la giunta avrebbe accampato scuse strane per contingentare i tempi, a partire dalle imminenti ferie del direttore del dipartimento territorio Antonio Bortoli. «L'esecutivo - attacca Bottene - smentisce ovviamente tale circostanza, ma quando abbiamo chiesto quali siano i veri motivi di una compressione dei tempi così stringente nessuno ci ha dato una risposta».
Le indiscrezioni. Frattanto a palazzo Trissino le indiscrezioni si moltiplicano. Si vocifera che la giunta non sia più tanto sicura del benestare dei privati per quanto riguarda le definizione della partita urbanistica relativa all'ex Pp10 a Laghetto. Gli strumenti con cui gli uffici avrebbero tradotto in norma l'accordo a voce con i privati (gruppo Unicomm, famiglia Fioretto, Ipab, famiglia Pigato tra i vari) non convincerebbe i consulenti dei proprietari terrieri. I punti più discussi sono due. Il primo riguarda l'obbligo di trasferire una parte delle cubature fuori Laghetto su terreni venduti dal comune. Alienazione che dovendo passare per un'asta pubblica potrebbe limitare il margine di profitto che gli stessi privati avevano in mente anche in virtù dell'accordo informale fatto col sindaco Variati. Il secondo aspetto riguarda le cubature. Se quelle edificabili dai privati si dimezzano, lo stesso non vale per i terreni che Ipab potrebbe cedere a terzi. Il tutto provocherebbe l'effetto «paradossale» per cui su richiesta dei comitati di quartiere di Laghetto si limitano le edificazioni sui terreni privati, ma al contempo si autorizzano, almeno sul piano virtuale, costruzioni sui terreni degli enti pubblici ambientalmente tanto impattanti come quelle che in passato erano stati appunto dai soggetti privati. E ancora alcuni consiglieri di minoranza adombrano anche lo spettro che in zona Gogna siano stati autorizzati piccoli insediamenti in zona a rischio alluvione: un'altra rogna che potrebbe deflagrare domani in sala Bernarda (in foto il corridoio antistante la sede dell'assemblea comunale).
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