Pfas, M5S: "tempi troppo lunghi, cosa sta succedendo in Procura a Vicenza?
Venerdi 13 Aprile 2018 alle 13:32 | 0 commenti
La situazione legata all'inquinamento da Pfas richiede un intervento immediato da parte della magistratura: cosa sta accadendo nella Procura della Repubblica di Vicenza? A chiederlo sono le parlamentari venete del Movimento 5 Stelle Barbara Guidolin e Sara Cunial, assieme al consigliere regionale M5S Manuel Brusco. “Abbiamo presentato esposti e consegnato alla Procura della Repubblica di Vicenza un gran numero di documenti per aiutare la magistratura a fare chiarezza su argomenti di vitale importanza come i Pfas, la Pedemontana e il crac delle Banche venete – dicono i 5 Stelle – ma ci troviamo di fronte a una situazione molto preoccupante, dato che i tempi si stanno rivelando troppo lunghi.â€
“In particolare per i Pfas – avvertono i pentastellati – non riusciamo a capire cosa stia accadendo negli uffici della Procura di Vicenza, dove pure la documentazione che abbiamo presentato è tanto corposa quanto dettagliata sulla gravità dell'inquinamento e sulle conseguenze sulle persone, in particolare donne e bambini.â€
Il perdurante stato di contaminazione delle falde acquifere e quindi delle persone sta determinando comprensibili angosce e allarme sociale, costringendo lo Stato e la Regione Veneto a doverosi, seppur tardivi, interventi: “Rammentiamo che la Costituzione pone la tutela del diritto alla salute e all'ambiente come beni primari non rinunciabili in nessun caso – sottolineano i 5 Stelle - e recentemente la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 58 del 2018, annullando un decreto sull'Ilva del precedente Governo, ha dichiarato in modo inequivocabile che l'attività di impresa si deve esplicare sempre in modo da non recare danno alla sicurezza, alla libertà , alla dignità umana.â€
“Come portavoce del Movimento 5 Stelle chiediamo quindi alla Procura, in applicazione dei medesimi principi, di porre in essere tutto quanto è necessario per fermare immediatamente ogni ulteriore contaminazione dell'ambiente – concludono le parlamentari e consigliere regionale - anche tramite l'eventuale sequestro degli impianti, nonché la rapida individuazione dei responsabili perché siano chiamati a rispondere del crimine ambientale compiuto e a risarcire integralmente i danni arrecati.â€
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