Pfas, Laura Puppato e Giulia Narduolo: "ritardi della regione Veneto imperdonabili"
Mercoledi 13 Settembre 2017 alle 16:56 | 0 commenti
La senatrice Laura Puppato e la deputata Giulia Narduolo, del Partito Democratico veneto in una nota ufficiale congiunta, carte alla mano, sostengono: "Dal Ministero dell'Ambiente confermano che la Regione Veneto ha presentato il primo piano preliminare solo a fine luglio ed è ancora carente ed incompleto. 26 luglio 2017, questa la data in cui il Ministero dell'Ambiente ha ricevuto dalla regione il Piano preliminare degli interventi previsto dall'art. 3 comma. 5 dell'Accordo tra Ministero, Regione ed enti locali per la tutela del bacino idrico del Fratta-Garzone e il trattamento dei fanghi conciari sottoscritto a Febbraio 2017. Altri 5 mesi sono trascorsi, pur dovendo ascoltare l'Assessore Gianpaolo Bottacin chiedere pubblicamente, periodicamente, ad uso dei media, i soldi che in realtà ufficialmente non ha mai richiesto."
"La documentazione parla di invio al Ministero dell'elenco delle opere da realizzare solo alla fine di luglio, ottenendone risposta immediata. Davvero un'eternità per un'amministrazione regionale che si
ritiene di qualità , soprattutto considerando il tempo trascorso dalla scoperta dell'inquinamento da PFAS e la gravità della situazione esistente."
"Cosa sia stato fatto in tutto questo tempo non è dato a sapersi, visto che la nota inviata al Ministero pare anche sproporzionata, richiedendo 36 milioni di euro laddove si sono recuperati fondi per una cifra di 23 milioni. Sarà quindi necessario ancora del tempo per definire i progetti prioritari riguardanti il Fratta Garzone, infatti una nuova nota della Regione del 12 settembre, ovviamente corredata dal banner del referendum, rimanda al 25 settembre le decisioni su quali progetti far avanzare - rincarano le due parlamentari - mentre rimangono ancora fermi gli ulteriori 80 milioni di euro stanziati e finalizzati alla rimozione dei PFAS, visto che la Regione non ha ancora presentato alcun progetto specifico per la bonifica come richiederebbe invece l'Accordo che la stessa regione ha
sottoscritto. Qui, insomma, vi sono oltre 100 milioni che il Veneto tarda a richiedere pur essendo vitali per un vasto territorio oggi in grave preoccupazione sanitaria".
"Se invece di pensare al referendum, Luca Zaia e Gianpaolo Bottacin pensassero un po' di più a recuperare i contributi fondamentali a disposizione della nostra regione garantendo al meglio la salute dei cittadini, forse il Veneto potrebbe aspirare davvero ad un'autonomia più completa, mentre oggi vediamo una classe politica incapace di gestire il bene comune, anche quando si tratta di tutelare la salute dei cittadini" hanno concluso.
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