Pfas, la sen. Laura Puppato (PD) e Jacopo Berti (M5S): "la richiesta dello stato d'emergenza doveva essere richiesta prima da Luca Zaia"
Martedi 26 Settembre 2017 alle 17:00 | 0 commenti
"Siamo molto contenti che il presidente della regione veneto Luca Zaia abbia chiesto lo stato di emergenza per il Veneto in relazione all'allarme pfas. Peccato che il governatore si sia deciso a scrivere al premier Paolo Gentiloni con colpevole ritardo di quasi otto mesi rispetto al nostro allarme lanciato con una relazione di quasi trecento pagine presentata in commissione Ecomafie a febbraio". Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Laura Puppato.
"La relazione della commissione - prosegue l'esponente dem - era stata bollata come capziosa e, testualmente 'fuorviante informazione dal sapore propagandistico'. Oggi poi all'improvviso si chiede lo stato di emergenza, è come essere sulle montagne russe, con un netto cambio di posizione. Lo stato di emergenza presumo voglia dire avere poteri speciali e quindi auspichiamo che il presidente Zaia voglia finalmente accelerare con tutte le iniziative che possano veramente rendere potabile al 100% l'acqua per tutti i cittadini del Veneto."
"Lo Stato è un partner ineludibile - continua la nota - e non un nemico da attaccare. E se una commissione bicamerale dopo un anno di lavoro con audizioni di esperti e studi di settore produce un documento che attesta la situazione clinica delle popolazioni residenti nella zona inquinata dai pfas in Veneto e le evidenze epidemiologiche desunte dalle altre realtà geografiche che hanno vissuto esperienze analoghe, il presidente ha il dovere di prestare ascolto."
"Siamo contenti di questo improvviso ravvedimento - conclude la senatrice - speriamo che almeno da oggi il Veneto sia più celere nell'affrontare questa emergenza".
E' giunto in redazione anche un commento di Jacopo Berti, capogruppo in regione del Movimento Cinque Stelle, riguardo alla tardiva richiesta dello stato d'emergenza da parte di Luca Zaia, che inizia in modo ironico: "Il bello addormentato si sveglia e si trova immerso nei pfas fino alla brillantina. Scopre all'improvviso di avere per le mani una bomba pronta a esplodere e, dopo anni passati a tentennare su ogni argomento, s'improvvisa decisionista."
"Tutto quello che sta facendo adesso  - continua Berti - poteva farlo anni fa. Il problema dei pfas è emerso nel 2013 e Zaia ha avuto quattro anni per mettere mano a una situazione che, evidentemente, non rappresentava un'emergenza elettorale. Adesso, a un mese dal referendum, si mette a fare le cose di corsa. Avete presente gli studenti che arrivano impreparati al giorno dell'esame, e che in un pomeriggio cercano di studiare tutto quello che avrebbero dovuto assimilare in mesi di studio? Ecco, qui sta succedendo la stessa cosa. Ma non c'è in ballo un brutto voto o una bocciatura: qui stiamo parlando della salute di centinaia di migliaia di veneti."
"Quanta strada - si domanda l'esponente di minoranza - hanno fatto i pfas nella falda in questi anni? Quanta gente è stata contaminata? Quanta porcheria si sono sciroppati i veneti che pensavano di bere acqua pulita e di mangiare cibo sano, e che invece ingoilavano pfas a palate? Io sono furibondo per quello che sta succedendo. Il governatore, aiutato da un paio di assessori niente male, ha ignorato per anni il nostro grido d'allarme e le richieste del territorio. E ora vuole lo stato di emergenza. Il Movimento 5 Stelle l'ha chiesto parecchio tempo fa, lo stato di emergenza. E ci davano degli allarmisti! Che si vergogni, e che inizi a fare qualcosa per i veneti chiudendo immediatamente la produzione dei Pfas. Può farlo ora, speriamo non aspetti altri quattro anni."
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