Pensioni, Caner e Tosato: 6,9 miliardi di sacrifici sulle spalle della Padania
Martedi 6 Dicembre 2011 alle 17:48 | 0 commenti
Gruppo consiliare Lega Nord, Regione Veneto  - "Nel 2012 dovranno posticipare l'uscita dal lavoro 234.000 persone, che saliranno a quasi 490.000 nel 2013, fino a sfiorare le 553.000 unità nel 2014. i lavoratori direttamente toccati dalle nuove regole si concentrano soprattutto nelle regioni settentrionali (302.699 nel 2014) ed in misura più contenuta al Sud (141.268). Più sinteticamente, al Nord risiede il 55% dei lavoratori danneggiati da questa riforma, mentre al Sud tale percentuale non arriva al 26%". Così il capogruppo leghista Federico Caner e il vicecapogruppo Paolo Tosato commentano i dati, desunti da quelli ufficiali Istat e Inps, sulla modifica del sistema previdenziale nel decreto Monti.
"Ancora una volta - dichiarano - il Nord e il Veneto, che ha una copertura previdenziale del 91,1% (96% pre-crisi), si accolleranno il peso di altre realtà dove la spesa pensionistica include una percentuale elevatissima di invalidità . La riforma Monti prevede infatti l'aumento del numero di anni di contribuzione necessari per accedere alle pensioni di anzianità : in luogo degli attuali 40 anni, i maschi dovranno lavorarne almeno 42 anni e le donne 41".
"Questo avrà un notevole impatto sui lavoratori prossimi alla soglia dei 40 anni di contribuzione - spiegano i due leghisti -, e i presunti benefici per le casse pubbliche diverranno risibili se si considerano i costi sociali di una operazione del genere. Pensiamo alla funzione irrinunciabile che hanno i nonni per i loro figli che lavorano, e per i loro nipoti, con l'esigenza per gli Enti locali di ripensare o aumentare i servizi all'infanzia già gravati dai tagli centrali".
"Dalle stime di Plancia, in Italia il prossimo anno dovranno posticipare l'uscita dal lavoro circa 234.000 persone, delle quali il 55% al Nord, mentre al Sud tale percentuale non arriva al 26%. La forbice si amplia ulteriormente se si considerano solo le lavoratrici direttamente coinvolte dall'aumento del numero di anni di contribuzione per ottenere la pensione d'anzianità . Su 108.716 donne che rimarranno di più al lavoro (dato riferito al 2014) ben il 60% si collocano al Nord (65.296), il 15% al Centro e il rimanente 25% al Sud. In Veneto, nel 2012 dovranno rimanere al lavoro 13.077 soggetti (di cui 2.900 donne), numero che salirà a 34.343 nel 2013 (13.168 donne) fino ad arrivare a 40.181 nel 2014 (11.364 donne). Tali dati consentono di effettuare un'ulteriore considerazione: il Veneto è la terza regione per numero di donne che dovranno "pazientare" per ottenere la pensione di anzianità , dietro solo a Lombardia e Piemonte".
Un ultimo dato riguarda i risparmi di spesa per lo Stato: secondo le stime rese note dal Gruppo leghista, l'aumento del numero di anni di contribuzione consentirà una minore erogazione di pensioni pari a 5.1 miliardi nel 2012, 10.7 nel 2013 e 12 nel 2014. Ovviamente, ben il 57% di questi sacrifici (poco meno di 6,9 miliardi di euro) saranno a carico dei lavoratori e delle lavoratrici del Nord. "Una volta di più, come abbiamo visto con le modifiche sull'ICI - concludono Caner e Tosato - il governo Monti si sta dimostrando contro gli interessi del Nord. Pertanto bene fa la Lega a restare all'opposizione rispetto ad una manovra in cui non esiste traccia dell'equità tanto sbandierata dal premier".
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