Opinioni |

Patto per Vicenza, un nuovo inizio? No

Di Luca Matteazzi Giovedi 13 Agosto 2009 alle 08:00 | 0 commenti

Gentile direttore,
ho letto l'articolo sul vostro giornale del 18 luglio riguardo al Dal Molin ed al patto per Vicenza con il suo commento. Se mi è concesso di poter esprimere una mia opinione, non mi trovo d'accordo con i suoi colleghi quando affermano "americani padri padroni", che è una base di guerra e ci viene imposta. Premettendo che già dalla prima amministrazione c'è stata, purtroppo, poca informazione e quella poca non è stata adeguatamente spiegata come giusto che fosse per capire a fondo come stanno realmente le cose, perché la gente potesse capire senza fare giri e raggiri o dare delle informazioni distorte come si è potuto verificare in questi tre anni.
Alba (Alex Scarcella)Se non erro il progetto è stato presentato sia al sindaco che al prefetto dall'on. Costa, dove spiega dove, come e in che modo verrà costruito; e da quel che mi ricordo (se non erro), non mi sembra ci siano palazzi a nove piani ed un ammassamento di cemento con fondamenta profonde da provocare lo tsunami o un effetto Vajont, ma invece (se mi è concesso), quasi un complesso residenziale (come quello del Villaggio), con abitazioni non più alte di quattro piani se non anche meno, ospedale, università e tanto verde per il ricongiungimento della 173 brigata; e sono tremila (faccio presente che l'allora aeroporto ne conteneva cinquemila e chissà come mai l'impatto ambientale o la falda acquifera non passavano neanche per l'anticamera del cervello).


Vorrei anche ricordare come negli anni passati (basti pensare agli anni '80), quando gli americani avevano modo di passeggiare per le strade della nostra città confondendosi quasi in punta dei piedi e senza tanto clamore amalgamandosi con la città e la gente stessa senza effetti collaterali, anzi incrementando il benessere stesso della città, sia indirettamente che direttamente, basti pensare i negozi (con vestiario, calzature, profumeria ecc..), e non parliamo degli affitti delle case (quando a loro veniva triplicato l'importo dello stesso affitto); ecco, allora andava bene.
Se mi permette, vorrei ricordare che facciamo parte della Comunità Europea e sancita dal Patto Atlantico nel lontano 1949 a difesa dei paesi dell'Est da nucleari ecc.....
Personalmente il Patto per Vicenza stipulato da Alifuoco, Giulianati e Figoli trova tutto il mio consenso, perché vedo che per la prima volta destra e sinistra, e non parliamo di partiti altisonanti, cercano di ritrovarsi per un unico obiettivo che non siano solo le solite scaramucce e litigi, ma di guardare avanti con obiettivi seri e producenti per la città; invece di criticare o fare sempre bastian contrario, per una buona volta si cerca di capire e di approfondire con altre idee.
Mi sembra un buon inizio, lontano da ogni bega (sì, no, forse, perché); si chiude e si guarda avanti verso un nuovo inizio. Mi sembra un buon punto di partenza, non le pare? Non crede che ora come ora sia il caso di guardare avanti? Per quanto mi riguarda, se mi è concesso, spero proprio di sì!.

Moira Furlan

 

No, gentile signora Furlan, non mi sembra affatto un buon punto di partenza. La ringrazio per l'intervento, e ovviamente le è concesso esprimere tutte le opinioni che vuole, ma sull'argomento io e lei la pensiamo in modo completamente opposto. In parte credo di aver già risposto alle sue osservazioni sia con l'editoriale pubblicato a pagina 2 di questo numero, sia con il commento pubblicato due settimane fa a fianco all'articolo a cui lei fa riferimento. Ma può essere utile ritornare nuovamente su un paio di punti. Per quanto mi riguarda, il Dal Molin è e resterà una ferita profonda per la città, e non solo per il suo impatto urbanistico, sul quale si può discutere (a proposito, mi spieghi lei perché, visto che al Dal Molin c'era già posto per 5mila soldati, adesso bisogna costruire tre volte tanto per ospitarne 3mila). Non credo nemmeno che la nuova base avrà grandi ricadute a livello di indotto, ma anche questa è una questione in fondo marginale, che non centra il cuore del problema.
Il punto è che, come spiegato molto chiaramente nell'appello firmato da Mannino e Milioni, il Dal Molin è figlio di un sistema molto più vasto, basato su un'economia esasperata che diventa metro di tutte le cose e sostenuto da precisi rapporti di forza. Per questo non si può semplicemente dire "capitolo chiuso, guardiamo avanti". Perché se non cominciamo a rimettere in discussione quel modello, ci sarà sempre qualche Dal Molin da mandare giù, e qualche questione di fronte a cui chinare il capo nel nome di interessi superiori.
Salvo miracoli il Dal Molin si farà, questo ormai è chiaro a tutti. Ma se vogliamo prenderlo come spunto per costruire il futuro della città, dobbiamo andare nella direzione opposta rispetto a quella suggerita nel Patto per Vicenza di Alifuoco, Giulianati e Figoli. O meglio, bisogna andare oltre, spostare l'obiettivo ad un livello diverso, che non può essere quello delle semplici compensazioni. Io qualche proposta su quelli che lei chiama "obiettivi seri e producenti per la città" ho provato ad abbozzarla nel commento del 18 luglio: che ne dice, potrebbe esser quello un buon punto di partenza per guardare avanti?

Cordialmente
Luca Matteazzi

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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