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Patto per Vicenza contro l'appello anti-basi Nato: "alterazioni della realtà"

Di Citizen Writers Mercoledi 8 Aprile 2015 alle 23:00 | 0 commenti

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Alessandro Belluscio, Presidente di Patto per Vicenza

In Veneto è stato recentemente diffuso un appello intitolato: "No alle basi di guerra nella nostra regione e nel nostro paese. L'Italia esca dalla Nato", sottoscritto da una serie di personaggi tra i quali spiccano esponenti dei partiti della sinistra radicale (Rifondazione comunista, Comunisti italiani, ecc.) e di movimenti che si definiscono "pacifisti".

In sintesi, il documento sostiene i seguenti punti:

  1. la pace del mondo è in serio pericolo come testimoniano le vicende del Medio Oriente, del Nord Africa, dell'Ucraina;

  2. anche Papa Francesco ha dichiarato che stiamo assistendo ad una nuova guerra mondiale;

  3. il pericolo è la NATO, perché si è trasformata da organizzazione formalmente difensiva a strumento aggressivo e minaccioso in aperta violazione con la Carta dell'ONU;

  4. quindi la NATO non difende gli interessi dell'Italia e dell'Europa ma solo quelli degli Stati Uniti (secondo pericolo per la pace), i quali invece di avviare negoziati globali lanciano solo minacce e ultimatum militarti;

  5. uscendo dalla NATO, dunque, l'Italia si sgancerebbe da questa strategia di guerra permanente a vantaggio dei nostri interessi nazionali e della pace.

Difficile trovare oggi un documento pieno di tali alterazioni della realtà, ideologicamente schierato su posizioni di un pacifismo unilaterale che ricorda il vetero-comunismo della Guerra Fredda, allorquando gli interventi USA erano ritenuti frutto dell'imperialismo capitalista mentre le invasioni degli eserciti sovietici (Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, …) erano giustificati come "difesa dei popoli fratelli" dalle azioni controrivoluzionarie.

Stiamo vivendo un momento in cui è a tutti evidente che il vero pericolo per la pace mondiale viene da un terrorismo organizzato, di matrici diverse ma ugualmente intenzionato a colpire non dei centri militari avversari bensì ogni luogo destinato alla convivenza civile, all'educazione dei giovani e dei bambini, all'esercizio delle proprie credenze religiose. Scuole, università, chiese, mezzi di trasporto vitali, aeroporti, centri commerciali, persino ospedali sono i nuovi obiettivi di questa guerra senza quartiere dichiarata da fanatici di varia estrazione. Non una guerra di fedeli contro infedeli ma di amanti del terrore e della morte contro persone e nuclei familiari che vogliono crescere i propri figli in pace.

Ogni giorno sono sotto attacco migliaia di cristiani che non fanno del male a nessuno e che vengono trucidati solo perché hanno una fede diversa dai fanatici pseudo religiosi. Vengono massacrati anche islamici da altri che si dichiarano islamici, e che ritengono di avere la verità in tasca e il diritto di uccidere gli "infedeli" nel nome di un Dio di morte che esiste solo nella loro testa (l'ultimo esempio è l'assalto al quartiere, ex campo profughi, dei palestinesi alla periferia di Damasco, dove ci sono 3.500 bambini).

Tutto questo accade oggi al mondo. Però i firmatari dell'appello sopra ricordato non trovano di meglio che chiedere il disfacimento della NATO. Per tale finalità dimenticano i massacri summenzionati e arrivano anche ad iscrivere Papa Francesco al loro "partito", falsificando la sua posizione e ignorando i sui recenti appelli alla comunità internazionale con la richiesta di interventi concreti per far cessare l'orrore che avanza e difendere le comunità cristiane, altrimenti destinate al martirio.

Certamente nelle politiche estere delle democrazie occidentali ci sono molte cose criticabili e vi è da costruire una linea di difesa comune dell'Europa che fatica a realizzarsi. Tuttavia non è certo questo che mette in pericolo la pace nel mondo di oggi. Non è certo la NATO che aggredisce, che ricerca conquiste territoriali, che impensierisce le nostre famiglie e quelle dei paesi oggi coinvolti nella violenza.

Noi auspichiamo che le istituzioni sovranazionali come l'ONU e l'Unione Europea portino sempre più avanti programmi di pacificazione, di stabilizzazione delle aree di crisi, che realizzino progetti volti alla diminuzione delle disuguagliane e alla giustizia sociale. Tuttavia, in certe situazioni e di fronte ad aggressori sanguinari, non si può prescindere dall'uso legittimo della forza, perché se non lo prevedessimo saremmo dei pericolosi ingenui. Per questo la NATO va rafforzata e posta sotto direttive politiche adeguate alla situazione che stiamo attraversando.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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