Pat, Bid, Pum
Domenica 30 Settembre 2012 alle 12:07 | 0 commenti
Riceviamo da Lucio Zaltron, coordinatore circolo Partito Democratico Vicenza 3, e pubblichiamo
PAT... BID... PUM... non è la sequenza di un allegro scoppiettio proveniente da mirabolanti spettacoli pirotecnici bensì un elenco di sigle. Incomprensibili ai più ma gravide di conseguenze perché ci dicono quale sarà il futuro della nostra città . Recentemente ho avuto il piacere di essere presente al convegno organizzato da "Casaclima" sul tema generale dell'ambiente che ha visto la partecipazione anche del nostro Sindaco Variati.
Nel suo intervento ha ribadito la volontà dell'Amministrazione comunale di privilegiare il riuso degli immobili esistenti, di raddoppiare il verde esistente prima del termine del suo mandato, di generare una nuova mobilità a favore della ciclabilità e del trasporto pubblico, di essere rispettoso del "patto dei sindaci 20-20-20". Tutti nobili obiettivi, contenuti in parte anche nel programma di governo dell'Amministrazione 2008 - 2013 deliberato il 20 giugno 2008.
Qualche giorno dopo leggo sul comunicato ufficiale dell'Amministrazione queste notizie: "Pari a 652.903 metri cubi corrispondenti a 4353 abitanti teorici è il valore complessivo dello sviluppo ipotizzato. Soltanto 130 mila, a dimostrare il forte contenimento dell'espansione, sono i metri quadrati di SAU, cioè di superficie agricola utilizzabile, corrispondente a meno della metà dei 300 mila metri quadrati ipotizzati nel PAT. Tale superficie è stata destinata per 87 mila metri quadrati agli ex Bid, cioè al cosiddetto "soddisfacimento del bisogno abitativo familiare", per 26.600 metri quadrati agli accordi con i privati caratterizzati da rilevante interesse pubblico e per 16.400 metri quadrati ad alcune nuove aree di espansione ..."
Voglio esprimere tutto il mio accordo a quanto affermato a condizione che siano rese note le modalità incentivanti alle riqualificazioni-ristrutturazioni degli immobili esistenti rispetto alla realizzazione di nuove costruzioni che dovrebbero essere a loro volta rispettose delle buone norme ecosostenibili imposte in altre città ( vedi l'esempio della vicina Udine).
Tali incentivazioni non vanno però concepite come solo vantaggio per chi è già benestante, come ad esempio le "detrazioni per l'applicazione del fotovoltaico", di fatto poi recuperate dallo Stato con l'aumento delle tariffe energetiche pagate anche da chi ha difficoltà economiche. Esse invece, ispirandosi all'idea di promuovere una vera sensibilità ambientale, non devono toccare la fiscalità generale e non devono permettere rilevanti vantaggi economici individuali.
I dichiarati attuali 7000 appartamenti non utilizzati possono giustificare le opere di nuova urbanizzazione a patto di prevedere ad esempio "demolizioni compensative", le cui aree potrebbero essere destinate all'aumento del verde pubblico.
Le logiche quantitative finora applicate devono essere sostituite con la qualità , che può derivare anche dall'eliminazione degli sprechi ambientali, al fine di un contributo biosostenibile utile anche per l'uscita dall'attuale grave crisi economica.
"Le buone pratiche sono l'humus dal quale può nascere una cultura in grado di rendere standard le buone tecniche": è questo il principio che deve prevalere nella pratica e nella comunicazione di chi amministra la nostra comunità e che deve coinvolgere tutti, in primis i nostri figli, per un nuovo processo di responsabilizzazione di tutti nella ricerca di vantaggi di ciascuno in un contesto di interesse comunitario; per un sogno per cui vale la pena di lottare al fine di una nuova società aperta nella quale la partecipazione diventi cosa normale per la definizione e conseguimento di obiettivi comuni.
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