Paola Farina, da Vicenza a Israele
Giovedi 5 Aprile 2012 alle 13:14 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 231
Paola Farina nasce a Vicenza il 25 gennaio 1954, città dove ha sempre mantenuto la propria residenza. A 17 anni si innamora si un ragazzo ebreo di origine tripolina, quindi un sefardita, che appartiene a una famiglia moderatamente religiosa, ma molto tradizionalista. Storia destinata a durate poco per le interferenze delle famiglie, dovute alla giovane età di entrambi, al fatto che l'uno abitava a Roma e l'altra a Vicenza. L'uno aveva i capelli lunghissimi e non andava bene alla famiglia di lei e lei la minigonna e non andava bene alla famiglia di lui.
A poco più 18 anni si trasferisce in Inghilterra, per motivi di studio, presso la zia del primo amore ormai finito e stringe amicizia con un uno dei leader del movimento chassidico Chabad-Lubavitch, uno dei movimenti estremi del giudaismo ultra ortodosso. Amicizia destinata a durare poco perché Paola Farina non è per niente incline al diktat e alle regole. Il giorno prima dello scoppio della guerra del Kippur, il 5 ottobre 1973 arriva in Israele da Londra e "tocca con mano" gli orrori della guerra. Doveva conoscere la famiglia di un nuovo amore, conosciuto da poco, famiglia che non conoscerà mai e ragazzo che non rivedrà mai più perché caduto in guerra. Da quel momento decide di prestare la propria collaborazione a Istituzioni Ebraiche, destinando tutte le ferie a questo (cosa che ormai fa da quarant'anni). A novembre rientra a Londra, finisce il corso di inglese presso una scuola ebraica di Golden Green (uno dei quartieri dove è radicato l'ebraismo più ortodosso) per poi rientrare in Italia, dove lavora prima nel settore orafo per un paio di anni, per approdare successivamente in quello della moda e della comunicazione e pubblicità , che la porterà a viaggiare in tutto il mondo e a consolidare le sue conoscenze nella comunità ebraica internazionale. E' la prima persona a ricostruire la storia degli ebrei ex internati nel vicentino, con regolare autorizzazione del Ministero degli Interni, ma una volta finito il lavoro, aver pubblicato su una rivista alcuni pezzi, si rifiuta di dare alle stampe perché "non ha il diritto di rendere noti i fatti altrui". A pubblicare parte dei suoi studi saranno altri, senza alcuna sua autorizzazione. Ma a lei poco importa, gli altri hanno i documenti, la parte burocratica della questione, lei ha l'anima, il volto, i sentimenti degli ex internati che ha conosciuto. Di lei si dice che non ci sia un posto al mondo, dove lei non sappia trovare un appoggio in caso di emergenza e basta collegarsi a face book per capire che il 95% dei suoi amici sono tutti legati a Israele e all'ebraismo. Perso il lavoro in un'età in cui è impossibile trovare una nuova collocazione cerca di ripartire occupandosi di consulenze presso aziende ed istituzioni che vogliono entrare in relazioni con Israele. Nel suo ambiente è conosciuta come una persona molto diretta, leale e sensibile ma nel contempo molto rigida nelle posizioni a favore di Israele, è il trade d'union tra la città di Vicenza e l'ebraismo e la memoria storica del Cimitero Ebraico della città , che ha salvato da probabile esproprio.
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