Fondazione Roi del dopo Gianni Zonin non ha 25.000 € per arredi del Chiericati. Achille Variati e Jacopo Bulgarini d'Elci muti come BPVi sul cda invariato cercano sponsor ma rateizzano 500.000 € di debiti del Vicenza
Martedi 30 Agosto 2016 alle 21:02 | 0 commenti
A palazzo Chiericati gli arredi sono vecchi e usurati, quindi in particolare servono tende oscuranti e sedie nuove. Per le tende il valore stimato è di 15 mila euro, mentre ci sono da stanziare 10 mila euro per 120 sedie da regista in materiale ignifugo. La soluzione escogitata dal Comune di Vicenza per dare più splendore all'ala Cinquecentesca e a quella Novecentesca, da poco restaurata, è una ricerca di sponsor dato che i fondi probabilmente non sono potuti arrivare dalle casse vuote della Fondazione Roi il cui ex presidente, Gianni Zonin, ha chiesto un risarcimento danni da un milione di euro al nostro direttore Giovanni Coviello per la sue inchieste e richieste di chiarimenti sulla gestione deficitaria della Roi.
Imbottita, a detta di tanti accusatori le cui voci abbiamo raccolto prima che fossero confermate dal rosso del bilancio 2015 da oltre 24 milioni, delle azioni di Banca Popolare di Vicenza, di cui era presidente lo stesso Gianni Zonin, e lanciatasi anche in speculazioni immobiliari come l'acquisto per 2,5 milioni di euro dell'ex Cinema Corso, da noi rivelato e documentato, ci chiediamo, ma lo chiediamo soprattutto ad Achille Variati e al suo vice, Jacopo Bulgarini d'Elci, sempre più silenti tutte le volte che si nomina la BPVi, se la mala gestio della Fondazione Roi, che per statuto dovrebbe solo finanziare il Museo Chiericati, è stata così pesante da portare palazzo Trissino a dover addirittura elemosinare da sponsor 25.000 euro e perchè, in assenza di cifre così esigue del bilancio comunale da doverle cercare fuori, si dilazionino in anni 500.000 euro di debiti di una società sportiva professionistica, come il Vicenza Calcio.
Intanto la Fondazione Roi ha ancora in sella, escluso solo Zonin, tutti i vecchi consiglieri di amministrazione che hanno guardato quello che accadeva senza colpo ferire con Marino Breganze, storico braccio destro dell'ex presidente, tuttora ai vertici (in Fondazione da vice e in Banca Nuova addirittura da presidente "alla faccia" del possibile inquinamento delle prove addebitato dalla Procura di Roma a Vincenzo Consoli ma non da quella di Vicenza a Zonin).
Grazie all'immobilismo gattopardesco della "nuova" banca di Gianni Mion e all'accondiscendenza di chi minacciava ferro e fuoco se non fosse stato cambiato il cda della Roi, oggi per cambiare tende e sedie il Comune non bussa al lascito del marchese Giuseppe Roi ma cerca aiuto da sponsor per un importo che non li farebbe accogliere con riverenza neanche dal Vicenza Calcio per qualche striscione al Menti...Â
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