OXI! In Grecia vince il No, in Europa riparte la Democrazia
Domenica 5 Luglio 2015 alle 20:12 | 1 commenti
Arrivano i primi dati del referendum che si è tenuto in Grecia (alle 19.43 i dati di oltre il 20% dei seggi danno il NO al 60,3% e il SI al 39,7%). Sono dati molto parziali che darebbero la vittoria alla proposta del primo ministro greco Tsipras, ma ancora non c'è nulla di definitivo. Comunque una primissima riflessione può essere fatta. Ha vinto la democrazia, quella cosa nata proprio in Grecia qualche migliaio di anni fa e che ormai viene calpestata da quei governi arroganti e prepotenti che, al servizio del potere finanziario, pretendono di comandare in Europa.
Hanno perso Merkel e Schauble, Hollande e Schulz, ha perso Draghi e Lagarde così pronti a dichiarare che il referendum greco era qualcosa di negativo e che bisognava votare SI per cacciare il governo presieduto da Tsipras. E ha perso il "nostro" Renzi sempre pronto a schierarsi dalla parte del più forte e inchinarsi al volere della Germania e della troika. Ma, soprattutto, ha vinto il popolo greco che è andato a votare nonostante il palese boicottaggio dei principali paesi europei e di un'informazione guidata dai poteri forti. Ha vinto, comunque vada, il popolo greco che è andato in massa a votare e che ha scelto (come sembra) di non chinare la testa di fronte alle imposizione della troika.
La grande partecipazione e il risultato del NO confermano la ragione del governo greco di dare la parola al popolo che non ha avuto paura di esprimersi. Una grande lezione di democrazia.
Oggi è una giornata importante per l'Europa perché ha dimostrato la dignità di un popolo come quello greco, la sua voglia di prendere in mano il proprio futuro, la sua capacità di dare uno schiaffo a chi pretendeva di imporre regole che, in questi ultimi cinque anni di "memorandum", si sono dimostrate sbagliate e nefaste. Domani, forse, la lezione greca produrrà una svolta. Di certo ha dimostrato che non tutti i popoli sono rassegnati e inerti. E che si può riconquistare dignità e sovranità nazionale. Senza cappello in mano.
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