Quotidiano | Categorie: Politica

Osservazioni e proposte su riordino Province dell'Associazione Popolari Europei

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 6 Agosto 2012 alle 08:38 | 0 commenti

ArticleImage

Associazione Popolari Europei, Associazione Culturale Di Cittadini - Si trasmette l'allegato documento approvato il 03 agosto 2012 dall'assemblea dell'Associazione Popolari Europei, dopo ampio dibattito cui sono stati coinvolti numerosi cittadini, espressione di diverse e qualificate esperienze del territorio Veneto. Il nostro obiettivo è di proporci in ausilio a quella politica che sa ascoltare e raccogliere le proposte provenienti dai cittadini e che non vuole, invece, essere solo polemica e distruttiva (nella foto Chiara garbin).

 Il documento è stato inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari Veneti, ai Consiglieri Regionali del Veneto e alle varie autorità politiche locali. Tale atto intende offrire osservazioni e proposte nell'ottica di favorire un reale risparmio nella spesa pubblica, a partire dalle Province, come base di una vera riforma strutturale e di azioni permanenti che inducano ad essere europei per diritto e comportamento e non solo per il credito di paesi più forti e da cui bisogna poter ridurre e smettere le dipendenze. Nella speranza che a questo documento possano seguire azioni concrete che dimostrino la maturità della politica e dei politici italiani per il bene del nostro Paese.
Presidente Associazione Popolari Europei Dott. Manfredo De Paolis
Vice Presidente - Responsab. Under 35 Avv. Diego Bucci, Vice Presidente - Portavoce Dott.Ssa Chiara Garbin

Documento 

La revisione della spesa pubblica non può limitarsi a un fatto di pur importante contabilità, ma deve essere l'occasione per una ridefinizione della pubblica amministrazione, della necessità ed efficacia dei suoi istituti, della riduzione dei livelli di potere e della sua sburocratizzazione di tutti gli apparati, divenuti fonte di lentezze, contrapposizioni, limiti oggettivi allo sviluppo del Paese.
A tal fine appare significativa ed importante la decisione della riduzione del numero delle amministrazioni provinciali e la necessità delle aggregazioni comunali. Riteniamo che il ruolo delle Province rappresenta un retaggio istituzionale che appesantisce la spesa e la struttura amministrativa del Paese. Infatti dopo la costituzione delle Regioni risulta un pleonastico, quanto inutile strumento a disposizione di politici esigenti di status e di un po' di potere, del tutto inutile per i cittadini. Quelli sardi hanno dato lezioni di saggezza al Paese, votandone la soppressione.
Per queste ragioni sarebbe stato utile e corretto abolire tutte le province, come previsto dai programmi elettorali di quasi tutti i partiti. La potenza delle lobbies del nostro Paese è pari alla debolezza della politica che pone resistenza ad ogni cambiamento che migliori l'efficienza del Paese, anche quando essa è diretta da autorevoli esponenti "tecnici". Anzi l'Italia negli anni ha istituito continuamente nuove province, ed ha creato numerosi enti intermedi, come le comunità montane (1971), gli ATO (1993) e un grandissimo numero di consorzi settoriali che si sono aggiunti ai consorzi di bonifica. Inoltre si sono costituite numerose società di diritto privato, anche dalle stesse Province, fatte soprattutto per forzare i propri limiti istituzionali, gravando così sulla spesa pubblica, creando nuovi centri di potere e sovrapponendo le competenze.

RIFORMA MONTI

Va dato atto al governo Monti di avere affrontato, con molti altri, questo problema, tenuto fermo da tanti governi precedenti, dei tempi di Ugo La Malfa che le voleva sopprimere, fino ai più recenti governi Prodi, D'Alema,Amato e Berlusconi. Dopo le positive dichiarazioni programmatiche di Monti (novembre 2011) sulla totale soppressione delle province e dopo la Legge 22 dicembre 2011 n° 214 le Province vengono trasformate in Enti con elezioni di secondo livello, con funzioni di indirizzo e coordinamento di vasta area.
I loro Presidenti insorgono, (alcuni si essi sono anche parlamentari alla faccia di ogni effettiva incompatibilità politica e morale), vedono che stavolta si fa sul serio e la loro associazione-sindacato, UPI, esercita appieno la sua funzione lobbistica.
Il governo, spinto dai partiti, fa marcia indietro e si ferma ad un accorpamento, ora definito "RIORDINO", che dovrebbe portare ad una riduzione da 107 a 43 province, tra cui 10 città metropolitane. Da qui ancora le proteste del "sindacato presidenti inutili", con atteggiamenti infantili (tipo lo sfratto alle prefetture o alle caserme), manifestazioni risibili, arrivando alla discutibile compravendita dei Comuni per rientrare nei requisiti richiesti dalla Legge. Ma non si è sentito nessun dibattito sul ruolo effettivamente esercitato dalle province stesse e non di un diverso assetto del sistema locale, dalle regioni fino ai piccoli ed aggregabili comuni.

OSSERVAZIONI E PROPOSTE

Per le ragioni su esposte, dopo ampio dibattito cui sono stati partecipi numerosi cittadini, spressione di diverse e qualificate esperienze, si è deciso di fare le seguenti osservazioni e proposte:

1) Si è giudicata negativamente la retromarcia del governo che non ha approfittato della propria forza, per seriamente riformare l'apparato amministrativo provinciale e non solo. Ciò pur non ignorando le difficoltà di ordine giuridico che peraltro non si ritengono del tutto superate, senza ulteriori provvedimenti.
2) Pare corretto avere assegnato alle Regioni il compito di definire le aggregazioni e la riduzione delle province che rimangono, nel rigoroso rispetto della legge approvata. Alle Regioni l'invito ad una intelligente azione, senza subire la pressione dei vari partiti, per ritardare, evitare o disfare quanto la norma prevede. Le Regioni dovrebbero cogliere questa occasione, come un momento di sviluppo del loro ruolo, indirizzando l'apparato amministrativo verso un quadro meno burocratico ma produttivo di buone politiche delle istituzioni e degli enti locali. A tal fine la Regione dovrebbe rendere le province più funzionali, in un'ottica di vera funzione di indirizzo politico e di coordinamento di area vasta, rendendole più dinamiche nel rapporto con le regioni. Una funzione di collante con le esigenze dei comuni e le regioni. In questo senso sarebbe una contraddizione che un ente così significativo politicamente venisse fatto coincidere con un piccolo territorio. La riforma spinge verso i grandi territori, quindi le Regioni dovrebbero realizzare questo disegno.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network