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Osservazioni di Disegniamo Vicenza al Piano degli Interventi del comune di Vicenza

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 29 Dicembre 2012 alle 08:40 | 0 commenti

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Carlo Presotto, Carla Spessato, Filiberto Dal Dosso, Ciro Asproso, Olol Jackson, Tomaso Rebesani,

Valentina Dovigo per Disegniamo Vicenza - L'Associazione politico-culturale Disegniamo Vicenza ha svolto un attento lavoro di analisi sui contenuti del Piano degli Interventi del Comune di Vicenza, di seguito si segnalano alcuni temi d'interesse generale che ci appaiono più problematici o contraddittori.

1ᵃ osservazione - Tutela del territorio agricolo.
L'obiettivo di tutela del territorio agricolo, dichiarato dalla LR 11/'04 ("l'utilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente") e costantemente enunciato da tutti i livelli di pianificazione, dal PTRC al PTCP fino al PAT , viene troppo spesso disatteso dal PI attraverso:
la riclassificazione come non agricole (residenziali, produttive, a servizi...) di zone precedentemente classificate agricole e aventi caratteristiche di superfici agricole utilizzate (SAU): si tratta di circa 75 ha (escluse le nuove infrastrutture) che vengono in questo modo sottratte all'agricoltura;
la dispersione insediativa a seguito del recepimento delle cosiddette "Esigenze abitative di tipo familiare (art. 61 del PI - BID). Si tratta di ben 458 indicazioni puntuali delle quali, 343 ricadono in zona agricola di PI (che in 126 casi rientrano in zona classificata agricola anche dal PAT), 33 del totale ricadono addirittura in zone a servizi. Oltre a suscitare evidenti problemi di legittimità (come si può prevedere un'edificazione in zona agricola in assenza di un piano di sviluppo aziendale o entro fasce di rispetto stradale e/o comunque tutelate?), tale scelta comporta la sottrazione di 13,7 ha di SAU, certamente sottostimati rispetto alla reale sottrazione che comprenderà anche la viabilità di accesso e le pertinenze costituenti il verde privato, oltre al lotto di 400mq quantificato dal PI;
la trasformazione in zone edificabili di ampi territori precedentemente classificati a servizi (vedi boschetto di San PioX°);
la previsione di nuove grandi infrastrutture (in particolare prosecuzione di via A. Moro e nuova Tangenziale nord) senza che i rispettivi tracciati siano stati verificati in funzione degli impatti previsti.

In sintesi, la reale superficie agricola sottratta alla effettiva coltivazione dei fondi - al di là delle convenzioni normative e delle interpretazioni "estensive" delle direttive di legge - è stimabile in oltre 140 ha che rappresentano il 4% dell'intero territorio agricolo comunale. A tali previsioni, già inserite nel PI, si aggiungeranno le cosiddette opere "strategiche" quali la nuova Cittadella dello Sport (nuovo stadio e nuovo polo commerciale e per i servizi) e il possibile trasferimento dell'Arsenale in zona Carpaneda, che sottrarranno ulteriori 50 ha di territorio agricolo, in deroga al limite del consumo di SAU calcolato dal PAT.
Decisamente troppo per chi fa della salvaguardia ambientale e della tutela del territorio agricolo la propria missione strategica.

Si chiede, pertanto, di riconsiderare l'impianto complessivo del PI partendo dalla revisione della nuova edificazione concessa tramite il Bando degli Interessi Diffusi. Il quale dovrebbe essere quantomeno coerente con le previsioni del PAT, ovvero ricadere in ambiti classificati dal PAT come tessuto urbano consolidato, ambiti di edificazione diffusa, limiti fisici alla nuova edificazione o ambiti dei quali il PAT abbia esplicitamente previsto l'edificazione (azioni strategiche).
Evitando, altresì, l'applicazione del principio di prossimità indifferente agli effetti prodotti sul territorio circostante.
Conseguentemente, dovranno essere stralciate le nuove edificazioni che ricadono in zone indicate dal PAT o dal PI come invarianti di natura geologica, ambientale o storico-monumentale; zona agricola; zona a servizi; zona di tutela.

2ᵃ osservazione - Rapporto PTCP, PAT PI e quadro delle tutele.
Il PI dovrebbe avere carattere "conformativo" nell'attuazione delle previsioni del PAT.
In altri termini si ritiene che il PI non possa introdurre nuove e diverse previsioni rispetto a quelle valutate in sede di PAT, se non attraverso il riavvio delle procedure di evidenza pubblica.
Invece si deve osservare che il PI, per quanto riguarda i tracciati delle nuove grandi infrastrutture, non ne abbia valutato coerentemente gli effetti né la coerenza con la pianificazione sovra-comunale (si segnala, inoltre, che alle proprietà interessate all'esproprio non sarebbe stato trasmesso l'avviso dell'avvio del procedimento ai sensi dell'art. 11 del DPR 327/'01 e s.m.i., con ricadute sia sulla validità del provvedimento adottato, sia sull'efficacia in materia di vincolo preordinato all'esproprio). Risulta infatti:
Prosecuzione di via A. Moro: il PI introduce un tracciato completamente diverso sia da quello indicato dal PAT, sia da quello del vecchio PRG. Dalla documentazione del PI non si è riscontrata alcuna motivazione a sostegno della scelta operata, né si evince quali siano le alternative di tracciato considerate dal Piano, né come le stesse siano state valutate nell'ambito della procedura di VIA. Tale mancanza di motivazioni è particolarmente significativa in considerazione del fatto che il tracciato del prolungamento di via A. Moro indicato dal PI, appare oltremodo contrastare con gli obiettivi di tutela ambientale e paesaggistica, in quanto compromette in modo irreversibile il contesto figurativo delle ville venete, villa Imperiali Lampertico e villa Guiotto, come indicato sia nella tav. del sistema del paesaggio - sud del PTCP (art. 46), sia nella tav. 2 delle invarianti del PAT, e il contesto figurativo dei complessi monumentali indicato nella tav. 4 del PAT e disciplinato dagli artt. 9 e 22 delle NT dello stesso. Infatti, il prolungamento di Via A. Moro interferisce visivamente, affiancandosi al vincolo monumentale del parco e della villa Imperiali Lampertico indicati nella tav. 1 del PAT; intercetta ed interrompe il corridoio ecologico secondario, immediatamente a nord della S.R. Postumia, come evidenziato nella tav. 4 del PAT.
Nuova tangenziale nord: è indicata in modo ideogrammatico nel PAT (freccette) ma viene tracciata nel Piano degli Interventi senza verificarne le condizioni e le criticità, tra le quali si segnalano. L'aggancio con la SP 46 in località Moracchino, che appare diverso rispetto al protocollo di intesa sottoscritto tra il Comune di Costabissara, Vicenza e la Provincia. Il passaggio sulla parte nord che interessa direttamente l'area della nuova base americana. I danni arrecati al paesaggio e all'area agricola di Polegge, che viene completamente stravolta e separata dall'Astichello con la realizzazione della bretella in variante alla SS Marosticana, mentre si produce una pesante cesura con l'abitato di Laghetto, tagliando in due il percorso di collegamento ciclopedonale.
Si propone lo stralcio delle previsioni infrastrutturali che non siano basate su un'attenta valutazione degli impatti e delle alternative, anche in considerazione delle conclusioni espresse dalla VAS in sede di approvazione del PAT.
3ᵃ osservazione - Disomogenea applicazione dei criteri perequativi.
Nelle linee guida per la valutazione economica degli accordi pubblico-privato approvati dal Consiglio Comunale, sono stabiliti dei principi condivisibili che si sintetizzano nella ripartizione tra il soggetto pubblico (40%) e il soggetto privato (60%) del plusvalore fondiario determinato dalle scelte del PI. L'applicazione di quei criteri, tuttavia, non è estesa nel PI a tutti gli interventi che producono un plusvalore fondiario, ma soltanto a quelli che la richiamano espressamente come negli Accordi ex art. 6, o in attuazione delle condizioni espresse nelle NTO (alcune zone di espansione o di trasformazione), o differita al Piano direttore come nel caso della zona industriale. ( per quanto riguarda gli accordi pubblico-privato già accolti, si segnala che non sembra siano state approfondite le valutazioni nel merito delle soluzioni edilizio-urbanistiche proposte: si ritiene che le stesse dovranno essere sottoposte a seria revisione, nell'ottica del contenimento del consumo di suolo e del preponderante interesse pubblico anche in relazione agli esiti conseguiti).

Resta, pertanto, esclusa dall'applicazione dei criteri perequativi una pluralità di interventi (difficilmente quantificabili ma certamente rilevanti) che pur producendo un immediato ed evidente vantaggio al proprietario, non concorrono alla costruzione della città pubblica. Per la sola tipologia degli interventi relativi al soddisfacimento delle esigenze abitative di tipo familiare (458 con 91.600mq di s.u.), il mancato contributo è stimabile in oltre 10 milioni di euro.
Si propone, pertanto, che le risorse per la costruzione della città pubblica siano reperite attraverso l'applicazione generalizzata ed omogenea dei criteri perequativi che prevedano la cessione al Comune di almeno il 40% del plusvalore ricavato dal privato, per effetto della valorizzazione fondiaria concessa dal Piano.
4ᵃ osservazione - Soddisfacimento delle esigenze abitative di natura sociale.
Tale obiettivo viene perseguito dal PI attraverso due linee di intervento principali: la prima mediante il recepimento delle istanze del BID; la seconda attraverso la riserva di una quota di edificazione all'intervento di edilizia residenziale convenzionata o sovvenzionata.
Per quanto riguarda il BID, si deve osservare che le condizioni di reddito non costituiscono elemento di valutazione rendendo così incomprensibile parlare di fabbisogno di natura sociale.
Si propone quindi di introdurre un nuovo criterio di valutazione legato al reddito del richiedente, ancorato ai limiti di legge previsti per l'accesso all'edilizia convenzionata.
In secondo luogo, poiché l'art. 61 delle NTO giustifica la scelta di PI per il soddisfacimento delle
"aspettative abitative maturate", si ritiene indispensabile che siano accolte esclusivamente le
domande confermate dai medesimi soggetti che le avevano già presentate in sede di BID (e hanno quindi maturato l'aspettativa), mentre devono essere rigettate tutte le altre. Questo per fare chiarezza ed evitare vengano inserite istanze che non sono equiparabili ai BID (che quindi non possono aver creato aspettative), o che riguardino immobili oggetto di compravendita dell'ultimo minuto.
Per quanto riguarda le esigenze abitative di natura sociale (famiglie meno abbienti o in attesa di sfratto, nuclei numerosi, giovani coppie, ecc.) si ritiene che le stesse devono essere soddisfatte prioritariamente attraverso l'intervento dell'Ater o di altri soggetti competenti, su aree acquisite dal Comune nell'ambito della perequazione urbanistica. In tale contesto potranno essere individuate altre aree nelle quali sia prevista l'edificazione convenzionata a favore di componenti sociali a "reddito intermedio" (troppo elevato per accedere all'edilizia sociale e troppo basso per concorrere sul libero mercato: giovani coppie, lavoratori dipendenti, pensionati). Tali aree potranno essere ben individuate in un apposito Piano degli Interventi di carattere sociale, finalizzato esclusivamente all'E.R.P.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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