Ordinanza anti-bivacchi: dopo Vicenza, anche a Trieste. Ma lì viene bocciata dal Tar...
Mercoledi 14 Dicembre 2016 alle 17:56 | 1 commenti
Un'ordinanza a Trieste ha vietato lo stazionamento all’aperto, il consumo di alimenti e la collocazione di oggetti personali sul suolo pubblico. Un divieto emanato dal sindaco Roberto Dipiazza dopo che alcune persone dormivano all’aperto nei dintorni della stazione centrale del capoluogo triestino. Anche a Vicenza il sindaco Achille Variati per il Giardino Salvi ha vietato di sdraiarsi, dormire e sedersi in posti che non siano le panchine e di parcheggiare le biciclette fuori dalle rastrelliere, in quella che l'amministrazione comunale di Vicenza considera un'area a rischio degrado della città (qui il video di VicenzaPiùTv con le opinioni dei vicentini).
A Trieste un richiedente asilo pakistano, Nawaz Shah, è stato sanzionato dalla polizia municipale con alcune decine di euro in seguito all'ordinanza perchè trovato a dormire all’aperto e così ha deciso di presentare ricorso per chiedere l’annullamento della sanzione: il Tar del Friuli Venezia Giulia ha giudicato illegittima la misura e ha condannato il ministero dell’Interno a rifondere al ricorrente le spese di giudizio, liquidate con mille euro.
L'azione giudiziaria è stata promossa dagli avvocati dell'ASGI, l'Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione: la difesa ha sostenuto che non si possono adottare ordinanze che vanno a colpire soggetti in stato di bisogno e di totale indigenza: “sono ordinanze illegittime che producono disagio sociale e rallentano il corretto funzionamento della pubblica amministrazione, con dispendio di risorse pubbliche e sovraccarico di spese a carico del contribuenteâ€, sostiene l'ASGI che chiede di “rafforzare l'azione di prevenzione verso le fasce più povere della popolazioneâ€.
Il sindaco Variati presentando l'ordinanza di Vicenza aveva dichiarato: "Non è pensata per andare contro i gruppi di immigrati che si ritrovano al Giardino Salvi, anche se gli stranieri che provengono dall'Africa hanno abitudini e comportamenti diversi dai nostri".Â
Il diritto di ricorrere alla giustizia, però, è uguale per tutti i cittadini.
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Applaudiamo perchè finalmente qualcosa da parte del sindaco e dell'assessore alla sicurezza si è mosso, forse un orezza ?(vedi Purgatorio di Dante)