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Oggi manifestazione in Fiera contro i diamanti di Israele

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 14 Maggio 2012 alle 23:40 | 0 commenti

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Riceviamo da Luc Thibault e pubblichiamo.
Vicenza è la capitale delle fiere dell'oro e dei diamanti. Il giro d'affari in oro e diamanti è di milioni di dollari e Israele è presente in maniera massiccia. L'Istituto Israeliano dei Diamanti è il centro dell'attività commerciale per l'industria globale israeliana dei diamanti. I diamanti provenienti da Israele accendono l'immaginazione degli amanti dei gioielli in tutto il mondo e in qualità di leader a livello mondiale sia della lavorazione artigianale che di tecnologie all'avanguardia (quì la photo gallery).

Legato a questo grosso e importante businnes c'è Lev Leviev il maggior commerciante di diamanti e gioielli in Israele direttamente coinvolto nella costruzione di colonie nella Cisgiordania. Non comprate gioielli insanguinati! È stato lo slogan della manifestazione di oggi. L'uomo d'affari più ricco di Israele. Il suo impero si basa principalmente sullo sfruttamento di miniere di diamanti in Africa, ma si estende al mondo delle telecomunicazioni, del petrolio, della moda, e del mercato immobiliare e edile. La maggior parte dei suoi affari avvengono attraverso la società "Africa Israel" di cui e' proprietario di maggioranza e la "Africa Israel Investments Ltd" di cui è presidente. E' proprietario di miniere in Angola, Namibia e Russia, e di una catena di società e gioiellerie che vendono i diamanti del marchio "Leviev" con negozi in New York, Londra, Dubai e Mosca. Durante il periodo dell'Apartheid in Sudafrica ha lavorato per la società De Beers (prima al mondo nell'estrazione di diamanti e potente sostegno di quel regime). I rapporti commerciali di Lev Leviev in Italia sembrano limitati al gioielliere Bulgari. Nel 2004 i due hanno dato inizio ad una "joint venture", comprando ognuno il 50% di una società svizzera, in cui Bulgari disegna gioielli e Leviev fornisce i diamanti.
Non collaborate coi criminali di guerra! 
Facciamo appello a tutti i lavoratori, ai cittadini, ai migranti, agli esuli, ai movimenti che in Italia (e non solo) si battono coerentemente a fianco della popolazione Palestinese, che si battono contro la militarizzazione dell'economia, dei territori, della vita sociale, che sono attivi o condividono la lotta contro la costruzione della nuova base militare Usa al Dal Molin a promuovere unitariamente una campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni) contro l'occupazione, l'assedio e il genocidio strisciante della popolazione palestinese perpetrata dal governo israeliano. La campagna internazionale deve a nostro avviso vedere l'impegno attivo di tutti per fare il vuoto attorno ad Israele colpendone l'economia principale: diamanti e oro. Vuoto che si può raggiungere attraverso il boicottaggio attivo della Fiera di Vicenza
Questo boicottaggio va messo in parallelo alla lotta di circa duemila prigionieri palestinesi che sono in sciopero della fame per protestare contro le condizioni di detenzione delle carceri israeliane. La protesta è cominciata lo scorso 17 aprile e giorno dopo giorno i detenuti ribelli sono aumentati di numero. I prigionieri protestano soprattutto contro la cosiddetta "detenzione amministrativa", una procedura legale che permette a Israele di trattenere sospetti terroristi a tempo indeterminato e senza processo. Sarebbero circa 300 i palestinesi attualmente detenuti nelle carceri israeliane in base a questo sistema. Secondo l'organizzazione umanitaria israeliana Betselem, il numero dei detenuti amministrativi palestinesi è aumentato sensibilmente fra il 2011 e il 2012. Nonostante continuino i negoziati tra i rappresentanti dei detenuti palestinesi e le autorità israeliane per giungere a un accordo, la protesta non si è fermata, anche perché lunedì scorso un tribunale israeliano ha respinto la richiesta di scarcerazione di due detenuti palestinesi, il 27enne Bilal Diab e il 33enne Tha'er Halahlah.
Non è la prima volta che i detenuti palestinesi nelle carceri israeliani iniziano uno sciopero della fame per rivendicare i propri diritti, ma stavolta un accordo con le autorità israeliane sembra vicino. Dopo la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit, l'accesso a libri e testi per i detenuti palestinesi è stato incentivato nelle carceri israeliane, ma i punti più spinosi delle trattative restano la possibilità di visita dei familiari di Gaza e la fine del regime di isolamento, mentre per quanto riguarda la detenzione amministrativa una sua revoca da parte degli israeliani sembra al momento molto difficile. Complessivamente ci sono circa 4.500 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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