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Obama ritira i suoi da Vicenza?

Di Citizen Writers Martedi 14 Gennaio 2014 alle 18:45 | 2 commenti

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Riceviamo da Giovanni Bertacche e pubblichiamo - Ma come? Dopo tante proteste, manifestazioni, la città divisa, americanisti contro antiamericanisti, recriminazioni e speranze, che sta succedendo? Voci che attendono conferma. Gli americani in divisa se ne stanno per andare. Obama vuole terminare il mandato con un’azione clamorosa a suggello se non delle sue azioni almeno delle sue intenzioni.

Che stanno a fare le oltre 12 mila persone, tra civili e militari, che costituiscono più del 10 percento della popolazione vicentina. La missione degli Stati Uniti, sentinella del mondo, esportatrice di democrazia e libertà, non regge più. Non regge perché l’esperienza, Vietnam, Afghanistan, Iraq, ha vistosamente smentito quella dottrina; il rispetto dei principi liberali e democratici è un fatto culturale, richiede studio e pazienza, non si impone con la forza. Dunque servono la forza dell’esempio e gli aiuti pacifici. Se questo è il metodo da seguire, ragiona il Presidente americano, interventi in armi nei paesi ove infuria la violenza (Siria per tutti), inutili quanto provocatori e dagli effetti addirittura contrari. Certo le forze americane di stanza qui da noi non hanno questo compito, di consolidare cioè la democrazia nel nostro paese. Sono qui per ragioni strategiche, stante la posizione centrale dell’Italia nello scacchiere del Mediterraneo. E Vicenza, fin dall’epoca della guerra fredda tra USA e URSS è stata prescelta a questo incarico: ospitare comandi e truppe per intervenire più prontamente contro i “nemici della democrazia”. Categoria quest’ultima all’evidenza non vincibile con le armi; e dunque probabilmente obiettivi sono altri oppure sbagliati sono i mezzi. Comunque siano gli interessi perseguiti dagli americani, più o meno nobili, Vicenza è stata asservita da sessant’anni, e trasformata in caserma. Questa è la condizione paradossale della città del Palladio, dichiarato dal Congresso il padre dell’architettura americana, una città militarizzata e per questo esposta a pericoli di attacchi armati. Certo che dobbiamo riconoscenza agli statunitensi per averci liberati dalla dittatura e dall’oppressione nazista; ma la gratitudine non va confusa con il servilismo. La presenza, non degli americani ma dei militari americani, dopo il periodo di crisi degli anni ’50 del secolo scorso, assume ora il significato di occupazione e tanto è mortificante per la nostra democrazia. Anche per questo, dignità e rispetto, richiedono un cambiamento di passo nei rapporti degli USA con il mondo e di riflesso con Vicenza. La quale si aspetta e vuole un vincolo più civile, alla pari, non la sottomissione agli americani. Obama ha colto questa aspirazione dei vicentini e di quanti hanno solidarizzato con loro in questi anni e se ne è fatto interprete. Ora pare stia attuando questo proposito.

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Commenti

Inviato Mercoledi 15 Gennaio 2014 alle 11:23

Sarebbe veramente clamoroso se la notizia della decisione di Obama di chiudere le basi di Vicenza fosse fondata. Ma siamo sicuri che sarebbero smantellate tutte, proprio tutte?. Avvocato Bertacche prenda l'iniziativa, costituisca un Comitato, io anticipo la mia adesione e quella di qualche decina di amici, infatti ci sarà grande bisogno di cittadini che partecipino attivamente per riempire i vuoti. Mi faccia sapere. Grazie. Piero Cazzaro
Inviato Mercoledi 15 Gennaio 2014 alle 22:11

mi pare impossibile hanno appena finito i lavori della nuova base , ma se fosse vero governo permettendo la Ederle la spianerei per dare quella zona alla città magari il nuovo ospedale della Ederle lo terrei sarebbe una clinica di lusso c'è pure Villa Berica che vuol trasferirsi perchè no proprio li , mentre la nuovissima Dal Din con le sue strutture anche sportive parcheggi ecc. potrebbe diventare il più bel campus universitario d'Europa ,ma mi par strano che vadano via .
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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