Nuovo statuto comunale, Più Democrazia chiede lumi sull'esecutività
Martedi 12 Marzo 2013 alle 12:38 | 0 commenti
A due mesi dall'approvazione del nuovo statuto comunale le polemiche attorno a quella che viene considerata una sorta di «magna carta» municipale non si placano. Stamani infatti sul tavolo del sindaco di Vicenza, il democratico Achille Variati, è giunta una secca presa di posizione del comitato Più Democrazia che chiede lumi sulla mancata entrata in vigore della delibera.
«In data 9 gennaio 2013 - si legge in una nota protocollata il 7 marzo e firmata a nome del comitato dal portavoce Annamaria Macripò - il consiglio comunale ha approvato il nuovo statuto... Ad oggi non ci risulta che sia stato pubblicato all'albo comunale e quindi la delibera statutaria non è ancora esecutiva». Poi un secondo affondo: «Non è stato nemmeno effettuato l'invio a Roma come prevede il Tuel ovvero il Testo unico degli enti locali. Ciò premesso chiediamo la immediata pubblicazione all'albo comunale e il contestuale invio al ministero competente». Queste in buona sostanza sono le osservazioni del comitato che oltre a Macripò vede tra i suoi personaggi di spicco anche Eugenio Berti e Fulvio Rebesani (i tre nel riquadro da sinistra a destra).
In realtà sull'argomento l'amministrazione comunale si era già espressa col presidente del consiglio comunale, il democratico Luigi Poletto il quale su Vicenzapiu.com del 27 febbraio aveva dichiarato: «Il nuovo regolamento entrerà in vigore assieme al nuovo statuto. Sempre il regolamento sarebbe potuto entrare in vigore prima, ma in ossequio ad un criterio di armonizzazione tra le due discipline l'amministrazione ha preferito conglomerare le due cose. Così mi ha fatto sapere il segretario generale Antonio Caporrino in una missiva indirizzata al mio ufficio. Lo statuto - spiega Poletto - ha tempi di approvazione più lunghi, ma essendo i due strumenti strettamente connessi è opportuna una contestualità tra i due ambiti... dopo il rinnovo del consiglio comunale l'assemblea dovrà procedere al varo dei regolamenti attuativi dei referendum e del consiglio degli stranieri, senza i quali non è possibile rendere operativi questi strumenti». La palla quindi passa ora nelle mani del sindaco, cui è stata indirizzata la missiva. Ma il capo dell'esecutivo non è il solo chiamato in causa perché il sollecito redatto da Più Democrazia è indirizzato anche al segretario comunale Antonio Caporrino e allo stesso Poletto.
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