Nuovi contratti a termine, a Vicenza è record: + 20% nei primi sei mesi 2014
Martedi 16 Settembre 2014 alle 23:17 | 0 commenti
Di Gianni Favero
Le assunzioni a tempo determinato nei primi sei mesi 2014 in Veneto sono aumentate notevolmente; e non solo nei rapporti di lavoro stagionali o di sostituzione. Anzi, quelli motivati da «altre cause» generiche hanno contribuito all'incremento più degli altri, a conferma che la scelta di legge di togliere la causale obbligatoria sta funzionando. I dati giungono da Veneto Lavoro e paiono indicare che con il «decreto Poletti» si è nella giusta direzione.
Tanto che i contratti a termine sottoscritti nella prima metà del 2014 (224.730) hanno superato quelli dell'ultimo anno prima della crisi, il 2008, quando si arrivò a 217.130 assunzioni, con un incremento vicino all'11% rispetto al 2013. I rapporti di lavoro attivati senza una precisa causa, va anche rilevato, sono da soli cresciuti del 13%, quota che tocca il 17% per i maschi, e il 14% per i cittadini italiani (+10% gli stranieri, che sono comunque quattro volte meno numerosi). Altro indicatore interessante è che l'incremento più elevato (20%) si individua nella fascia fra i 50 ed i 54 anni, la più critica sia per la lontananza dalla pensione sia per la difficile ricollocabilità del lavoratore.
Ad aver intercettato con maggiore interesse l'opportunità di assumere lavoratori a termine con la nuova regola sono state le due province più industrializzate, ossia Treviso e Vicenza (+20%). Tutto questo, si evince dai numeri, in uno scenario in cui si allarga la platea di imprese che ne approfittano. Non le stesse del 2008 che assumono più lavoratori, cioè, ma più aziende che decidono di considerare i contratti a termine, e in settori della manifattura e del terziario collegato.
«È un piccolo pezzo della riforma del mercato del lavoro, se i dati sono questi, davvero interessante», commenta Giuseppe Sbalchiero, presidente di Confartigianato del Veneto. «Significa avere colto l'essenza di uno dei principali motivi d'ansia delle imprese sui contratti a termine. La causa iniziale, con il passare dei mesi, poteva infatti cambiare, esponendo le imprese al rischio di vertenze ed azioni giudiziarie». Per Confartigianato la novità consente di coprire quelli che la stessa organizzazione chiama i «tartufi», posti di lavoro che esistono pur fra le pieghe di un tessuto economico ancora in difficoltà ma che non vengono occupati solo per i timori del datore. «E non tanto per gli scenari del mercato - conclude Sbalchiero - ma per le incertezze ed i vincoli di carattere burocratico che in Italia stanno dietro ai posti di lavoro temporanei».
Da Il Corriere del Veneto
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