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Nord Africa e Medio Oriente, tra scenari di crisi e opportunità per le imprese

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 8 Luglio 2011 alle 22:22 | 0 commenti

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Confcommercio Vicenza - L'analisi del giornalista Fausto Biloslavo e del docente di relazioni internazionali Matteo Legrenzi in un convegno organizzato oggi dal Circolo del Terziario di Confcommercio Vicenza

E' un quadro complesso, quello che si sta delineando in Nord Africa e in Medio Oriente, a causa delle crisi interne di molti Paesi. Ma bisogna aver la capacità di distinguere tra le nazioni dove il fuoco della rivolta ancora arde (con scenari futuri imprevedibili), quelle dove si è già passati ad una "fase due" di cambio di regime e quelli invece che non sono stati toccati fin qui dalla crisi e che rimangono delle importanti aree con cui le imprese possono ancora fare affari.

E' questo, in estrema sintesi, quanto emerso nell'incontro di oggi organizzato dal Circolo del Terziario di Confcommercio Vicenza, che ha chiamato due relatori di provata esperienza, moderati dal direttore del Giornale di Vicenza Ario Gervasutti, ad illustrare alle imprese gli scenari e le prospettive politico economiche di un'area che intesse importanti relazioni con il Belpaese. Si tratta di Fausto Biloslavo, giornalista di guerra e autorevole firma del quotidiano "Il Giornale" e delle testate Mediaset, e Matteo Legrenzi, professore associato all'Università Cà Foscari ed esperto di relazioni internazionali del Medio Oriente
"Gli interessi economici in gioco in questo quadrante, per il nostro Paese, sono davvero importanti - ha ricordato in apertura il presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca -. Non ci sfugge che da questa crisi scaturiscono complessità legate ai problemi energetici, soprattutto per i Paesi come il nostro dipendenti totalmente dal petrolio". Il presidente Rebecca ha posto quindi ai relatori le domande che in queste settimane si stanno facendo molti imprenditori, vale a dire "che risvolti profondi ha questa crisi per tutti noi e per le nostre imprese; quale asset politico avranno nazioni che hanno abbattuto vecchi regimi senza che ci sia ancora chiarezza sul nuovo che verrà e come e quando finirà una guerra un po' anomala, come quella in atto in Libia".
Domande alle quali ha cercato di rispondere in apertura del convegno Fausto Biloslavo "Gli elementi alla base delle rivolte iniziate in Tunisia e poi propagatesi in tutta l'area - ha spiegato - sono la presenza, in molte di queste nazioni, di democrazie formali, se non addirittura regimi totalitari; la stagnazione economica che ha colpito i ceti meno abbienti della popolazione e Internet, che non ha avuto il ruolo fondamentale dipinto a volte, ma è stato certamente un tassello importante". E poi la stampa, in particolare la televisione araba Al Jazeera, che come nel caso della Libia ha, secondo Biloslavo, alimentato la "guerra delle cifre" sulle vittime della repressione di Gheddafi, influenzando l'intervento internazionale.
E se in alcuni Paesi la situazione sembra ora essersi avviata verso una "fase due", come in Tunisia ed Egitto, anche se in quest'ultimo caso resta qualche incognita, Fausto Biloslavo non manca di sottolineare la situazione di profonda instabilità ancora esistente non solo in Libia, ma anche in Yemen (dove Al Qaeda potrebbe trovare terreno fertile), in Siria (con tutto ciò che ne deriva negli equilibri di un'area delicatissima vista la vicinanza di Israele) ed infine in Iran, "che con il mondo arabo c'entra poco, visto che la popolazione è persiana - spiega Biloslavo -, ma che sta vivendo un profondo contrasto all'interno del regime di cui è difficile prevedere gli esiti futuri".
In una situazione di grande instabilità ci sono però, come ha evidenziato nel suo intervento il professor Matteo Legrenzi, anche grandi potenzialità dal punto di vista industriale e commerciale. "In Tunisia ad esempio, che ha avuto una transizione abbastanza incruenta - ha spiegato rispondendo ad una sollecitazione del direttore del Giornale di Vicenza Gervasutti - . Ora questo Paese può rappresentare un punto di riferimento per ricominciare a fare affari nell'area. Ovviamente vale il detto "chi prima arriva meglio alloggia"."
E poi in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti, che hanno "pompato" grandi risorse in stipendi e sussidi proprio per mantenere calma la situazione sul fronte interno. "Si tratta di Paesi in forte espansione - è stata l'analisi di Legrenzi supportata da molti dati - che cresceranno a ritmi sostenuti anche nei prossimi dieci anni. E soprattutto sono Paesi che, pur con un'economia fondata sul petrolio, hanno risparmiato molto accumulando ingenti riserve di denaro che alimenteranno la spesa futura". Fare affari qui, dunque, è un'opportunità, puntando soprattutto su prodotti che rispondano alla ricerca di "sofisticatezza" delle classi più agiate (un bacino di oltre 30milioni di persone). Senza contare che questa immensa disponibilità finanziaria si dispiega anche attraverso acquisizioni di marchi in Europa con Fondi Sovrani e Private Equity.
Dunque nella polveriera Nord Africa e Medio Oriente, ci sono oasi di sviluppo consistenti e per questo il professor Legrenzi ha voluto dare un segnale di fiducia: "Anche in questa situazione, le imprese devono saper cogliere le opportunità esistenti nell'area e muoversi con fiducia".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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