Non dividiamoci sulle uova: nel mirino dei giovani di Sel anche i media conservatori locali
Lunedi 21 Novembre 2011 alle 17:42 | 1 commenti
Riceviamo da Niccolò Della Lucilla, responsabile Politiche Giovanili di Sinistra Ecologia Libertà del Veneto, e pubblichiamo.
In questi giorni, come alcuni avranno notato, vi è stato un dibattito tra le formazioni studentesche e giovanili attorno alla manifestazione di giovedì scorso indetta dalla Rete degli Studenti Indignati.
In tale sede, un corposo corteo degli studenti composto da tutte le sigle studentesche, ha sfilato pacificamente e dignitosamente per le strade della città .
Le ragioni della protesta sono ormai nell'ambito del notorio: una umiliante precarietà generazionale, un crollo qualitativo dell'istruzione pubblica, un aumento esponenziale delle tasse universitarie e delle tariffe del trasporto pubblico. Tutti questi problemi sociali derivano, da un lato, dalla perniciosa politica economica e sociale del defunto(?) Governo Berlusconi, dall'altro da una crisi economica globale innestata dallo sciacallaggio speculativo del sistema bancario a matrice finanziaria. In tutto ciò, nel mondo è nato il movimento dell'Indignazione, che ha acquistato una certa notorietà internazionale, anche con una rivoluzione dei metodi di protesta collettiva classica, utilizzando strumenti "non ortodossi" ed ecclatanti ma mantenendo quasi sempre integro il principio della non-violenza. E'chiaro comunque che la gravità della situazione abbia creato una rabbia, un'indignazione appunto, mai vista negli ultimi decenni. La forza della simbologia della protesta ha acquistato una dimensione nuova, aumentando di intensità non necessariamente violenta.
Il lancio di uova contro i simboli delle istituzioni bancarie e finanziarie è certamente un atto di protesta simbolica "forte", per alcuni legittimamente non condivisibile, ma di certo non è un modalità d'espressione contraria ai principi della non-violenza. Le proteste degli operai in cassa d'integrazione che occupano illegalmente i binari del treno e le tangenziali, i flash-mob in mutande, il campeggio abusivo in strada e le mille altre forme della protesta contro questa crisi dovrebbero essere considerate delle forme di violenza, o peggio, dei reati, o sono l'espressione di un malessere profondo radicato nella società ?
Non dovrebbe stupire quindi che i media conservatori locali abbiano tentato di oscurare le ragioni del corteo di giovedì; è sempre stato così, è una questione politica. Dispiace però vedere una divisione in seno al movimento giovanile e studentesco proprio su una questione come questa. Di fronte ad una crisi generazionale talmente profonda, è quanto mai necessario che i movimenti studenteschi e giovanili mantengano una unità d'azione sostanziale, accettando reciprocamente le proprie diversità interne nelle modalità di protesta formali. Non è produttivo aprire divisioni sul grado di moderazione o radicalità presente nelle diverse anime del movimento studentesco. Mantenendo sempre costante il principio della non-violenza, è quanto mai opportuno comprendere e accettare le differenze reciproche, isolare le componenti facinorose e marciare uniti per una società più giusta e equa.
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