Non chiamatele Moschee
Giovedi 6 Gennaio 2011 alle 22:31 | 0 commenti
I centri culturali musulmani a Schio adesso sono due. Dopo quello di via Venezia, eccone un altro in zona industriale (VicenzaPiù n. 204). Nessun problema di convivenza con residenti e commercianti.
Benvenuti a Schio, dove l'integrazione religiosa e culturale non è mai stata un problema. Nel quartiere di S.Croce da parecchi anni infatti c'è uno dei più importanti centri di preghiera dei Testimoni di Geova, la nutrita comunità rumena ha la sua messa ortodossa e quella ancora più numerosa dei musulmani (circa 1.500 immigrati tra marocchini, egiziani, algerini, tunisini, senegalesi, macedoni e bengalesi) da qualche settimana ha addirittura due moschee per celebrare il proprio culto.
"Per la verità preferiamo chiamarle Centri Culturali- precisa Frimane Abderrazak, Imam di quella di Via Venezia, in pieno centro storico, inaugurata nel 1997- Le vere Moschee in Italia sono solo tre, mentre questi sono solo luoghi dove potersi raccogliere ed ascoltare la lettura del Corano. I nostri fedeli vengono liberamente a pregare cinque volte al giorno, ma le porte sono sempre aperte per tutti, anche a non musulmani". Una presenza, quella di Via Venezia, che in tredici anni non ha mai preoccupato nessuno, tanto che i residenti parlano pressoché all'unisono di "corretto vicinato". Il via vai è continuo, a partire dalle sei di mattina, ma il capiente parcheggio da 200 posti allestito dall'Amministrazione Comunale proprio di fronte alla moschea, pardòn centro culturale, azzera ogni possibile disagio legato al traffico. "I musulmani che vengono qui sono molto cordiali, ci sono anche molti bambini, educatissimi- spiega Wilma Perini- Capita di sentire dalle nostre finestre le litanìe o i canti, ma non ci dà alcun fastidio, anzi se tutte le moschee fossero così credo che nessuno guarderebbe con sospetto chi le frequenta". Un comportamento voluto proprio dall'Imam, per facilitare l'integrazione: "Ospitiamo scambi culturali e confronti con tutte le religioni, ovviamente i contatti più importanti sono col mondo cattolico. Qui non si fa certamente apologia del terrorismo". Un percorso simile è stato scelto anche dall'Associazione "Amal" che ha allestito recentemente un altro grosso centro di preghiera in zona industriale, soprattutto per venire incontro alle necessità di preghiera dei tanti operai e lavoratori immigrati del circondario di Schio. "Per molti di noi era sempre più difficile trovare il tempo di andare in centro per pregare, nelle brevi pause pranzo o prima di rientrare a casa- sottolinea Belhassan Driss- Qui siamo più comodi. Inoltre c'era bisogno di un altro spazio per le iniziative dei nostri fedeli, sempre più numerosi. Abbiamo tra noi anche qualche scledense convertito, perfino una donna". Oltre alle funzioni, in Via Veneto c'è una scuola coranica e di lingua araba per bambini, curata dallo stesso Imam. I primi di dicembre, alla tradizionale "festa del sacrificio dell'agnello" (la più importante ricorrenza musulmana dopo il Ramadan), erano oltre trecento i fedeli arrivati da Marano, Thiene, Zanè ed altri paesi limitrofi. Anche qui nessun problema coi residenti (pochi, per la verità ) e con i commercianti della zona. "Non ci sentiamo penalizzati, né danneggiati- rassicura uno di loro- Anzi i musulmani vengono a consumare nei nostri bar per cui anzi il giro d'affari è aumentato grazie alla loro presenza. Qualche collega ha storto il naso, magari perché prevenuto, però non credo possa lamentarsi di come si comportano. Magari qualche nostro connazionale facesse lo stesso".
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