Non andrò ai gazebo delle primarie del PD, ma anche sì...
Domenica 30 Aprile 2017 alle 11:04 | 0 commenti
Arrivano le primissime "sensazioni" sull'affluenza ai seggi delle "primarie" del Pd e la foto, inviataci dall'attivissimo Giovanni Rolando insieme al suo augurio che oggi sia una giornata di vera democrazia, ritrae i seggio Vicenza Centro all'Auditorum Levà degli Angeli in cui alle 10.47 avevano votato in 176 e dove si fermano anche dei ciclisti per "punzonare" la loro scelta, più facile per uno dei tre candidati nazionali, molto fumosa per i due, quasi, ignoti candidati alla segreteria regionale. Arrivano le sensazioni ma io "ancora" rifletto se partecipare o meno a quello che è un momento di democrazia, sì, ma molto imperfetta perchè consente di pesare nella scelta del leader di un partito, che poi si candiderà alle politiche come premier del Paese, anche a chi è di area avversa.
Questo fatto consente al prezzo di soli 2 euro a chi non è, da tempo ragionevole e non dal giorno prima del voto, tesserato al PD (l'unico soggetto che per me sarebbe legittimato a votare il suo leader per proporlo democraticamente e dialetticamente a chi non è iscritto o, addirittura, a chi è avversario politico) ogni tipo di manipolazione.
Di fatto, con brogli veri e broglietti da televoto pilotato, e ideologica, con questo ragionamento non proprio infrequenta: "non voglio il Pd al governo e allora scelgo il leader che più può farlo perdere o quello che più si avvicina al mio pensare da anti dem..."
Allora rifletto, ma mi sa che alla fine prevarrà la voglia di dire, comunque, la mia, visto che a quell'area non ero avverso anche se ultimamente sempre meno mi convince col suo essere omologata a quella storicamente antitetica del centro destra, lasciando via libera a quella pentastellata, l'unica che si propone come la vera alternativa, per quanto sgangherata appaia. Ma mentre rifletto, nella vostra possibile e comprensibile indifferenza alle mie riflessioni, vi propongo anche un'opinione che fa da contraltare al "credo" partecipativo di Giovanni Rolando, quella di Italo Francesco Baldo, molto chiara, e perciò stesso, intellettualmente onesta fin dal suo titolo.
Non andrò ai gazebo delle primarie del PD
di Italo Francesco Baldo
Non appartengo alla parte che oggi va ad esprimere la propria preferenza per il segretario del Partito Democratico, anche se essa è aperta a tutti i cittadini, quindi non voterò per nessuno dei contendenti; le ragioni sono molto semplici.
Il candidato, oggi Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano che non si è mai accorto di quello che accadeva nella sua regione per i lavoratori stranieri che vivono in baracche e sono preda letteralmente del caporalato non può certo presentarsi come colui che possa guidare un partito che intende governare l'Italia.
Il secondo candidato, l'attuale ministro della Giustizia , Andrea Orlando proprio in questi giorni non ha fatto certo bella figura nell'indicare la necessità di indagini approfondite su alcune Organizzazioni, le ONG, che più che salvare i profughi hanno in mente di incassare denaro. Questa voce che da tempo circola abbisogna di analisi e soprattutto di chiarezza. Inoltre non è certo un politico che abbia espresso una linea politica precisa se non il ricordo del passato della sinistra che non si è molto resa conto che il mondo, anche della produzione, non è quello ottocentesco e che nuovi orizzonti si debbono aprire. Infine l'ultimo candidato Matteo Renzi, che aveva pur dichiarato di abbandonare la politica se perdente nel Referendum. Invece di ritirarsi come fece Cincinnato e semmai aspettare di essere richiamato, si è dato tanto da fare per presentarsi nuovamente con il gioco tipico dei politici di carriera che mai intendono lasciare i seggi e/o poltrone conquistati e s'adoperano e s'affannano per conservarli.
E' proprio vero che che raggiunge il potere diviene un conservatore, non, purtroppo nel senso inglese, ma in quello di voler esserci sempre e comunque anche a costo, come qualche carrierista, di passare dall'uno all'altro seggio, temendo solo che qualcuno glielo possa... corrodere.
Purtroppo non si è avuto modo di cogliere quale sia la vera prospettiva politica generale, si sono vistoi solo candidati per sé e per il proprio gruppo. Con ciò è ben dichiarato il fallimento di queste primarie, dove più che l'esito, che sembra scontato, si teme la partecipazione scarsa con la colpa, naturalmente, attribuita ai militanti, non alla pochezza delle proposte che il trio in lizza fornisce per il Paese per uscire dalla secche in cui una politica, dedita solo all'interesse di partito, quando va bene, l'ha portato.
Ci vuole ben altro che le primarie, forse anche uscire dalle strettoie dell'intellettualismo e andare veramente tra la gente per conoscerla e avere il coraggio di fare una nuova proposta, quella che vede il cittadino protagonista del "dare" al bene comune dello Stato e non ridotto ad accattone che chiede sempre al politico qualcosa che lui elargisce a seconda del voto e sempre con gran tromba estetizzante almeno una volta alla settimana.
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