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Nomade salva donna finita con la sua Jeep nel Bacchiglione all'Albera: a seguire video esclusivo

Di Federico Pampanin Giovedi 2 Gennaio 2014 alle 18:14 | 5 commenti

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Verso le 15.30 una Jeep Crt  guidata da una donna, per cause ancora da accertare, ha sfondato la ringhiera del ponte sul Bacchiglione all'altezza della rotatoria dell'Albera ed è finita dopo un volo di 8 metri nelle acque del fiume. Per grande fortuna un nomade del campo adiacente si è tuffato ed ha estratto la donna che se l'è cavata con qualche botta e tanto spavento.

La conferma dai Vigili del Fuoco, immediatamente intervenuti per le operazioni di soccorso, con un mezzo anfibio e una grossa gru che dalla strada verso le 17 ha agganciato e sollevato il mezzo inghiottito dall'acqua ancora con i fari accesi (a seguire video esclusivo di VicenzaPiùTv).

Assieme a loro i Vigili Urbani hanno veicolato il traffico che ha subito solo rallentamenti e hanno tenuto s istanza la grande folla di curiosi accalcata tra i due argini e sulla parte sicura del ponte.

 

Comune di Vicenza - Una donna italiana di 37 anni, alla guida di un fuoristrada Jeep Cherokee lungo viale Diaz, è finita nel fiume Bacchiglione. Erano le 15.15 quando la donna, residente a Villaverla, provenendo dalla rotatoria dell'Albera e guidando in direzione di viale Dal Verme, ha perso il controllo del veicolo ed è finita contro la ringhiera metallica di protezione sul lato nord del ponte di viale Diaz, sfondandola per una lunghezza di circa 8-9 metri.
Con un volo di 5-6 metri è quindi finita nel fiume, dove, in tempo utile per essere tratta in salvo, è stata raggiunta a nuoto da Sedrik Dori di 23 anni, del vicino campo nomadi, che aveva casualmente assistito all'incidente. Il giovane ha infatti raggiunto l'argine e si è buttato in acqua per soccorrere la donna. I due sono stati raggiunti nel frattempo dai vigili del fuoco e poi trasportati in ambulanza all'ospedale per accertamenti.
Il fuoristrada, inabissato, è stato recuperato con una gru dai vigili del fuoco. Il traffico ha comunque continuato a rimanere scorrevole in entrambe le direzioni di marcia grazie all'intervento della polizia locale. Per questioni di sicurezza, infine, il tratto di marciapiede corrispondente all'abbattimento della recinzione, rimarrà precluso alla circolazione dei pedoni fino al ripristino.

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Commenti

Inviato Giovedi 2 Gennaio 2014 alle 20:20

finalmente una notizia positiva sui nomadi , il giovane coraggioso ha salvato sicuramente la donna .
Inviato Venerdi 3 Gennaio 2014 alle 09:37

Insomma il buon Andrein ha scritto per niente, se anche i suoi colleghi insistono con i luoghi comuni sui Sinti! Ancora una volta si etichetta con l'aggettivo "nomade" un ragazzo nato a Vicenza e residente dalla nascita nella nostra città. Per il resto, Sedrik è solo da ammirare.
Inviato Sabato 4 Gennaio 2014 alle 10:11

Detto che siamo stati i primi a dare la notizia (ben prima di ogni altro organo) e col solito rispetto per l'informazione ma dando importanza al fatto che a compiere un bel gesto era stato "un nomade del campo adiacente", non è né offensivo né falso usare il termine nomade: Sedrik usciva dal campo nomadi in cui ha vissuto e quando abbiamo scritto noi, cioè subito (pubblicando un po' dopo solo per questioni tecniche) nessuno poteva sapere se vivenva ancora nel campo oppure no. Ma, a meno che tu, caro lettore, non associ la dizione "nomade" a datti negativi cosa c'è di male a definire nomade una persona (nota: persona!) che ha quel tipo di origine? Un vicentino che vi ve a Londra diventa inglese? Corretto, a cose note, è definire Sedrik "di origini nomadi" ma perché non guardiamo alla sostanza? Stavolta i diversi, nel senso peggiore, sono stati alcuni residenti, che a detta del "nomade" Sedrik non hanno avuto il suo coraggio nell'aiutare la donna che stava per affogare. Questo è anche il senso del titolo e della definizione di Sedrik, caro Francesco, e penso che sarai d'acordo visto ce siamo tra i pochi che rispettano tutti. Grazie della tua attenzione e del tu commento Il direttore
Inviato Domenica 5 Gennaio 2014 alle 12:53

Egregio Direttore, fermo restando il mio apprezzamento per quanto sta facendo nel campo dell?informazione locale, mi permetto di farLe presente che non sempre alle buone intenzioni corrispondono poi delle pratiche congruenti. La questione del linguaggio nella professionalità del giornalista non mi sembra di poco conto. Le parole sono, infatti, la materia prima con cui i fatti si descrivono e si interpretano. La Carta di Roma ? Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti ? che lei certo conoscerà, raccomanda di ?adottare termini giuridicamente appropriati sempre al fine di restituire al lettore ed all?utente la massima aderenza alla realtà dei fatti, evitando l?uso di termini impropri?. Ora, definire ?nomade? chi non lo è, costituisce l?esercizio di uno stereotipo che sottintende l?idea che i Sinti e i Rom siano di passaggio, con residenza precaria e priva di legame con l?esercizio della cittadinanza. Il nomadismo, per queste persone, non esiste ed è bene che ce lo ricordiamo: a meno che non si debbano considerare ?nomadi? anche tutti quelli che, per lavoro, debbano spostarsi di frequente dalla loro residenza: rappresentanti di commercio, onorevoli, musicisti e attori, militari in missione, insegnanti precari con famiglia fuori regione ecc. Le persone sinte e rom non sono di ?origine nomade?, a meno che non ci rifacciamo ad un?epoca storica in cui larga parte dell?umanità lo era. Perché seicento anni di presenza in Italia non danno il diritto a chiunque di essere ricondotto non ai costumi dei propri antenati ma al suo reale contesto di vita nel presente? Spero Le sia chiaro che le mie osservazioni hanno lo scopo di contribuire ad un'informazione più corretta e rispettosa di tutti i protagonisti. Cordiali saluti
Inviato Domenica 5 Gennaio 2014 alle 18:58

grazie
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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