Noi ci asteniamo, Il Comitato referendario per l'astensione cittadini 5 Stelle si dissocia
Giovedi 19 Ottobre 2017 alle 09:00 | 0 commenti
Il Comitato referendario per l'astensione cittadini 5S, organismo regionale formato da elettori, ed iscritti al Movimento 5 Stelle, il 22 Ottobre, scrive nella nota che pubblichiamo, non andrà a votare il referendum regionale per la cosiddetta autonomia del Veneto. E ormai evidente che lo stesso risultato del referendum consultivo si poteva raggiungere inviando una mail PEC al Governo centrale per istituire un tavolo, come appunto ha già fatto l'Emilia Romagna, quindi a costo zero.
Invece il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e quello della Lombardia Roberto Maroni hanno scelto di spendere circa 65 milioni di euro, cui 15,2 milioni per il solo Veneto, compresi i costi per pubblicizzare tale referendum, noi avremmo investito questi soldi nella sanità o nel sociale magari iniziando ad azzerare i super ticket per i disoccupati o i pensionati al minimo estendendo tale provvedimento ad altre fasce svantaggiate.
Per essere precisi riportiamo parte della sentenza della Corte costituzionale n. 118/2015 in cui la Corte afferma: "pertanto, nella sua genericità , esso appare "gravemente elusivo" della cautela ritenuta necessaria dalla giurisprudenza costituzionale" "in quanto la prospettazione all'elettorato di un imprecisato incremento dell'autonomia (...) evoca la prospettiva di riforme molto ampie, suscitando un'aspettativa che non tiene conto del vincolo costituzionale." Mentre "Secondo la difesa regionale, la consultazione prevista nella legge in questione non sarebbe altro che "un SONDAGGIO FORMALIZZATO". Crediamo che davanti a queste parole ogni cittadino potrà capire se vale la pena andare a votare o astenersi come noi faremo.
Ricordo che l'astensione è una libera scelta del cittadino, non una vigliaccata come l'hanno definita alcuni consiglieri regionali del M5S che appoggiano e fanno campagna per il SI senza averne condiviso la scelta con la base veneta. Chissà se astenendosi dalle votazioni delle leggi in Consiglio regionale si acquisisce tale magnifica definizione.
Siamo convinti che a partire dal 23 Ottobre ben poco cambierà in termini di autonomia, tema che a nostro avviso va discusso presso la Conferenza Stato Regioni condividendo una linea comune per tutte le Regioni italiane.
Di sicuro non cambierà nulla in merito al residuo fiscale, ovvero i soldi che Zaia e Maroni vorrebbero dal Governo in quanto costituzionalmente tale materia e di competenza dello Stato centrale.
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