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No Monti Day a Roma il 27: l'introduzione di Thibault alla serata vicentina con Cremaschi

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 24 Ottobre 2012 alle 00:18 | 0 commenti

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Luc Thibault, delegato RSU/USB (Unione Sindacale di Base) della Greta Alto Vicentino Ambiente di Schio, venerdì scorso era tra i relatori della serata a Vicenza per il No Monti Day a Roma il 27 con Emidia Papi del Nazionale USB, Giuliano Ezzelini Storti di Rifondazione comunista e di Giorgio Cremaschi della Rete 28 Aprile - FIOM/CGIL. Ci ha inviato il suo intervento che pubblichiamo.

Monti non ha ancora compiuto un anno di governo, essendo in carica dal 16 novembre, ma le cifre parlano chiaro: un assoluto disastro! Il Supplemento al Bollettino Statistico "Finanza pubblica, fabbisogno e debito" n. 52 del 15/10/2012, pubblicato dalla Banca d'Italia, evidenzia chiaramente le cifre del disastro.

Nel 2008 il debito pubblico italiano era il 106,1% del PIL; nel 2009 sale al 116,4%; nel 2010 arriva al 119,2%, nel 2011 supera il 120%, arrivando al 120,7%; nel 2012 sarà sicuramente superiore al 125%, massimo assoluto dal 1970. Secondo calcoli pessimistici potrebbe arrivare perfino al 130% o ad una cifra molto vicina: se il debito negli ultimi 4 mesi dell'anno dovesse crescere di altri 25 miliardi e quindi arrivare in prossimità dei 2.000 miliardi e se si dovesse confermare una riduzione del PIL del 2,6%; in questo caso l'Italia si ritroverebbe un debito vicino al 130%. Il presidente del consiglio Monti recentemente ha dichiarato che la "ripresa c'è ma non si vede", arrivando ad affermazioni mistiche come "la ripresa è dentro di noi", dopo che in soli dieci mesi di governo ha portato avanti la più dura controriforma sulle pensioni, abolito l'articolo 18, saccheggiato le tasche dei lavoratori con Iva, aumento dell'inflazione e tasse, per un totale di oltre 250 miliardi di maggiori introiti.
Noi preferiamo parlare di ripresa ... per il culo! Scusate la parolaccia. Perché la realtà racconta un'altra storia! Il fiscal compact 55 miliardi ogni anno per 20 anni. Le banche hanno avuto aiuti pari al 37% del PIL di tutta l'europa. Sono 180mila lavoratori a rischio di cui oltre 30mila solo nell'industria. Una crisi devastante che deve ancora dispiegarsi in tutta la sua drammaticità e di cui le recenti vertenze del Carbosulcis e Alcoa ci dicono quale sarà la musica dei prossimi mesi:
calo verticale dei consumi: 3,3% stimato per il 2012. disoccupazione alle stelle: 10,7% (quasi tre milioni di disoccupati), vittime in particolare i giovani (un terzo è senza lavoro); cassa integrazione in aumento del 10% rispetto al 2011 (già anno record con oltre un miliardo di ore di Cig); tre milioni di precari, espulsione dal settore pubblico di centinaia di migliaia di lavoratori nei prossimi anni, si parla di più di 300.000 nel pubico impiego, tagli indiscriminati a tutti i servizi sociali a partire dalla sanità. Solo nel Veneto tagli per 400 milioni! Ma il governo comprerà 90 F-35 al costo di 127,3 milioni di dollari (99 milioni di euro) nella versione A, che saranno acquistati già dall'anno prossimo, e di 137.1 milioni di dollari (106,7 milioni di euro) per la versione B. Fatte i conti! Ma ci sono o non ci sono questi soldi, caro Monti?
All'inizio del 2010 il governo e i soliti esperti di economia ci spiegavano che il peggio era passato. Vi ricordate, Berlusconi, LA CRISI E' FINITA!
Non solo non è passato, ma siamo agli stessi livelli del 2009 (anno in cui la crisi raggiunse il suo apice), e anche il 2013 sarà un anno di recessione in Italia e non solo. Pensiamo alla Spagna con un tasso di 25% di disoccupati, pensiamo alla, Grecia, queste realtà ci devono fare pensare, non per demoralizzarsi, ma per reagire.
Davanti a tale prospettiva è impressionante l'inconsistenza delle proposte dei sindacati. Pero, per noi, nessuno stupore! E' ancora fresco, compagni, il ricordo della resa ingloriosa di questa primavera sull'articolo 18, con lo "sciopero generale fantasma" rimandato per mesi e poi revocato nel modo più pietoso. Susanna Camusso si prodiga a produrre insistenti quanto inutili appelli al governo per avere un fantomatico piano straordinario per l'occupazione, chiedendo quattro soldi detassando le prossime tredicesime dei lavoratori 
e proponendo per la milionesima volta l'immancabile lotta all'evasione fiscale, la patrimoniale, la tassazione della speculazione finanziaria e tante altre belle cose.
Lo chiede allo stesso governo di cui il ministro per lo sviluppo economico Passera ha dichiarato l'altro ieri che sull'Alcoa non c'è nulla da fare, che ha sostenuto la politica devastante di Marchionne, che a Fincantieri porta avanti l'obiettivo di espellere dai cantieri 1.300 lavoratori più l'indotto. I vertici sindacali, al loro minimo storico per credibilità, producono solo parole che nessuno ascolta e fra chi in questi ultimi anni ha rappresentato in qualche modo un argine agli attacchi padronali, i metalmeccanici della Fiom, sono sempre più chiari i segnali di ripiegamento.
All'ultimo Comitato centrale della Fiom, il segretario Landini, davanti allo spettro di un nuovo contratto separato anziché serrare le fila e rilanciare la mobilitazione, ha proposto a padroni e a Fim e Uilm, un accordo per il lavoro. Cioè un accordo per tutto il 2013 dove, in attesa che la crisi venga superata, si incentivi la defiscalizzazione dei salari, si promuovano i contratti di solidarietà nelle aziende in crisi, si diano incentivi fiscali alle aziende che difendono l'occupazione e si utilizzino i soldi dei fondi pensione non per la speculazione finanziaria ma per rilanciare l'industria (e questo è il colmo: i padroni chiudono le imprese e i lavoratori se le dovrebbero comprare...). Il tutto senza neanche proporre almeno la moratoria dei licenziamenti. Con queste proposte a vuoto Landini mette a nudo le difficoltà della Fiom dovute all'assoluta mancanza di una strategia di lotta che possa fronteggiare Federmeccanica. In assenza di ciò, non si capisce perché i padroni dovrebbero sprecarsi a rispondere.
Compagni! Per loro, la crisi rappresenta una grande occasione per comprimere ulteriormente salari e condizioni di lavoro, tanto è vero che hanno da tempo dichiarato di essere disposti a rinnovare il contratto solo alle loro condizioni: abolizione degli aumenti minimi per tutti, abolizione del pagamento dei primi tre giorni di malattia, aumento dell'orario di lavoro a parità di salario, con 250 ore di straordinario non contrattabile che porterebbero l'orario di fatto a 45 ore settimanali. Adesso nei contratto cominciare ad apparire il pagamento di una mutua privata, che se tutta va bene sarà gestita come nei fondi pensione, dei sindacati! Questo è una vergogna!
Compagni! Serve lo sciopero generale! Ma non per le "minchiate" elettorale! Non per il continuo magna magna, de chi sta approfittando della crisi sulle nostre spalle, ma per ridisegnare i rapporti di forza nelle aziende con un necessario programma e una strategia di lotta adeguati.
Lo diciamo subito e senza equivoco! Le campagne referendarie proposte (articolo 18, articolo 8 dell'ultima manovra di Berlusconi) possono aiutare a creare un'informazione e un terreno ausiliario attorno al conflitto nei luoghi di lavoro, ma non possono aggirare il nodo essenziale:
costruire nei luoghi di lavoro un percorso credibile, con piattaforme forti, discusse e condivise dai lavoratori, per iniziare a mutare i rapporti di forza nelle aziende, ma non solo, in tutta la società.
Proponiamo il ritorno alle riunione inter-categoriale come si faceva ancora 20 anni fa, riunioni aperte a a tutte e a tutti, al di la della sigla sindacale o della categoria, aperta ai disoccupati, che sono dei lavoratori usciti malgrado loro del ciclo produttivo, ma che sono sempre dei lavoratori e questo è di un importanza fondamentale.
Bisogna cominciare a parlare di un programma che parli: di blocco dei licenziamenti, di riduzione d'orario a parità di salario, dei principali gruppi industriali travolti dalla crisi o dagli scandali come Alcoa, Ilva, Fincantieri e Fiat. (a proposito, sapete che l'Ilva ha partecipato per 95.000 euro alla campagna di Bersani?). di cominciare a parlare di cosa produciamo e como lo produciamo. (vedi l'ILVA!)
Su queste basi ha senso rilanciare la necessità di un vero sciopero generale che pieghi i padroni, perché i lavoratori non possono aspettare e soprattutto perché chi si candida a sostituire il governo Monti, porterà avanti le stesse identiche politiche, che questo sia chiaro a tutti
Il 27 settembre ci sarà la manifestazione a Roma, questa deve rappresentare l'inizio della mobilitazione autunnale dei lavoratori. Il nostro compito, come USB, e a tutti quelli che si riferiscono al sindacalismo conflituale e non delle sconfite, programmate e organizzate, deve essere quello di promuovere e sostenere tutte le futture.
E importante, discutere e coinvolgere i lavoratori, puntando all'estensione e alla radicalizzazione dei prossimi conflitti, rompendo con la pratica degli scioperi puramente dimostrativi, utili magari a promuovere la campagna elettorale del Partito democratico in vista delle elezioni politiche, ma non certo a difendere i nostri diritti e i nostri interessi!
Noi non siamo nella stessa barca dei padroni


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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