Niente buoni libro per gli immigrati? Si accende lo scontro: le posizioni di Donazzan, Vanin, Rizzotto, Ruzzante, Baldin, Bizzotto
Lunedi 15 Ottobre 2018 alle 15:08 | 0 commenti
L’assessore regionale all’istruzione e formazione Elena Donazzan spiega - in una nota della Regione - la richiesta, contenuta nelle ‘istruzioni per il richiedente’ sul bando per i buoni scuola inviate ai Comuni il 14 settembre scorso, di segnalare alla Regione se la certificazione Isee presentata dalle famiglie non comunitarie è corredata anche da dichiarazione di possesso di immobili o di redditi all'estero rilasciato dalle autorità del Paese di provenienza.
La legge regionale 7 febbraio 2018 n. 2 “Disposizioni in materia di documentazione amministrativa†all’art. 2 prevede, in caso di erogazione di contributi regionali e degli enti locali o di servizi e utilità economicamente valutabili, la presentazione di una dichiarazione sostitutiva della situazione personale familiare ai sensi dell’articolo 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa†e dell’articolo 2 del Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 “Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell’articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.
Si tratta di una norma di indirizzo con la quale il legislatore regionale ha inteso ribadire, con riferimento all’ordinamento regionale, quanto già stabilito dalla vigente normativa statale in materia di rapporti con la pubblica amministrazione, in ordine all’utilizzo degli istituti della autocertificazione di fatti, stati e qualità personali relativamente i soli cittadini non comunitari, appartenenti a Paesi che non hanno sottoscritto con lo Stato Italiano convenzioni internazionali in merito (in particolare la Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961), che consentano la presentazione delle dichiarazioni sostitutive previste dagli artt. 46 e 47 del D.P.R. 445/2000.
Con le istruzioni operative inviate un mese fa la Regione ha chiesto ai Comuni solo di confermare o meno (e non di ‘verificare’) di aver ricevuto dai richiedenti con cittadinanza non comunitaria il certificato o l’attestazione rilasciata dallo Stato estero di provenienza su eventuali redditi o patrimoni immobiliari o mobiliari, legalizzati dalle autorità consiliari italiane, così come previsto dalla normativa nazionale vigente.
“Il Veneto – sottolinea l’assessore - non si è inventato nessuna norma anti-immigrati, si limita ad applicare la legislazione nazionale in materia di erogazioni e contributi e chiede ai Comuni di rispettarla. Tutto qui. Esattamente quanto accade in molti altri stati comunitari fra cui Spagna, Germania e Gran Bretagnaâ€
“Nel caso del “Buono Libri†quindi non si è trattato di un’invenzione estemporanea più semplicemente dell’applicazione in ambito regionale del Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, tuttora vigente, approvato Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri Massimo D’Alemaâ€.
“Mi chiedo tuttavia, prosegue l’assessore – se un emigrato italiano in un paese extra Ue, intenzionato a domandare l’erogazione di una prestazione sociale, trovasse difficoltà a ottenere la documentazione dal consolato o dall’ambasciata, contro chi dovrebbe protestare? Contro la diplomazia italiana o contro l’amministrazione del paese che lo ospita? Non sarà che si sta riproducendo il solito paradigma? Se la norma è varata da un ‘civile’ governo di centrosinistra è sacrosanta, se la applica un governo di centrodestra è ‘discriminatoria’ e ‘anticostituzionale’? E ancora: ci possiamo basare sull’autocertificazione per valutare l’effettivo stato di bisogno di centinaia di migliaia di residenti veneti di origine extracomunitaria? E come effettuare controlli fuori dai confini nazionali ed europei?â€.
“In ogni caso, nessun aggravio per i Comuni – conclude l’assessore - Spetta ora alla Regione verificare la corretta compilazione delle domande di contributo e della documentazione sulla situazione patrimoniale dei richiedentiâ€.
Il Movimento 5 Stelle condanna con fermezza le politiche scolastiche della Regione Veneto, che per mezzo dell’assessore Donazzan Elena Donazzan sta mettendo a rischio il diritto allo studio e all’istruzione di un gran numero di scolari e studenti. “Togliere il bonus libri ai bambini della scuola dell'obbligo è l'ennesimo attacco della Donazzan al diritto all'istruzione. - avverte Vanin - Un diritto che, lo ricordo perché mi sembra che qualcuno qui se ne dimentichi spesso, è sancito dalla Costituzioneâ€.
La senatrice mette nel mirino la circolare inviata alle scuole venete, che prevede la presenza di un documento dei Paesi d’origine delle famiglie degli scolari che attesti le proprietà negli Stati di origine: un documento spesso impossibile da ottenere. “E – ricorda Vanin – una discriminazione paleseâ€.
“La Donazzan è nota per la sua visione, tanto personale quanto particolare, dei diritti all’istruzione e alla formazione – attacca la senatrice M5S - ed è l'artefice della chiusura dei centri di formazione pubblica che esistevano sin dagli anni ‘70 in tutto il Veneto. Con queste azioni politiche tutta la formazione è affidata ai privati. Enti e agenzie che, come tutti sanno perché molti processi lo hanno dimostrato, a volte speculano sui finanziamenti, sui corsi di formazione, sugli stipendi degli insegnanti, sui finanziamenti e la loro disinvolta gestioneâ€.
“E ora, oltre ai libri, addirittura fanno pagare i materiali agli studenti, che certamente non provengono da famiglie facoltose – è il commento dell’esponente del Movimento 5 Stelle - dopo Lodi il caso esplode anche in Veneto, che con circolari e delibere rende questa terra inospitale. Accogliere e integrare è un dovere e una responsabilità della politica, e la scuola è l'unico mezzo ed il più importante per difendere i diritti dei più deboli e dei più piccoliâ€.
“Non ci si giustifichi paventando equilibri di bilancio – ribadisce infine Vanin - investire sui libri di scuola è un segno di civiltà e la scuola deve essere difesa da tutti. Il Movimento 5 Stelle si dissocia e condanna le politiche della Donazzan, il diritto allo studio non si toccaâ€.
“Il primo a discriminare è il Partito Democratico veneto, che vorrebbe gli italiani sobbarcati di autorizzazioni e documenti, e gli stranieri di eccezioni e proroghe. Noi sosteniamo che se una Legge c’è, la devono rispettare tuttiâ€. Sono le affermazioni, affidate a una nota, della Capogruppo in Consiglio regionale del Veneto Silvia Rizzotto (Zaia Presidente) che aggiunge: “Dopo aver letto le dichiarazioni dei colleghi del Partito Democratico, mi viene il sospetto che il PD veneto, non trovando gran sostegno dai Veneti, punti sempre più a diventare il sindacato degli extracomunitari. Faccio però notare che la Legge Regionale prevede soltanto di integrare la domanda nei casi di contributi a carico della Regione con una dichiarazione sostitutiva ai sensi di una legge nazionale, ovvero il DPR 445/2000. Non riesco a capire perché, secondo il PD veneto, un cittadino italiano dovrebbe essere tenuto a dichiarare i propri redditi e le proprie proprietà , e uno straniero, no. Perfino la Regione Toscana, un tempo ‘rossa’, chiede già dal 1996, per l'assegnazione di alloggi popolari, la verifica sulla proprietà di immobili ubicati anche all'esteroâ€. “Il Partito Democratico ora accusa di problemi burocratici, quando la Legge Regionale è stata approvata dal Consiglio Regionale il 30 Gennaio scorso. Dove erano in questi mesi? All’ANCI Veneto rammento - conclude Rizzotto - che la Delibera di Giunta che disciplina il ‘buono-libri’ risale a luglio e che la Regione ha inviato ai Comuni già un mese fa le istruzioni operative su come dare applicazioni del bando. Lo sa questo l'ANCI regionale?â€.Â
«Pare che la Giunta Zaia abbia fatto di tutto per escludere i cittadini non comunitari dall'accesso ai contributi regionali per il buono-libri. Gli è stato richiesto di produrre una serie di documenti e certificazioni aggiuntive, in certi casi molto complicati da ottenere. È la prima volta che accade e si tratta di un fatto molto grave poiché per tutti i cittadini del mondo dovrebbe essere sufficiente presentare un’autocertificazione, trattandosi di contributi cui si ha diritto di accedere tramite la presentazione della sola dichiarazione Isee». Così il consigliere regionale Piero Ruzzante (Liberi e Uguali), che oggi ha depositato un’interrogazione a risposta scritta chiedendo alla Giunta Zaia di prorogare i termini del bando o prevederne la riapertura. Ruzzante chiede anche di fornire ai Comuni ed ai cittadini gli opportuni chiarimenti interpretativi, auspica inoltre un intervento legislativo a livello regionale volto ad evitare che si verifichino altri casi simili. «In parole povere, solo il nazismo e il fascismo avevano fatto delle norme diversificate per gli ebrei e gli stranieri, si chiamavano leggi razziali. Se l’autocertificazione è valida deve essere valida per tutti gli esseri umani, che in questo caso oltretutto sono bambini titolari di diritti».
«Stiamo parlando di certificati da richiedere in Paesi dove ci sono condizioni di guerra: ci potrebbero volere mesi ad ottenerli e potrebbero costare anche centinaia di euro, a fronte di un contributo che potrebbe avere un valore più o meno analogo. È l'effetto della scorretta applicazione di una norma approvata nel febbraio scorso dalla maggioranza di Centrodestra in Consiglio regionale - ricorda l’esponente di Liberi e Uguali, già relatore di minoranza del progetto di legge -, della quale avevo sottolineato gli aspetti altamente problematici che puntualmente si sono verificati».Â
«L’obiettivo di questa legge – aveva detto Ruzzante durante la discussione in aula – non è fare una buona legge, ma è affermare una cosa in termini di principio, dato che la normativa nazionale consente a chiunque di presentare l’autocertificazione per le prestazioni sociali richieste in virtù dell’Isee. Mettiamo caso che un’amministrazione pubblica rifiuti una domanda di un cittadino straniero dicendogli “no, mi devi portare ed esibire le carteâ€, cinque secondi dopo qualsiasi sindacato potrà fare ricorso e lo vincerà ». Il riferimento all’art. 10 del d.P.C.M. n. 159 del 2013 che consente a ciascun ipotetico beneficiario, senza che sia effettuata alcuna distinzione in merito alla nazionalità , di presentare una dichiarazione sostitutiva unica in relazione alla quale non valgono le limitazioni previste dall’art. 3 del d.P.R. n. 445 del 2000, essendo tale istituto governato dalla propria normativa specifica.
“Il diritto allo studio non si toccaâ€. Ad ribadirlo è la Consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle Erika Baldin che, tramite una nota, interviene “bocciando la linea inaugurata dall’Assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan, sull’Isee delle famiglie di chi studia in Veneto. In sostanza - spiega l’esponente pentastellata - l’assessore impone, per l’accesso al Buono Libri, che le famiglie straniere dimostrino di non avere proprietà nei Paesi d’origine. Questo può essere molto difficoltoso e porta a gravi disuguaglianze fra i giovani che studiano in Venetoâ€.
“Non si possono toccare diritti costituzionali come quello allo studio e all’istruzione - ricorda la Consigliera - ancora una volta questa Regione dimostra di essere più interessata al ritorno politico delle sparate che puntualmente arrivano dalla giunta piuttosto che al bene dei cittadini.
“Ricordo inoltre - continua Baldin - che la stessa Costituzione parla anche di doveri inderogabili alla solidarietà politica, economica e sociale. E la Donazzan non trova di meglio che andare a colpire gli studenti che frequentano le nostre classi, dimenticando che la scuola è uno dei principali veicoli di integrazione. Probabilmente a chi governa questa Regione fa comodo che l’integrazione non avvenga, in modo da avere sempre qualcuno da incolpare e colpire al momento opportunoâ€.Â
“I veri razzisti contro i cittadini italiani sono gli esponenti del PD e della sinistra che gridano allo scandalo per una norma di buon senso e intelligenza che è in uso anche in altri Paesi Europei come la Gran Bretagna e la Germania. Alla deputata del PD Alessia Rotta che parla di foga razzista, viene da rispondere che nel PD l’unica foga è quella dell’ignoranzaâ€. Lo dichiara l’europarlamentare veneta Mara Bizzotto, capogruppo della Lega al Parlamento Europeoâ€.
“Per noi vengono prima i nostri cittadini, a cui lo Stato guarda solitamente anche il pelo nell’uovo, non gli immigrati! Non c’è niente di scandaloso nel chiedere agli immigrati che vogliono aver accesso ai buoni libri di presentare una serie di documentazioni che certifichino il loro reale stato patrimoniale nel Paese d’origine – spiega l’eurodeputata Bizzotto - Invece al PD e alla sinistra falsa buonista, alla ricerca disperata di nuovi serbatoi di voti, stanno più a cuore gli immigrati extracomunitari che gli italiani.â€Â
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