L'ultima intervista a Donà prima dell'arresto in Ftv. Macchia è prudente, D'Angelo è umano
Giovedi 13 Dicembre 2012 alle 20:01 | 0 commenti
Marco Milioni su LaSberla.net il 7 ottobre 2011 era stato l'unico ad accendere i fari sui rapporti della Ftv con la veronese Nicolini Gestioni srl che come affidataria di vari servizi di pulizia e biglietteria aveva ingenerato un "malessere", di cui si era avuto sentore proprio in relazione a quell'appalto. Tranne VicenzaPiù nessuna testata locale aveva ripreso nè rilanciato, anche dopo i chiarimenti dati da Valter Baruchello, quegli spunti che richiedevano approfondimenti.
Tutto questo fino ai primi fatti clamorosi che avevano portato in aprile alle dimissioni dell'amministratore unico di Ftv e che oggi sono precipitati fino all'arresto spettacolare di quest'ultimo a casa sua, e di Antonio Donà , dirigente chiave dell'azienda, portato via in manette dalla sua scrivania rimasta coperta dalle sue carte e davanti ai dipendenti dagli agenti della squadra mobile di Vicenza, ci informano preoccupati gli ambienti sindacali, mentre i colleghi di Verona eseguivano l'ordine di custodia cautelare firmato dal Gip Guido Taramelli, che ha accolto la richiesta del magistrato titolare dell'indagine nei confronti loro e di Diego Nicolini, amministratore della «Gestioni Nicolini srl», e della sua segretaria, Marisa Bonato, legale rappresentante della Sipp, una cooperativa alla quale la Nicolini srl ha affidato alcuni subappalti.
I reati contestati, come riporta il sito di Telenuovo per il Tg Verona,  sono «turbativa d'asta e corruzione, e per Nicolini e la signora Bonato si ipotizzano anche la frode nelle pubbliche forniture (poiché avrebbero danneggiato aziende concorrenti) e la bancarotta fraudolenta, legata alla Sipp, società posta in amministrazione controllata e poi fallita».
La vicenda ha tanti risvolti, umani e aziendali oltre che legali. Solo pochi giorni fa proprio chi scrive era da Antonio Donà a farsi "spiegare" le diverse situazioni di Aim Mobilità e di Ftv col dirigente orgoglioso come sempre della «tradizionalmente più complessa ma migliore gestione dell'azienda provinciale in termini di costi di gestione premiata dalla possibilità di fare nuove assunzioni. Anche se devo riconoscere che il contributo decisivo al piccolo ma significativo utile con cui penso che chiuderemo il bilancio lo ha dato l'amministratore Angelo Macchia che per il suo incarico non solo non percepisce alcunché ma si paga autonomamente anche le spese che sostiene per assolverlo».
Ma il volto di Donà , a rivederlo oggi, era tirato e mi aveva colpito un suo inciso, tra mille discorsi tecnici e organizzativi, non richiesto e perciò oggi più significativo: «Non so ancora se sono indagato o meno eppure mi sono recato più volte spontaneamente dal magistrato senza ottenere soddisfazione. Sono tranquillo ma oggi vorrei andare in convento, beati i frati ...» aveva sospirato a un certo punto, come segnato da una stanchezza e una preoccupazione, a cui gli avvenimenti di oggi danno forse una spiegazione.
Preoccupazione che non ha, non mostra o, giustamente, dissimula Angelo Macchia, l'amministratore unico subentrato a Valter Baruchello e direttore generale della provincia, che non si nega alla nostra telefonata e rilascia, dopo un colloquio sereno e responsabile, questa dichiarazione ufficiale: «Non entro nel merito della vicenda perché non ho elementi sufficienti per farlo. Formalmente non mi è stato comunicato nulla, quindi sarebbe inopportuno rilasciare commenti o giudizi. Quello che sin d'ora posso assicurare è che siamo a disposizione della magistratura, a cui garantiamo la massima collaborazione perché, nell'interesse di tutti, sia fatta chiarezza in tempi brevi. Ftv è un'azienda sana, con il bilancio in ordine, per cui in qualità di amministratore unico mi sento anche di garantire sia i dipendenti che gli utenti sulla continuità di un servizio che finora si è dimostrato efficiente».
Dichiarazioni queste che faranno piacere anche ai lavoratori per i quali si è fatto vivo Massimo D'Angelo da sempre impegnato con la Filt Cgil in prima linea nel settore della mobilità e che con noi si è lasciato andare a una lunga considerazione. La trascriviamo così come risulta dagli appunti, umana non solo verso i lavoratori ma anche verso chi oggi ai vertici di Ftv è accusato ma non condannato (parola di indagato, ndr): «I fatti che noi conosciamo ci sono stati riferiti anche dai lavoratori che questa mattina sono andati in azienda. Pensi che ieri noi eravamo lì che abbiamo fatto un accordo sui CQC sulla patente dei lavoratori, eravamo tutte le organizzazioni sindacali e poi ci siamo anche scambiati gli auguri, nessuno immaginava quello che è successo oggi. Stamattina a detta dei lavoratori, che erano presenti al fatto, sono venuti e lo hanno portato via, gli effetti personali glieli han fatti lasciare lì addirittura. Una brutta cosa, triste sicuramente. Ora contestualmente abbiamo saputo che anche Baruchello è stato arrestato».
Ma Massimo D'Angelo rivendica anche l'allarme dato: «la questione della ditta Nicolini l'avevamo in qualche modo aperta noi ed era inerente all'appalto dei bus. Aveva l'appalto dei bus, della biglietteria, tutta una serie di appalti per le pulizie. E non solo perché noi anche rispetto alla chiusura dell'ufficio informazioni stiamo gestendo una vertenza, avevamo anche scoperto che la cooperativa che aveva in gestione quel pezzo dell'informazione era in qualche modo collegata a Nicolini: anche se abbiamo fatto fatica a recuperare il presidente che non siamo riusciti ad incontrare mai».
Rispetto alle situazioni raccontate il sindacalista ci tiene a precisare, e ci sembra sincero, che «non c'è alcun accanimento, dal punto di vista personale quando succedono queste cose uno si dispiace. Diciamo che un decreto di custodia è sempre una cosa molto triste, per chi lo subisce è una storia triste».
Ma D'Angelo non può non ricordare le sue denunce spesso fatte a suo rischio e sostenute da solo, anche nel sindacato, come VicenzaPiù ha più volte raccontato in passato, e aggiunge: «I fatti tristi di oggi mettono in luce il malaffare negli appalti e, purtroppo, la carenza legislativa dei regolamenti di gara. C'è una carenza legislativa di controllo e, purtroppo, poi a pagare questa situazione sono i lavoratori coinvolti in appalti in cui spesso ci sono certe cooperative da cui sono malpagati, sottopagati. E poi, ahimè, a pagare ci sono anche i cittadini per questi appalti pubblici che gestiscono un bene pubblico. Questa è da sottolineare oggi perché, poi rispetto, alle vicende specifiche non possiamo entrare nel merito. Tocca alla magistratura andare avanti».
Il dirigente della Fil Cgil, alla domanda se ci fossero state già ripercussioni in azienda e se l'amministratore unico Macchia avesse preso contatti, risponde senza esitazioni: «No io non lo ho sentito, nel senso che sicuramente anche per lui e per il presidente della Provincia è stata, da quello che abbiamo percepito, una sorpresa. Loro sono in attesa di ulteriori chiarificazioni, credo, cioè tutti siamo in attesa che la situazione sia più chira nei suoi dettagli e nei suoi contorni. Per ora, sapendo solo qualcosa e tramite i giornali, non possiamo che manifestare stupore, da parte di tutti i lavoratori, che sono scossi e che, ripeto, pagano loro le conseguenze del malaffare negli appalti. Ore temono le ripercussioni del caso inaspettato».
Tanto inaspettato quanto scioccante per il sindacalista che si mette a dettare la nota che abbiamo già pubblicato ma non senza aver prima manifestato queste ulteriori preoccupazioni : «Dopo mesi e mesi arrivare ad un arresto , boh ci deve essere qualcosa. Se arriva la custodia cautelare io credo che gli inquirenti abbiano elementi abbastanza validi anche perché se si mette in custodia una persona è perché c'è il rischio che scappi o che comunque inquini le prove. Staremo a vedere nel senso che abbiamo fiducia nella magistratura. E aspettiamo notizie più precise».
E anche noi che da tempo scaviamo nel malaffare degli appalti pubblici. Non da soli, ma almeno con chi nel sindacato ha coraggio. Per la magistratura è un dovere legale, per gli altri sarebbe morale.
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