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Mps ed ex Popolari venete, decreto venerdì. I 100 giorni di Bpvi e Veneto Banca in mano a Fabrizio Viola

Di Rassegna Stampa Domenica 18 Dicembre 2016 alle 16:05 | 0 commenti

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di Federico Nicoletti e Davide Tamiello, da Il Corriere del Veneto

Il Patriarca interviene sulla crisi: «Il sistema s'è fatto soffocante e depressivo»

Banche, il decreto per Mps, ma anche per le venete e Carige, è atteso venerdì prossimo. Mentre per BPVi e Veneto Banca, dopo le comunicazioni di Bce sulle dotazioni di capitale attese a fine marzo 2017, scattano cento giorni per definire i programmi e i fondi necessari per il futuro, dal piano industriale per la fusione alla messa in sicurezza della liquidità, dalla vendita delle sofferenze alla definizione dell'aumento di capitale. Che il Fondo Atlante, padrone delle due ex popolari, potrà mettere in campo, sapendo di avere comunque una rete di sicurezza. Definita col decreto che il governo si prepara ad approvare venerdì, se fallisse l'ultimo tentativo di realizzare, tra lunedì e venerdì, l'aumento di capitale di Montepaschi.

Qui il primo passaggio è la conversione volontaria in azioni delle obbligazioni subordinate, che si chiuderà mercoledì. Tocca in maniera rilevante anche il Veneto, al pari della raccolta messa sotto pressione in questi giorni, visto che Mps, con l'acquisizione di Antonveneta nel 2008, ha una quota di mercato regionale dell'8,23% sugli impieghi e del 6% dei depositi. Tocca i privati, ma anche investitori istituzionali come Fondazione Cariparo, in prima linea sulla conversione dei 200 milioni dell'obbligazione Fresh, data per fatta ieri sera, emessa nel 2008 per acquisire Antonveneta, e di cui la Fondazione detiene ancora titoli per 4,5 milioni di euro nominali, degli originari 30, in gran parte ceduti con perdite per 14.

Il decreto del governo avrebbe una dotazione tra i 10 e i 15 miliardi, per un intervento di sistema sulle ricapitalizzazioni di Mps, Carige e delle due venete. L'indiscrezione è rimbalzata ieri anche a Venezia, al convegno sulle banche alla Fondazione Marcianum. Incontro a cui era presente anche il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. Il cardinale ha parlato del credito in Veneto come di «uno degli elementi portanti e dei nervi scoperti della nostra vita sociale. Occorre impegnarsi per il benessere e lo sviluppo del territorio a fronte di un sistema fattosi soffocante e depressivo». Con lui Pier Paolo Baretta, il sottosegretario all'Economia del governo Renzi (in vista di riconferma) che su Bpvi e Veneto Banca ha confermato il favore alla fusione, «con un piano industriale credibile, che gestisca il rilancio finanziario e la ristrutturazione senza licenziamenti».

Si vedrà come la cosa andrà avanti nei fatti, nel piano che Fabrizio Viola, Ad a Vicenza e presidente del comitato strategico in Veneto Banca, sta preparando per fine gennaio. Soprattutto dopo che Bpvi e Veneto Banca hanno comunicato l'altro ieri le decisioni Bce sulla dotazione di capitale richiesta (già note in bozza a settembre): il 10,25% del coefficiente Tier 1 transitional al 31 marzo 2017. Dato che non lascia grandi spazi di manovra rispetto al 10,75% che entrambe avevano a giugno. Nel caso di Vicenza, significa avere ancora 110 milioni di margine rispetto alle richieste, dopo i 650 milioni dell'aumento di capitale da 1.500 bruciati con le perdite messe in conto nella semestrale. In più Bce ha chiesto ad entrambe impegnativi piani per rialzare la liquidità, uno dei fattori più sotto pressione quest'anno, del 10% oltre i minimi regolamentari e ridurre i crediti in sofferenza, la cui vendita richiama la necessità di nuovo capitale. Situazione delicata, al punto che le due banche hanno in sostanza detto di non poter dire ora se i coefficienti patrimoniali supereranno le richieste dopo aver predisposto il bilancio 2016. Come dire che il nuovo aumento di capitale è alle porte e che la dimensione dipenderà dalle nuove pulizie e dai numeri del piano di fusione. Si vedrà se intanto partirà l'offerta di rimborso ai vecchi soci per le azioni azzerate. Alla vigilia, la settimana entrante è annunciata come decisiva. Il cda di Veneto Banca dovrebbe decidere giovedì. Si vedrà se stavolta le attese non saranno deluse.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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