Morti sul lavoro record in Veneto, Usb: responsabili i padroni e i loro sindacati complici
Sabato 28 Aprile 2018 alle 22:18 | 0 commenti
 
				
		E' una strage silenziosa - scrivono nella nota che pubblichiamo USB e Comitato Voci Operaie F.I.P. Schio - ma uccide ed invalida in modo permanente migliaia di lavoratori ogni anno. Nelle ultime due settimane sono morti sui luoghi di lavoro 32 persone. Dall'inizio dell'anno sono quasi 200 i lavoratori che sono stati ammazzati mentre lavoravano. E di anno in anno aumentano e crescono anche gli incidenti che non vengono denunciati. E peggio di tutto è che questi omicidi legalizzati avvengono nella completa indifferenza del mondo politico e sindacale (nella foto d'archivio una manifestazione per la morte a Schio di Raffaele Sorgato).
Cinismo e  indifferenza che, soprattutto in tempo di crisi, avviene anche  attraverso il continuo risparmio sui costi necessari per il controllo di  quelle poche leggi sulla sicu- rezza, ovvero con la drastica riduzione  di mezzi e ispettori incaricati delle loro applicazioni.
Un vero e  proprio bollettino di guerra descrive la nostra regione - il Veneto - come  la detentrice del record degli incidenti mortali: 22 morti nei primi  tre mesi del 2018 su 152 in tutta Italia. Solo negli ultimi giorni una  vera e propria carneficina ha colpito duramente i "fortunati" che un  posto di lavoro, magari precario, se lo possono permettere.
Alla fine  di marzo, secondo l'Osservatorio Indipendente di Bologna, in Italia  erano 146 i morti sul lavoro (numero che non contiene i lavoratori  vittime della strada e in itinere). Solo negli ultimi tre giorni , oltre  alla tragedia di Livorno (Nunzio e Lorenzo maciullati dallo scoppio di  una cisterna nel porto cittadino) e Bologna (Carmine folgorato da un  pannello elettrico lungo la ferrovia), i lavo- ratori che hanno perso la  vita sono stati 11.
Questi sono numeri che dimostrano con evidenza  che il capitale sta conducendo una guerra non dichiarata contro la  classe salariata, aumentando a dismisura i ritmi, ricattandoci con i  licen- ziamenti e il taglio dei salari, risparmiando sulla sicurezza  considerata un costo superfluo, precariz- zando sempre più il lavoro,  producendo una vera e propria mattanza.
A quelli che, cacciati dalle  fabbriche o dai cantieri a causa di una crisi economica che, da dieci  anni a questa parte, stenta a ritrovare la strada di una vera ripresa,  si vedono costretti ad elemosi- nare una qualsiasi occupazione  lavorativa -anche se miseramente remunerata; a quelli che, ultrasessantenni, sono obbligati a portar malta e mattoni lungo ponteggi  sbrigativamente montati ad un'altezza di 10/15 metri, rischiano ogni  giorno la vita; a quelli che, incapaci di sopportare la prospettiva di  un lavoro schiavistico e di una vita senza senso e alternative,  preferiscono farla finita, (magari impiccandosi ad un ramo di un vecchio  olmo nel parco di Stupinigi vicino Torino, come il povero Ivan che a 50  anni, perché, come aveva lasciato scritto nel foglietto trovatogli in  tasca, non veniva pagato e non riusciva a mantenere la sua famiglia); a  tutti questi operai senza diritti, sotto- messi alle leggi peggiori del  capitalismo, i lavoratori uniti devono rispondere con la lotta radicale  per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita della classe  operaia.
Perché ciò che ci fa più di tutto incazzare è il silenzio  dei sindacati di regime (CGIL, CISL, UIL). Sono gli stessi lavoratori  nella fabbriche che si chiedono il perchè di questo silenzio, che non  riescono a capire cosa aspettano, quelli che dovrebbero essere i "loro  rappresentanti", a dichiarare una mobilitazione generale della classe  operaia. I lavoratori si chiedono quanti morti sono necessari affinchè i  sindacati si sentano in dovere di organizzare una lotta che dimostri a  governo e padroni che gli operai non sono più disposti a guadagnarsi un  salario ormai da fame in queste condizioni di schiavitù, soltanto per la  cupidigia di maggiori profitti.
Senza aspettare chi ormai da tempo  ha rinunciato alla lotta per la difesa degli interessi dei la- voratori,  organizziamoci alla base per dare una significativa risposta a chi ci  sta uccidendo giorno dopo giorno di lavoro e di fame.
USB e Comitato Voci Operaie F.I.P. Schio
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
 
  
		
		
	 
				     
				     
				     
				    