Morti bianche, Pettenò: serve legge regionale
Lunedi 22 Settembre 2014 alle 20:55 | 0 commenti
Pietrangelo Pettenò, consigliere regionale Federazione della Sinistra Veneta - Il drammatico incidente verificatosi oggi presso la ditta per il trattamento di rifiuti industriali Co.Im.Po di Cà Emo ad Adria, in cui sono morti tre operai e un quarto è in gravi condizioni per esalazioni di acido solforico che segue di pochi giorni la morte di Valerio Sardo di 87 anni, dipendente delle Acciaierie Valbruna di Vicenza travolto da un muletto nell’azienda con cui, dopo la pensione, aveva firmato un contratto di consulenza, oltre a suscitare sgomento, ripropongono, con forza il tema irrisolto delle "morti bianche".
È indecente che in Italia e nel Veneto l’unico fattore messo a ritoccare verso il basso le statistiche di questa piaga siano la crisi e gli effetti sull’occupazione che essa porta con sé. Infatti si contraggono i livelli occupazionali ma non si arrestano in egual misura gli “omicidi†sui luoghi di lavoro.Â
Ad oggi sono 470 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno – il 50% concentrate tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio – +7 % rispetto allo stesso giorno del 2013, senza contare i "diversamente assicurati" che non appaiono mai nelle statistiche delle morti sul lavoro, tra questi i morti sulle strade, in itinere e di categorie con assicurazioni proprie, diverse dall'INAIL.
Nel silenzio assordante della politica, il disinteresse diventa il primo complice e corresponsabile delle morti sul lavoro, servono più risorse da investire nella direzione della vigilanza. Servono politiche del lavoro che isolino le realtà produttive ostiche ad applicare le misure di sicurezza per i lavoratori.
I dati soprariportati non possono lasciare impassibili le Istituzioni pubbliche, in primis il Consiglio regionale, che devono fare la loro parte: una su tutte l'approvazione del PDL 12 "Disposizioni in materia di prevenzione, igiene e sicurezza nel lavoro sicuro" che consentirebbe, una volta tramutato in legge, un'attività di sorveglianza più precisa e puntuale di quella attuale visti gli attuali organici e la mancanza di coordinamento tra i diversi organismi preposti. Un testo di Legge presentato tra i primissimi atti dal gruppo consiliare della Federazione della Sinistra Veneta e indegnamente impantanato nell’indifferenza del Consiglio Regionale del Veneto.
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