Mille dirigenti per il nuovo Partito Comunista, a Vicenza ci sono Lovato, Boscoscuro e Zaltron
Domenica 6 Febbraio 2011 alle 20:45 | 2 commenti
Prc Vicenza - In allegato vi è il testo integrale del documento/appello nazionale (uscito oggi su Il Manifesto). A livello vicentino lo hanno sottoscritto, tra gli altri, Ezio Lovato (Segretario provinciale del PRC), Urbano Boscoscuro (Segretario del circolo PRC di Schio e membro del Comitato politico nazionale del PRC) e Pietro Zaltron (Tesoriere provinciale del PRC). Il documento/appello è stato discusso, votato ed approvato - a maggioranza - dal Comitato politico provinciale della Federazione PRC di Vicenza nella serata di venerdì 04/02/2011.
Mille "dirigenti, fondatori, militanti e simpatizzanti di Rifondazione comunista" dichiarano di non riconoscere più in questa esperienza un fattore propulsivo per la ricostruzione del partito comunista in Italia". E si apprestano ad avviare, insieme al Partito dei comunisti italiani dell'ex ministro della giustizia Diliberto, un processo nuovo di "ricostruzione", che avrà un suo primo passaggio congressuale entro l'estate. "E questo è solo l'inizio. Altre migliaia verranno con noi nei prossimi mesi", dicono i promotori. E nasce un blog: ricostruireilpartitocomunista.blogspot.com
Il manifesto di oggi (domenica 6 febbraio) pubblica a tutta pagina il documento politico di mille "dirigenti, fondatori, militanti e simpatizzanti di Rifondazione comunista". Essi dichiarano di "non riconoscere più in questa esperienza un fattore propulsivo per la ricostruzione del partito comunista in Italia" e si apprestano ad avviare, insieme al Partito dei comunisti italiani dell'ex ministro della giustizia, Oliviero Diliberto, un processo nuovo di "ricostruzione", che avrà un suo primo passaggio congressuale già prima dell'estate.
A questi mille "ne seguiranno, nei prossimi mesi, altre migliaia: la campagna di adesioni è appena partita", dichiarano i promotori, che si ritrovano nel sito ricostruireilpartitocomunista.blogspot.com Tra gli altri, un centinaio di quadri e delegati Fiom, CGIL e del sindacalismo di base; il filosofo Domenico Losurdo, l'economista Vladimiro Giacchè e lo storico Alexander Hobel, che presiedono l' Associazione culturale Marx XXI, che riunisce un centinaio dei maggiori intellettuali marxisti italiani; Manlio Dinucci, giornalista del Manifesto e figura di riferimento del movimento pacifista; il senatore Fosco Giannini, esponente di punta del dissenso anti-bertinottiano in Rifondazione; lo storico Andrea Catone, direttore della rivista l'Ernesto (che dà il nome all'omonima area politico-culturale di Rifondazione); Mario Geymonat, intellettuale marxista, docente universitario; Marino Severini, popolare leader del gruppo musicale La Gang; Fausto Sorini, animatore già negli anni '70-'80 della lotta interna al PCI contro la socialdemocratizzazione del partito, poi fondatore di Rifondazione; il noto vignettista Apicella (da non confondere con il cantante amico di Berlusconi...!); Vladimiro Merlin, capogruppo di Rifondazione al comune di Milano; Carla Nespolo, deputata e senatrice del PCI e dirigente nazionale di primo piano dell'ANPI; Federico Martino, deputato ed ex assessore alla regione Sicilia. Tanti anche i sindacalisti, docenti universitari e segretari provinciali e cittadini di Rifondazione Comunista.
"Il progetto originario di Rifondazione è giunto al capolinea - recita il documento ; dopo lo scioglimento del Pci non sono state gettate le fondamenta adeguate su cui ricostruire un nuovo partito comunista all'altezza dei tempi...La maggioranza del gruppo dirigente bertinottiano, nel corso degli anni, ha demolito l'impianto teorico e strategico comunista". E dopo la scissione di Bertinotti e Vendola, " ritroviamo un partito ancora più debole, incerto ed in piena crisi di identità ...un assemblaggio eclettico, dove gli scontri e le battaglie correntizie hanno prodotto una grave degenerazione della vita interna, e dove spicca l'assenza di un pensiero forte condiviso e di un solido collante ideologico". Per cui, scrivono i mille, "anche se sappiamo che in Rifondazione continuano a militare molti che sentiamo vicini e con cui vogliamo tenere aperta l'interlocuzione, non riconosciamo più in questa esperienza un fattore propulsivo per la ricostruzione del partito comunista in Italia".
"Sappiamo - dicono ancora i firmatari - che il PdCI non rappresenta la soluzione della questione comunista in Italia. Sono i suoi dirigenti per primi a riconoscerlo. Ma il fatto che il suo gruppo dirigente abbia assunto il progetto della ricostruzione di una nuova forza comunista unita ed unitaria, e oggi avanzi la proposta di avviare, nei prossimi mesi, una fase congressuale aperta - capace di dare vita ad un vero e proprio cantiere per la "ricostruzione del partito comunista" - determina una situazione nuova".
Il nostro impegno - precisano i mille - non contraddice l'esigenza di una più vasta unità d'azione di tutte le forze della sinistra, né esclude la ricerca di convergenze utili per arginare l'avanzata delle forze più apertamente reazionarie, tanto più alla vigilia di possibili elezioni anticipate che ci vedranno impegnati con tutta la Federazione della Sinistra. E' dentro questa esigenza di unità , non certo contro di essa, che può progredire e affermarsi il processo di ricostruzione di una forza comunista unitaria e indipendente".
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