Milena Gabanelli ricostruisce, a Report, la vicenda della bolla (scoppiata) di BPVi e Veneto Banca
Domenica 10 Aprile 2016 alle 23:40 | 0 commenti
Questa sera, 10 aprile 2015, è andato in onda, su Rai3, Report, il programma condotto da Milena Gabanelli. Una puntata incentrata sulla crisi delle banche popolari, soprattutto le venete Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza (qui la risposta della Gabanelli anche alla lettera BPVi). Una ricostruzione dei fatti a partire da molti anni fa, quando il valore delle azioni è stato "gonfiato" fino a farne valere una addirittura 62,50 € (caso della Banca Popolare di Vicenza). Insomma, acque tranquille, soprattutto per la dirigenza che ha, ovviamente, tratto beneficio da tale situazione, soprattutto perché le azioni venivano "rifilate" a inconsapevoli azionisti che, per fiducia, le compravano, ignari della crisi che si sarebbe abbattuta sugli istituti di credito.
Tutto cambia nel 2014, quando la Bce decide di intervenire e di far scoprire a tutti gli altarini delle gestioni di BPVi e Veneto Banca, oltre che delle 4 banche appena azzerate. Il primo effetto è il valore delle azioni che inizia a crollare, inesorabilmente, arrivando alla ben nota necessità di ricapitalizzare diventando anche società per azioni da quotare in borsa. Il secondo è la perdita devastante per gli azionisti di pressoché tutti i loro risparmi con la conseguente indagine su chi stava ai piani alti, tra cui Zonin, Sorato e Zigliotto in BPVi, Trinca e Consoli in Veneto Banca. Una ricostruzione fedele, fatta tramite numeri (come quelli che dimostrano le cessioni di azioni di Zonin a moglie e figli e che Gabanelli ha commentato con un ironico "tra un po' si troverà a mani vuote" alludendo al continuo ridursi di sue proprietà su cui rivalersi da parte dei soci beffati), dati, lettere, testimonianze di azionisti delusi e traditi, di una figlia che racconta di come la madre ha tentato il suicidio, di come un'altra non ha più soldi per pagare la casa di riposo, interviste al procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri, a Bruno Vespa, azionista, negli "anni d'oro", di Veneto Banca, a Renzo Rosso, patron di Diesel, anche lui fortunato socio che è riuscito a vendere le proprie azioni quando più nessuno (come ha ricordato la giornalista di Report) riusciva a farlo, a Enrico Ambrosetti, legale di Gianni Zonin, chiamato per sapere se l'ex presidente BPVi fosse reperibile (ma a quanto pare, al momento, è in Sud Africa), a Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d'Italia, alla rappresentante della Bce. Una costellazione di nomi e personaggi, coinvolti, chi più chi meno, in questa "storia", che, come titolavamo, è di azioni gonfiate e di fiducia tradita e che come la stessa Gabanelli ha concluso: "speriamo che si risolva nel miglior modo possibile". Un augurio non solo suo, ma anche nostro.
Anche e, probabilmente, irrealizzabile.
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