Quotidiano | StranIeri, italiani oggi | Categorie: Scuola e formazione, Immigrazione, Fatti, giornalismo

Convegno OdG Veneto e UCSI su migranti: Marco Borraccetti e Eugenio Suber spiegano il fenomeno. Variati, Mons. Pizziol, Soldà e Zandonà affrontano il contingente. Tra bufale su invasioni, capannone in ZI che non c'è e...

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 8 Ottobre 2016 alle 22:27 | 0 commenti

ArticleImage

Oggi, 8 ottobre, promosso dall'Ordine dei Giornalisti del Veneto e dall'UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) di Vicenza, si è tenuto al Piccolo del Teatro Comunale un corso di formazione professionale per giornalisti dal titolo "Migranti e migrazioni: quale integrazione, quali prospettive? Il caso Vicenza". L'incontro ha preso spunto non solo dall'iniziativa, di cui abbiamo riferito in passato, del comune di Vicenza di impegnare in collaborazione col Gruppo Aim gruppi di richiedenti asilo in lavori socialmente utili quali la pulizia delle strade, ma anche dalle continue polemiche sulla sistemazione dei migranti da parte di politici locali che parlano alla pancia di quei cittadini che percepiscono i migranti come una minaccia e, ultimanente, da quelle tra il sindaco Achille Variati, ultimamente anche lui molto attento alle "pance", e il prefetto Eugenio Soldà

Marco Borraccetti e Pietro Suber a Vicenza Il corso - confronto si è, quindi, sviluppato in due fasi dopo i saluti della rappresentante dell'OdG, Martina Zambon componente del Consiglio regionale dell'Ordine, e di Paolo Colla, Amministratore unico AIM Vicenza Spa, che ha anche illustrato l'iniziativa attuata di "inclusione" dei migranti nel tessuto sociale cittadino.La prima fase, quella tecnica e di approccio legale, statistico e normativo alla tematica, ha visto intervenire due "esperti" con due diverse visuali professionali. Prima Marco Borraccetti, Ricercatore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali nell'Università di Bologna, Settore Diritto delle Comunità europee, ha sviluppato il tema "Quali diritti e doveri per quali richiedenti asilo in Europa?", poi il collega Pietro Suber, giornalista, vicepresidente dell'Associazione Carta di Roma, ha affrontato un altro punto: "La Carta di Roma, come scrivere e che cosa scrivere sull'immigrazione".

Dopo le risposte alle numerose domande dei circa 300 colleghi presenti, è stata, qundi, la volta di una Tavola rotonda coordinata da Giandomenico Cortese, editorialista del Corveneto e presidente Ucsi Vicenza, su "Comuni, comunità e territorio chiamati ad accogliere, tra difficoltà, resistenze e solidarietà".

Allinteressante "confronto" hanno preso parte Mons. Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza, Eugenio Soldà, prefetto di Vicenza, Achille Variati, sindaco di Vicenza e presidente Provincia di Vicenza, e Roberto Zandonà, presidente Consorzio Prisma.

Sintetizzare il contenuto del corso non è quello per cui, per aggiornamento professionale, l'ho frequentato, ma qualche flash su alcune cose dette ve lo trasferisco, aggiungendo solo che  condividiamo appieno il senso dato da Mons. Pizziol alla lettura in conclusione di un testo che dà conto dell'atteggiamento negativo (razzista) degli Usa al tempo delle grandi immigrazioni italiane e che suggerisce le analogie con le frasi del "pancisti" di turno verso chi, invece, arriva oggi in Italia.

Dai nostri abituali controlli sulle citazioni abbiamo riscontrato che quel testo non sarebbe stato mai "scritto" da autorità Usa (e il condizionale è d'obbligo nel web delle bufale)  ma nasce molto probabilmente in rete da una serie di equivoci successivi, in cui sono cascati anche i colleghi di RaiNews24 e addirittura Roberto Saviano che l'ha letto in tv nella versione che anche il nostro Vescovo ha attinto dalle sue fonti. Le frasi lette, però, sono così sostanzialmente vere per la loro rappresentazione della realtà "emozionale" di allora che non possiamo non fare nostra l'analogia di Mons. Pizziol.

Detto questo, per ricordare anche ai colleghi che le fonti, soprattutto quelle web, vanno sempre controllate, riportiamo di seguito i flash promessi da cui si evidenziano anche alcune bufale vere, non solo di citazioni più o meno documentate, a cui, a livello nazionale, è affezionato il mondo che ha Matteo Salvini come vate e altre, a livello locale, che hanno come interprete princiaple ancora una volta il nostro sindaco Achille Variati, che di Salvini sta ultimamente seguendo il cattivo esempio schernendo, ad esempio, per qualcuno di loro che ha insozzato il Giardino Salvi i centroafricani in genere che sarebbero abituati a fare la pipì sugli alberi mentre oggi si vantava di aver sperimentato, ottima cosa per la verità, l'inclusione nel programma di pulizia delle strade di cui in premessa proprio di vari africani, "bravissimi" e rispettosi, ha detto, tutti meno uno...

Ebbene Marco Borraccetti ha documentato una delle bufale dei SalviniLike sull'invasione in corso da parte dei richiedenti asilo («3 milioni fino ad oggi su 550 milioni di abitanti dell'Europa vanno gestiti ma non sono un'invasione») e si è rammaricato che «rinunciamo a dei diritti, come la libera circolazione, pur di negarli agli "altri" visto che l'Europa di fatto ha scelto il respingimento come non politica e ne ha demandato l'esecuzione ai paesi di frontiera come Grecia e Italia provando anche "spedire" i migranti non accoglibili in paesi in cui non esistono garanzie per loro a livello umano come il Sudan, l'Egitto, l'Afghanistan e anche la Turchia».

Chiudendo il suo intervento, articolato e documentao, il ricercatore ha sottolineato come «i cancelli chiusi non fanno entrare gli onesti ma i delinquenti entrano ugualmente» e che «per rimpatriare i migranti non accoglibili non ci sono risorse per cui è solo demagogico (alla Variati, ndr) affermare che "andrebbero rimpatriati" mentre è tutta la politica al riguardo che andrebbe progettata» da parte dell'Europa nel suo complesso che non può limitarla a respingenti e rimpatri.

Pietro Suber, poi, dopo aver riferito sulle corrette, legali e deontologiche terminologie usabili (ad esempio "clandestino" è una parola che non trova riscontro nella realtà di una  legge che ha abolito la clandestinità stessa e titolare tout court, ad esempio, su un "albanese" o un "rumeno" o su dei "rom" è discriminatorio all'origine presupponendo un giudizio negativo a priori e generalizzato) ha sottolineato che, al di là dei timori strombazzati e amplificati da chi ne può trarre vantaggi politici, «nel 2015 le notizie sugli immigrati sono aumentate dell'80% ma la percezione di insicurezza è stabile. C'è percezione di una presenza di immigrati del 20-30% mentre costoro in Italia sono solo il 7%...».

Il collega di Mediaset ha poi proiettato anche degli interessanti video clip, in cui era facile vedere come molti servizi tv, di tutte le tv, siano spesso costruiti su generalizzazioni e con scarso rispetto dell'uomo in quanto tale anche se non mancano esempi opposti, anche questi mostrati per far capire come, al di là di alcune difficoltà contingenti, si possa e si debba lavorare per una informazione corretta sul fenomeno.

I nostri flash sulla parte "tecnica" si possono, devono, fermare qui (altri appunti li abbiamo presi ma soprattutto sulle tecniche e sulle terminologie professionali) ma come non riferire che Achille Variati, schierato deferentemente al centro, ma come un ospite tremendamente solitario, dei partecipanti al confronto finale sul "caso Vicenza" (termine che ha detto subito di non gradire perchè dire "caso" presupone un giudizio negativo su azioni, le sue, di certo positive) il sindaco deve aver saltato la parte iniziale dell'evento, di sicuro per altri... impegni, ma senza che i suoi collaboratori gliene riferissero.

Come spiegare altrimenti l'uso che, dopo le premesse bucoliche sul "non caso Vicenza" e l'esaltazione dei comportamenti "cristiani", ha fatto dell'inesistente termine "clandestino" e il rimbrotto fatto al «ragioniere che a Roma fa i conti sbagliati mandando a Vicenza troppi immigrati", quasi un'invasione...?

Dopo aver doverosamente concordato con le idee di Variati, anche come sindaco di Vicenza, sulla inopportunità di "concentrare" i migranti in singole strutture e con il rimbrotto da lui rivolto come presidente della Provincia di Vicenza alla metà dei "suoi" sindaci del Vicentino, che non hanno collaborato al piano di distribuzione su tutto il territorio, il prefetto Eugenio Soldà, col "romanesco" sorriso sornione che lo contraddistingue, ha smentito sull'eccesso di "ospiti" stranieri di Vicenza («a Padova e Treviso ce ne sono ben di più di Vicenza ch al riguardo è più tranquilla...») l'interlocutore rimasto solo, al centro, tra i richiami alla comprensione di Mons. Pizziol, il pragmatismo di Zandonà, che ha riferito delle buone cooperative distinguendole da quelle create ad hoc, e l'ultimo "affondo" del prefetto: «non è affatto vero che abbiamo già deciso di trasferire in un capannone gli ultimi 190 richiedenti asilo arrivati, per loro abbiamo già trovato una sistemazione d'emergenza diversa sovraccaricando le strutture esistenti, però, e il sindaco lo sa... Io gestisco una situazione che a volte non gradisco, ma io devo fare il mio dovere per cui, se c'è da sistemare migranti in un qualche modo e non trovo collaborazione, decido io come e dove, devo farlo!»

L'affondo, condito da un messaggio ai giornalisti, e ai sindaci, di fare il loro lavoro ma di non "gonfiare" i problemi mediaticamente esasperando a torto la popolazione, sembrava, nel nostro "immaginario" rivolto anche a chi di certi affollamenti riferisce solo quando c'è lo show di qualche manifestazione di protesta, tipo quello dell'Hotel Adele da noi denunciato, invece, per come viene gestito, o non racconta per nulla, come per il Baronio che "ospita" bel 120 migranti senza che nessuno ne scriva, se non noi («abbiamo meno studenti, recuperiamo con i migranti» ci è stato dichiarato da Don Paolo & c.).


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network