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Mezzogiorno di stress per le banche: BPVi si salva con 253 mln di bond convertiti in azioni

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 26 Ottobre 2014 alle 12:00 | 0 commenti

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«Mezzogiorno di fuoco per le banche in crisi. Oggi i verdetti della Bce Eurolandia col fiato sospeso», è così che titola La Repubblica con frasi diverse ma di uguale sostanza rispetto a quelle ad esempio de Il Corriere della Sera, de Il Sole 24 Ore e degli altri giornali nazionali. Per quanto riguarda la Banca Popolare di Vicenza, che insieme agli altri due Istituti veneti sotto "stress test" della Bce, il "veronese" Banco Popolare e la "montebellunese" Veneto Banca, Carlotta Scozzari sul quotidiano che fu di Scalfari anticipa quella che sarebbe la sua "sorte".

«Chi potrebbe essere stata bocciata dalla Bce - scrive la collega - , ma salvata da Bankitalia è la Popolare di Vicenza che, con un tempismo perfetto, ieri ha fissato in maggio (vedi qui il comunicato) la data per la conversione in capitale di un prestito da 253 milioni. La conversione, ha spiegato il presidente Gianni Zonin, "rientra nelle iniziative di patrimonializzazione per 1,2 miliardi" realizzate tra il 2013 e il 2014».

Le anticipazioni di Fabrizio Massaro de Il Corriere della Sera sullaBPVI sono analoghe: «Chi si è portato avanti ieri è stata anche la Popolare di Vicenza, un altro degli istituti che avrebbero mancato il limite patrimoniale fissato dalla Bce del 5,5% nello scenario estremo dello stress test. Per questo motivo il consiglio della banca presieduta da Gianni Zonin e guidata da Samuele Sorato ha ufficializzato ieri la data di conversione - maggio 2015 - del bond da 253 milioni emesso l'anno scorso insieme con un aumento di capitale di pari importo. Inoltre con l'ulteriore aumento da 608 milioni effettuato nel 2014 e con la valorizzazione delle quote di Bankitalia l'istituto veneto ha raccolto in due anni 1,2 miliardi di euro freschi che, come ha detto ieri Zonin, consentono di "affrontare serenamente l'esercizio" Bce».

Detto che per il Banco Popolare non sembrano sussistere motivi di preoccupazione dopo le azioni intraprese nel 2014 per sistemare i suoi parametri è su Il Sole 24 Ore che, oltre alla conferma del "ripescaggio" della BPVi grazie alle previste e consentite valutazioni di Bankitalia, si legge a firma di Luca Davi e Marco Ferrando anche di Veneto Banca: «Sempre grazie alle misure computate non da Bce ma solo dalla Banca d'Italia Veneto Banca e Popolare di Vicenza dovrebbero riuscire a superare le asticelle fissate per gli stress test».

Per quanto interessa più in dettaglio quelli che chi, privati o società, avevano sottoscritto i 253 milioni di euro di prestito obbligazionario convertibile "Banca Popolare di Vicenza 5% 2013/2018 convertibile con facoltà di rimborso in azioni", da ieri, 25 ottobre, dopo la comunicazione della Bce all'Istituto dei suoi "voti" che lo "rimandavano" a Bankitalia e ai provvedimenti successivi, sanno che, come previsto e consentito, verrà esercitato «irrevocabilmente, con riferimento all´esercizio, alla prima finestra temporale utile (vale a dire entro 30 giorni dalla data dell'assemblea ordinaria che si terrà nel mese di aprile 2015)...».

In sostanza i titolari delle obbligazioni riceveranno azioni BpVi con un premio come recita il comunicato (di cui per comodità replichiamo il link): «Nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento del prestito il riscatto sarà regolato esclusivamente mediante la consegna di azioni della Banca Popolare di Vicenza, per un controvalore di conversione di 253 milioni di euro, e agli obbligazionisti verrà assegnato un premio, in azioni della Banca Popolare di Vicenza, pari al 10% del valore nominale delle obbligazioni oggetto di riscatto».
Sempre nella nota suddetta il Presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, «ha così commentato: "La conversione di tale prestito pari a 253 milioni di euro, già sottoscritto nel corso del 2013, rientra nelle importanti iniziative di patrimonializzazione per complessivi 1,2 miliardi di euro, effettuate dalla nostra Banca nel corso del 2013 e del 2014, che hanno consentito di garantire il sostegno al credito per le piccole e medie imprese dei territori di competenza nonché di affrontare serenamente l'esercizio di Comprehensive Assessment"».

Se da oggi  i sottoscrittori dei bond BP Vi sanno che i loro 253 milioni di euro di obbligazioni diventeranno azioni col 10% di premio su un valore fissato non dalla Borsa ma dalla banca stessa, è anche vero che è ora certificata la solidità della Popolare di Vicenza, con buona pace di tutti, in primis delle aziende che ora la vorranno sentire più vicina anche in ossequio alle dichiarazioni del presidente Zonin sulla destinazione dei capitali raccolti da risparmiatori e investitori.

 

L'attesa, quindi, è finita: oggi a mezzogiorno  in concomitanza con la pubblicazione di questa anticipazione riassuntiva sulle banche "venete", BPVi in primis ovviamente, si conoscerà - sintetizza Il Sole 24 Ore - «l'esito dell'esame della Banca centrale europea (Bce) condotto su 131 istituti di credito europei, di cui 15 italiani. Per emettere il verdetto sui promossi e i bocciati, l'Eurotower ha seguito un doppio binario: una valutazione della qualità degli attivi come da fotografia di fine 2013 (asset quality review o Aqr) e una misurazione della tenuta dei bilanci in condizioni di base e in uno scenario avverso (i cosiddetti stress test). Al termine dell'esame, la Bce ha assegnato delle pagelle con gli ammanchi di capitale (shortfall) calcolati per ciascuna banca, che costituiscono poi il fulcro della comunicazione odierna di mezzogiorno e che saranno anche al centro della conferenza stampa della Bce delle 12.30. Ma per avere un quadro definitivo dei deficit di capitale delle italiane bisognerà attendere Bankitalia, che "correggerà" il dato della Bce tenendo conto di qualsiasi tipo di misura di rafforzamento patrimoniale intervenuta nel 2014. L'authority di via Nazionale pubblicherà questi dati subito dopo la Bce e riunirà una conferenza stampa verso le 13.00.... Sembra che anche il governo di Matteo Renzi stia seguendo con attenzione e un po' di preoccupazione le sorti delle banche italiane meno solide. In ogni caso, non manca l'ottimismo. "Dagli stress test mi aspetto che venga fuori, complessivamente, una promozione del settore bancario europeo e italiano", ha detto il vicepresidente dell'Abi e direttore generale di Unicredit Roberto Nicastro. L'agenzia di rating Fitch, invece, in un recente studio, spiegava che, "sebbene ci sia il rischio che qualche banca italiana possa avere bisogno di ulteriori rafforzamenti, qualsiasi deficit di capitale dovrebbe essere gestibile".»

 

Di seguito riportiamo anche un articolo "riassuntivo" di Francesco Spini su La Stampa che spiega in maniera sintetica e comprensibile ai più gli  aspetti generali della stesura della pagelle nella versione Bce e in quella "italianizzata" della Banca d'Italia.

 

 

 


Stress test, cosa sono e perché si fanno

La Bce mette alla prova la resistenza degli istituti bancari. Una mossa che non ha precedenti e potrebbe avere delle forti ripercussioni in Borsa


Gli esami

Il cosiddetto «comprehensive assessment» (letteralmente «valutazione globale») fatto dalla Bce è un esame che si compone di due parti: un'analisi della qualità degli attivi delle banche (asset quality review, spesso indicata con la sigla Aqr) e gli stress test, ovvero l'esame - compiuto in collaborazione con l'autorità bancaria europea, l'Eba - per testare la resistenza delle banche di qui al 2016 di fronte a uno scenario di base (ovvero secondo le previsioni formulate dalla Commissione Europea) e in condizioni estremamente negative. Sono stati esaminate 131 gruppi bancari della zona euro, 15 dei quali sono italiani. Le banche italiane sono: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca, Ubi Banca, Banca Popolare di Milano, Banco Popolare, Banca Carige, Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio, Credito Valtellinese, Banca Popolare di Vicenza, Credito Emiliano, Iccrea Holding e Veneto Banca.

 

A cosa servono

Con questo esame, che non ha precedenti, la Bce vuole aumentare la trasparenza sullo stato di salute del sistema bancario nel suo complesso, accrescere la fiducia dei mercati verso di esso e laddove serva, chiedere un rafforzamento patrimoniale alle banche meno forti. I test, inoltre, sono propedeutici all'entrata in vigore, il prossimo 4 novembre, del sistema di vigilanza unica, che porterà le banche più significative (sono quelle che hanno attivi superiori ai 30 miliardi di euro) a finire sotto la supervisione della Bce. Ora, grazie a questi esami, prima di iniziare a esercitare i nuovi poteri, la Banca centrale di Francoforte può avere una chiara fotografia dei suoi vigilati. Tra le banche italiane, tutte quelle sottoposte agli esami finiranno sotto la vigilanza di Francoforte tranne Credito Valtellinese e Credito Emiliano.

 

I risultati

Per ciascuno dei tre esami (Aqr, stress test su scenario di base e stress test in condizioni sfavorevoli) la Bce fornirà un numero finale, che rappresenta il cosiddetto «shortfall», ovvero l'ammanco di capitale in ciascuna di queste situazioni, evidenziando il dato più alto. Le banche che registreranno un ammanco avranno quindici giorni per scrivere un piano di capitale (da eseguirsi in 9 mesi, o in 6 ma solo se tale deficit patrimoniale riguardasse l'aqr o gli stress test sullo scenario di base) per colmare tale deficit attraverso un aumento di capitale o altre misure quali la vendita di attivi, l'emissioni di strumenti ibridi adatti per rafforzare il capitale di migliore qualità. Ma la verifica della qualità degli asset non fornisce un'analisi completa del bilancio, ma solo una verifica dei portafogli più rischiosi fatta anche su base statistica. Dunque non rappresenta la puntuale radiografia del bilancio.

 

Interpretazione complessa

I livelli di capitalizzazione richiesti alle banche (il cosiddetto Cet1 ratio, che calcola il livello di patrimonializzazione rapportato alle attività rischiose detenute dalla banca) per superare l'esame sono molto più elevati di quelli regolamentari, richiesti agli istituti per esercitare abitualmente l'attività creditizia, pari al 4,5%. Per l'Aqr e per gli stress test sullo scenario di base devono essere pari all'8%, mentre per lo stress test sullo scenario avverso, devono comunque essere pari o superiore al 5,5%. Anche se le banche non superano i testi - e la Bce indica dunque un ammanco - non significa che una banca è a rischio. Inoltre i dati possono essere fuorvianti. La Bce effettua una fotografia al 31/12/2013, indicando successivamente gli aumenti di capitale che, nei primi nove mesi, sono già stati effettuati. In un secondo comunicato, inoltre, la Banca d'Italia spiegherà quali altre misure le banche hanno effettuato e che hanno sanato (in tutto o in parte) il deficit di capitale.

 

Cosa succederà in Borsa

Lunedì alla riapertura della Borsa le banche saranno sotto i riflettori. A rischio saranno i sistemi che mostreranno gli istituti bancari più deboli, e saranno colpiti i titoli bancari che, in Europa, necessiteranno di aumenti di capitale. Il rischio, però, è che non ci sia una lettura univoca della situazione delle banche: il risultato omogeneo, infatti, riguarda la situazione delle banche alla fine dello scorso anno. Manca un dato uguale per tutti che dica qual è la situazione attuale. In Italia a fornire tale quadro ci penserà la Banca d'Italia, non è chiaro se la stessa cosa accadrà negli altri Stati dell'Eurozona.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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