Messa in latino, i fedeli pregano Bulgarini: "Ci dia una chiesa a Vicenza"
Mercoledi 15 Febbraio 2017 alle 17:43 | 2 commenti
Non c'è pace per il vicesindaco Jacopo Bulgarini D'Elci: questa volta a tirare per la giacca il numero due di palazzo Trissino non sono né comitati di cittadini uniti per perorare questa o quella causa, né assessori o oppositori pronti a dare battaglia politica, ma un gruppo particolare di fedeli: quelli che vogliono la messa in latino. "Chiediamo: Bulgarini D'Elci può darci una chiesa comunale? Pizziol (il vescovo n.d.r.) ha disobbedito al Papa". Questa la richiesta inviata ai giornali e al vicesindaco in un comunicato dal gruppo di cattolici che si firma I fedeli di Vicenza e della V'Alpone che hanno richiesto la messa antica come veniva celebrata dal 2008 al 2015. Alla faccia di "libera chiesa in libero stato". Verrebbe da dire.
Non volendo entrare nella discussione, tutta interna alla Chiesa (messa in latino sì, messa in latino no) pare comunque particolare la richiesta del gruppo di fedeli che, sentendo violato un loro diritto canonico, si rivolgono alle istituzioni, anche troppo terrene, per ottenere giustizia. Roba da medioevo, quando potere temporale e spirituale non trovavano una netta distinzione, verrebbe da dire, ma in democrazia, attenzione la Chiesa non lo è democratica, tutto è permesso.
Il vescovo, secondo i fedeli del culto antico, avrebbe violato le direttive del Papa: accusa grave se rivolta ad un prelato. "La Pontificia Commissione Ecclesia Dei si è vista chiudere la porta in faccia da Monsignor Beniamino Pizziol dopo che questo prestigioso organo pontificio è intervenuto per ripristinare la Messa in latino a Vicenza sospesa dal dicembre del 2010.- spiega il gruppo di fedeli -. Nel 2016 è stata effettuata una nuova petizione a cui la Curia di casa nostra non ha mai dato ascolto e nemmeno ha voluto mai ricevere chi l'ha realizzata".
Per rafforzare questa tesi, il gruppo cattolico cita l'analisi di un illustre canonista, tale Micheal Gurtner. Noto, in quell'elite culturale che sul comodino prima di andare a letto appoggia saggi di diritto canonico, per aver espresso il giudizio: "La teologia cattolica negli ultimi anni e decenni, vista nell'insieme, ha compiuto più passi indietro che in avanti". Un rivoluzionario in pratica le cui tesi ora, immaginiamo, diventeranno note anche a palazzo Trissino.
La patata bollente, infatti, ora passa al Comune. Riuscirà l'indomito vicesindaco a far tornare la pace nella diocesi vicentina? Non lo sappiamo, ma certo per Bulgarini, che ci si augura in altre faccende affaccendato, l'esercizio potrebbe essere costruttivo. In quella che fu la città della balena bianca studiare da vescovo potrebbe aiutare a fare, un domani, il sindaco.
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