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Meeting a Trissino: l'acqua come bene comune. Prospettive e insidie

Di Marco Milioni Sabato 23 Ottobre 2010 alle 18:26 | 0 commenti

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Quali insidie si nascondono dietro la legge che intende privatizzare la gestione del ciclo artificiale dell'acqua? Quali sono le motivazioni profonde della del legame tra questo elemento, la vita degli uomini e delle altre creature. Perché il sistema pedemontano di falda tra Vicenza e Treviso costituisce la più grande riserva idrica in Europa. Come salvaguardare questo sistema in parte compromesso dalle attività industriali? E come si comportano le multinazionali dell'imbottigliamento?

Può il loro monopolio divenire un prototipo anche per la gestione dell'acqua da bere e in generale per usi civili? Esistono dei comportamenti quotidiani con i quali si può risparmiare una risorsa «comune» preziosa per tutti?
Sono queste le domande fondamentali attorno alle quali si è discusso ieri a Trissino nell'aula magna delle scuole medie. Una sala quasi gremita ha così fatto da cornice ad un evento organizzato dalla cooperativa Canalete (www.canalete.org ) col supporto del comune di trissinese e della locale parrocchia. Il titolo della serata «Tavola rotonda sull'acqua» è stato usato come spunto iniziale dallo scrittore Gianluca Cappellozza che è stato il moderatore degli interventi. Sul tavolo dei relatori c'erano invece il geologo Umberto Tundo, che da anni organizza corsi di educazione ambientale. Con lui il professor Gianni Tamino (nella foto), biologo di fama nazionale e docente all'università di Padova, e il giornalista Luca Martinelli, redattore del mensile Altraeconomia e autore di alcuni testi divulgativi sul problema dell'acqua.
Durante la serata, che si è protratta sino a tardissima ora in ragione delle tante domande che hanno subissato i relatori, i primi spunti li ha forniti proprio Tundo il quale ha spiegato che la particlare conformazione geologica del Veneto ha permesso in milioni di anni di storia «la creazione di una grandissima riserva d'acqua sotterranea che sotterranea concentrata nella fascia pedemontana che da Treviso va a Vicenza». Sempre Tundo ha puntato l'indice su alcuni piccoli accorgimenti che si possono adottare per il risparmio idrico a «cominciare dalla realizzazione di cisterne sotterranee che dovrebbero diventare una pratica garantita nelle norme urbanistiche ed edilizie dei comuni». Tamino invece è partito da alcuni spunti di natura antroplogica e ha spiegato che l'acqua «come fonte della vita» ha una veste che in parte è anche sacrale. In questo contesto spiega ancora il docente «l'acuqa è un bene prezioso che è alla base di ogni processo vitale», compresa la fotosintesi clorofilliana ovvero quel processo, chimico e fisico per gli studiosi (ma in qualche modo magico o misterioso per chi osserva il fenomeno con una attitudine volta al trascendentetrascendente), con il quale minerali, energia solare e acqua sono trasformati «in elementi vitali e in buona sostanza in cibo». Con queste premesse e con lo sguardo rivolto alla Valchiampo e alla Valle dell'Agno Tamino (nella foto) ha spiegato che lo stato dei fiumi nel Veneto è discreto ma che ci sono alcune «grandissime ed eclatanti criticità» nel sistema del Fratta Gorzone dovuti ad un sistema di depurazione dei reflui conciari del distretto arzignanese della concia che continua ad avere scarso successo. Non a caso il professore, con un passato da europarlamentare nei Verdi, ha spiegato per per risolvere a monte questo problema basterebbe che ovunque le industrie fossero obbligate per legge a «re-immettere nel ciclo idrico», l'acqua così come l'hanno prelevata. Oltre a questo Tamino sostiene che l'acqua per usi industriali (è il 25% del totale nazionale; il 15% è utilizzata per usi domestici mentre il resto per uso agricolo) viene fornita alle aziende a un costo troppo basso.
Martinelli dal canto suo ha ripreso ed approfondito alcune considerazioni presenti nei suoi libri: «L'acqua è ormai una merce. E con la benedizione di politici e media si appresta a diventare da bene comune e diritto di tutti, un affare per pochi». In questo quadro Martinelli ha raccontato delle pressioni che la vicentina AVS, la municipalizzata che gestisce il ciclo idrico nel comparto Schio-Thiene e più in genere nell'Alto Vicentino, ha subito. Pressioni subite proprio quando AVS ha cominciato a fare pubblicità all'acqua di rubinetto a scapito di quella imbottigliata. Sempre Martinelli ha ricordato che il processo di privatizzazione dell'acqua in Italia è cominciato nel 1994 con l'approvazione della legge Galli. «Quando io pago la bolletta alla municipalizzata - spiega il giornalista - io pago il servizio di trasporto e trattamento dell'acqua. Non l'acqua stessa. Le multinazionali e le grandi compagnie stanno facendo grande attività di lobbing in questo senso. Ma l'acqua è un monopolio naturale che in qualche modo sta sopra ad un bene intrinsecamente pubblico. Trasformare un monopolio naturale in monopolio privato significa permettere a qualcuno di appropriarsi di qualcosa che è di tutti. L'acqua, l'aria non sono di nessuno. Sono delle comunità, dei cittadini».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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