Massimo D’Alema irride Renzi: bisognava diffidare dall’inizio, dalla postfazione di “Destra e sinistra” scritta da Norberto Bobbio
Giovedi 1 Settembre 2016 alle 18:15 | 1 commenti
Durante l'intervento a Vicenza del 29 agosto scorso, Massimo D'Alema oltre a criticare metodo e merito della riforma Costituzionale voluta a tutti i costi da Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, affonda il dito nella piaga del Partito Democratico e senza mezzi termini sul modus operandi del Governo Renzi, definendolo più in linea con la politica di destra che con il modello di sinistra. Critica che D'Alema, con quel cinismo e quella sottigliezza intellettuale che lo ha reso celebre, irride Renzi dicendo che "bisognava diffidare dall'inizio, perché ad un certo punto Renzi, non so su consiglio di chi, decise di scrivere un saggio. Una postfazione del celebre libretto di Norberto Bobbio Destra e sinistra".
Il famoso libro, scritto alla fine del comunismo, spiega la differenza sostanziale tra destra e sinistra e che D'Alema continuando definisce "libro bellissimo, mirabile di cui consiglio a tutti la lettura. Il libro non necessitava della postfazione onestamente. Era abbastanza comprensibile e quest'aggiunta renziana non era proprio necessaria dal punto di vista filosofico letterario, però lui ha voluto cimentarcisi e io dico sempre: se uno piglia carta penna e scrive va rispettato.
In questo breve scritto Renzi contesta la tesi di fondo del libro di Bobbio, il quale dice che la differenza tra destra e sinistra è che la sinistra vuole l'eguaglianza. Ciò che distingue la sinistra dalla destra è che la sinistra si batte contro la disuguaglianza e vuole promuovere l'eguaglianza. Renzi invece trova quella di Bobbio un'idea bellissima eccetera però che appartiene al passato". E D'Alema continuando a descrivere il pensiero del Premier, ovvero quello di una sinistra che è per il nuovo e di una destra che è per il vecchio. "Io devo dire" continua l'ex presidente del PD "che questo già m'indusse ad un certo sospetto.
Nessuno poté negare che Reagan fu una novità ; della signora Thatcher si disse addirittura che compì una rivoluzione neoliberale. Quindi ci può essere una destra radicalmente innovatrice.
A modo suo Berlusconi è stato un innovatore del sistema politico italiano rispetto ai vecchi riti democristiani, però è anche chiaro che quello che distingue la destra dalla sinistra è il segno della novità .
Se cioè la novità che tu promuovi crea maggiore uguaglianza e maggiore giustizia sociale è una novità di sinistra, se invece va nel senso contrario è una novità di destra, quindi la differenza non è tra vecchio e nuovo".
"Io sono la forza che vuole l'eguaglianza fra le persone. La nostra identità è risultata appannata e questo è stato percepito da una parte del nostro popolo".
Nel prosieguo, D'Alema non nasconde l'enorme speranza che Renzi ha portato nel Paese, apprezzando anche il fatto che il Premier "indubbiamente ha delle grandi qualità . Io direi che dal punto di vista della sua forza politica lo definirei un grande tattico. Quello che gli manca è la coerenza dei principi e una visione strategica, anch'essi importanti. La tattica e la comunicazione non sono sufficienti".
Continuando il suo intervento, D'Alema, oltre alle critiche sulle scelte del Governo, ha poi rincarato sulla recente sconfitta elettorale alle amministrative, secondo la sua analisi, ha fatto perdere al partito un milione di voti, i quali alla fine -chiarisce- non basta vengano compensati con i voti di Cicchitto e Verdini.
Se D'Alema aveva dei sassolini nelle scarpe nei confronti di Renzi ha aspettato l'occasione più propizia per tirarli fuori. La base del PD prima e la classe dirigente poi dovranno trarre le dovute coclusioni. Certamente l'esito del referendum inciderà molto sul futuro politico di Renzi, sia come guida del PD, sia a Palazzo Chigi.
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