Marino Breganze dà le dimissioni dalla Presidenza dell'Accademia Olimpica, ma dichiara "la mia buona fede non può essere messa in discussione"
Lunedi 9 Maggio 2016 alle 11:59 | 0 commenti
Riceviamo dall'Accademia Olimpica una lettera del presidente, Marino Breganze, tramite la quale annuncia le sue dimissioni dall'ente
Al signor Vice Presidente Vicario, al signor Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, ai signori Consiglieri, ai signori Accademici Olimpici, Vicenza, 9 maggio 2016. In relazione alla mia presenza nella Banca Popolare di Vicenza e nella Fondazione Roi, nei giorni scorsi - con singolare contestualità di interventi - quotidiani on line locali e qualche Consigliere Comunale hanno chiesto le mie dimissioni dalla Presidenza dell'Accademia Olimpica. Credo che la mia buona fede non possa esser messa in discussione, non foss'altro che per il fatto che io stesso ho investito con fiducia buona parte dei miei risparmi nelle azioni della banca cittadina.
Detto ciò, non è agevole comprendere come possa esservi qualsivoglia connessione con la Presidenza di un organismo finalizzato alla cultura vicentina come l'Accademia Olimpica.
Ciò premesso, spinto esclusivamente dall'amore per l'Accademia stessa e per quanto essa rappresenta per il tessuto culturale berico - e volendo evitare che con la mia presenza (da taluni considerata ingombrante) si possano/vogliano gettare delle ombre circa la sua benemerita attività -, ritengo che fare un passo indietro possa costituire un gesto significativo della mia incondizionata dedizione nei confronti della prestigiosa Istituzione.
Con la presente, quindi, rassegno, pur con grande amarezza, le mie irrevocabili dimissioni da Presidente.
Colgo l'occasione per ringraziare gli Accademici che lo scorso anno - pressoché all'unanimità - mi hanno eletto come Presidente super partes e, in particolare, quanti profondono il loro generoso apporto senza aver mai smesso di dimostrarmi la loro sincera amicizia e stima.
È ovviamente inteso che il mio impegno e la mia dedizione resteranno immutati.
Marino Breganze
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