Marco Scillieri: come difendere i risparmi, un'opinione discutibile ma da discutere
Lunedi 1 Agosto 2016 alle 11:03 | 0 commenti
Alla presentazione del libro "Vicenza. La città Sbancata", organizzata dai gruppi del MoVimento 5 Stelle dell'Alto Vicentino, coordinati da Daniele Sartore, consigliere comunale, e Luca Canale, che hanno ottimamente condotto e moderato l'incontro nella sala della biblioteca comunale di Piovene Rocchette completamemte piena di soci "truffati" dalla BPVi dell'ex presidente Gianni Zonin e di cittadini che hanno voluto capire di più sul flop del secolo a Vicenza acquistando poi, numerosi, il libro, praticamente di nuovo esaurito prima della seconda ristampa (ne trovi le ultime copie disponibili su Amazon.it, da noi in Viale MIlano 31 a Vicenza e presso le migliori edicole e librerie del Vicentino), ha fatto da "gustoso" antipasto l'intervento di Marco Scillieri, un po' da "santone dell'economia", scrivevamo, un po' di più da provocatore dell'attenzione dei presenti sul sistema economico e finanziario internazionale gestito da "istituzioni sovranazionali antidemocratiche e non votate da nessuno" e che esprime un un "mercato finanziario truccato dalle mega banche".
Dopo aver pubblicato i due video con la presentazione del volume ricco di 342 pagine, che raccolgono una selezione degli articoli pubblicati su VicenzaPiu.com fin dal 13 agosto 2010 sullo stato di crisi della Banca Popolare di Vicenza, nascosto dai vertici dell'Istituto e non evidenziato da altri media, e con i numerosi interventi del pubblico, vi proponiamo anche le "teorie" di Scillieri, alcune condivisibili da chi scrive, altre, come naturale, meno ma tutte utili a far sì che la "gente" cominci a "masticare qualcosa in più di economia e finanza per tirar su l'Italia dal disonorevole 63°posto che occupa nella speciale classifica sull'educazione finanziaria e per non essere succubi dei funzionari bancari che tendono a propinare i titoli che fanno comodo a chi vende e non a chi compra oltre che di una stampa spesso "asservita" agli interessi dei potentati economico-finanziari.
E non a caso nella classifica per la libertà di stampa l'Italia è scesa ancora più in basso: è al 77° posto nel mondo.
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