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Marcinelle, Colombara: con padre Bordignon una storia anche vicentina

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 9 Agosto 2012 alle 15:06 | 0 commenti

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Raffaele Colombara, Vice presidente Ente Vicentini nel Mondo - Ieri il 56° anniversario della tragedia di Marcinelle, in cui persero la vita 262 minatori di cui 136 italiani. Dal primo luglio scorso questa località del Belgio non e' più solo luogo della memoria per onorare i minatori che vi persero la vita, ma anche patrimonio mondiale dell'umanità riconosciuto dall'Unesco.

Se questo è stato possibile, lo si è dovuto anche alla caparbietà ed al cuore di un vicentino, padre Gianni Bordignon, missionario scalabriniano, che ha dedicato gli ultimi decenni a questo obiettivo.
Lo scorso 22 luglio padre Gianni è stato ospite a Pojana Maggiore alla 14^ edizione della Festa Itinerante dell'Emigrante organizzata dall'Ente Vicentini nel Mondo, da sempre attento a ricordare, anche con iniziative tra i giovani, la memoria di una parte importante della nostra storia. Qui il missionario scalabriniano ha raccontato la sua storia e le battaglie per raggiungere questo importante obiettivo.

La storia - La Missione Cattolica Italiana dei Padri Scalabriniani di Marchienne Au Pont - Charleroi (Belgio) ha accompagnato da sempre i lavoratori italiani, specialmente i minatori arrivati in Belgio nel secondo dopoguerra.
Due missionari, P. Giacomo Sartori e P. Silvio Moro, erano tra i primi presenti in quel terribile incidente nella miniera del Bois du Cazier a Marcinelle, l' 8 agosto del 1956, dove, perirono per l'appunto anche 136 italiani.
Memori di questa storia così dolorosa per tante famiglie e per il mondo dei lavoratori, i Missionari continuarono la loro opera di sostegno alle famiglie ed ai figli rimasti orfani, e quel luogo di tragedia divenne sacro e terra degna del più profondo rispetto per la tanta storia che racchiudeva nelle sue viscere.
Nel corso dei decenni, tuttavia, furono avanzate molte ipotesi sulle possibili destinazioni del sito, tanto che ad un certo punto sul luogo della tragedia fu progettato un centro commerciale.
Fu allora che i missionari stimarono opportuno salvare quel luogo dall'oblio e far sì che il pozzo "Bois du Cazier" diventasse un luogo significativo di riferimento per il sacrificio del lavoratore della miniera del mondo intero.
E così P. Gianni Bordignon, originario del bassanese e lì missionario negli anni ' 80, profondamente colpito dal racconto di tanti minatori sensibilizzò e provocò la collaborazione di molti di loro impegnati nelle istituzioni e nel mondo del lavoro dando vita al gruppo degli "Ex-Minatori", con l'obiettivo di coltivare e trasmettere la storia vissuta alle nuove generazioni, e realizzare come perenne ricordo un segno visibile e significativo di questa sofferta epoca dell'emigrazione: fare cioè del Bois du Cazier di Marcinelle un memoriale dei minatori del mondo intero.
Oggi questo obiettivo è stato realizzato.

Don Gianni ha voluto così commentare la notizia del riconoscimento del Bois du Cazier di Marcinelle come Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO: "Son contento per il riconoscimento dato a tanti lavoratori che hanno sacrificato la loro vita per un pane meno duro in nome del rispetto e della dignità di ogni persona e di ogni famiglia. Come non sentirmi unito a tanti minatori italiani e stranieri che ho incontrato nella vita e insieme ai quali abbiamo voluto questo monumento. Che le nuove generazioni sappiano attingere da questa dolorosa storia per costruire il loro avvenire, fatto sempre di conquista e di rispetto. Se io come missionario mi son dato da fare è perché fosse riconosciuta la dignità ed il rispetto di ogni persona umana. E' l'ideale che cerca di trasmettere ogni Missione Cattolica Scalabriniana, che quest'anno celebra 125 anni di Fondazione. Scalabriniani: compagni di viaggio di tanti lavoratori per le vie del mondo. Le mie felicitazioni, e sarò là l'8 Agosto (ieri, ndr)"


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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