Cestaro: sedie contro arbitri del Famila Basket e kalashinikov contro manifestanti Unicomm
Sabato 16 Gennaio 2016 alle 17:33 | 0 commenti
«Verso mezzogiorno davati al deposito Unicomm a Dueville è venuto ad "incontrare" i lavoratori fuori dai cancelli il suo titolare, il signor Marcello Cestaro. Dopo aver ascoltato le ragioni dei lavoratori, ha cominciato a urlare e a minacciarli con queste testuali parole "Non mi fate paura, ne chiamo 40 da Reggio Calabria". Le parole intimidatorie sono continuate con "ho i kalashinikov e le pistole" e simulando con le mani il gesto di sparare»: così riferisce Germano Raniero, battagliero segretario della Usb di Vicenza in una mail dedicata essenzialmente ai problemi di un'altra catena distributiva minore locale quella a marchio Prix, di cui riferiamo a parte.
Conosciamo personalmente Raniero e la sua "animosità " e conosciamo anche Marcello Cestaro che con la sua Unicomm gestisce i marchi Emisfero, Famila, A&O e Cash and Carry (C+C) in tutto il Nord Est, con 148 punti vendita siti in un'area che va da Vicenza a Imola e da Belluno a Trieste, e che dà lavoro a circa 7.000 dipendenti.
Ma Marcello Cestaro, a parte un paio di incontri per interviste sulla sua azienda, lo abbiamo incontrato soprattutto in occasione di alcune partite del suo Famila Basket Schio, in cui dà , a volte, più spettacolo delle sue fortissime giocatrici facendo il loro super tifoso ma anche agitando sedie contro gli arbitri e inveendo contro allenatori e dirigenti avversari.
Cestaro è fatto così, un focoso capopopolo da palazzetto, poco abituato ad essere contraddetto e molto, troppo?, innamorato delle sue creature, squadre o aziende che siano.
Anche Raniero non è certo un sindacalista gentleman e anche lui non è da meno di Cestaro per impegno e animosità , però e ovviamente in difesa dei lavoratori in lotta, tanto da eccedere in certi suoi racconti, che pendono, talvolta, da una sola parte.
Ci piacerebbe, quindi, pensare da un lato che Germano Raniero abbia esagerato nel suo interpretare le minacce di Cestaro come tali e reali e non come magari uno "sfogo" fatto nell'ex PalaCampagnola e non nel piazzale Unicomm.
E dall'altro che bello sarebbe se Marcello Cestaro ammettesse che certe parole (i kalashinikov stanno uccidendo tanti innocenti, presidente) non andrebbero pronunciate neanche per scherzo, tanto più da un "presidente", come lui è, di aziende e di squadre...
Spesso non gli riesce con gli arbitri che lo espellono e lo fanno squalificare, ma ci provi allora con i suoi lavoratori che ai sui interessi, legittimi, da padrone oppongono le loro necessità , vitali, da dipendenti.
Se il presidente del Famila talvolta ha ragione con gli arbitri, che poi per reazione poi tartassano lui e, quindi, la sua squadra, il presidente della Unicomm non faccia l'autolesionista con la sua azienda incattivendo i rapporti con chi lavora per sè ma anche per il suo business: "in medio stat virtus", dove virtus non è il nome di una squadra di basket ma significa "virtù".
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