Mara Fagan dopo tentato suicidio commenta nostro ultimo articolo su dramma soci traditi da Veneto Banca e BPVi: "i veneti per coraggio valgono zero". A chi sta come lei diciamo: del suicidio godrebbero solo i responsabili del disastro!
Sabato 15 Luglio 2017 alle 23:59 | 1 commenti
Pubblichiamo la lettera testimomianza di Mara Fagan, che pochi giorni fa ha tentato il suicidio nella filiale storica di Veneto Banca a Montebelluna, e la nostra risposta: se volete leggete anche questa ma qualcun altro abbia il coraggio di rispondere a Marave a chi sta nelle sue condizioni.
Gent. mo Direttore Giovanni Coviello, ho appena letto il suo articolo oggi pubblicato in internet, dove io La seguo costantemente: "I soci risparmiatori di BPVi e Veneto Banca: becchi e bastonati. Con o senza transazione". Leggo che c'è anche un invito a non mollare e a ricordare in futuro cosa ci ha fatto il sistema di potere, locale e nazionale. Altrimenti, lei scrive, sareste gli unici "becchi e bastonati".
Ebbene la gente ha la memoria corta; gli italiani hanno una mente semplice... a loro bastano le partite di pallone, qualche cantante idiota che salta sul palco come una scimmia, per dimenticare tutto.
Io non sono così: le rammento, come avrà saputo, che nei gg. scorsi io ho tentato di finire questa vita iniettandomi nella sede di Veneto Banca di Montebelluna una fiala intera di insulina (60 unità ).
E non era una "dimostrazione", era veramente mia intenzione farla finita. Mio malgrado mi hanno "salvata". Non so per quanto tempo ancòra.
Io non posso dimenticare quanto ci hanno portato via e che vita la mia intera famiglia dovrà fare, con 2 miei fratelli gravemente malati (uno colpito da ictus, l'altro affetto da neoformazione cerebellare, insulinodipendente causa diabete mellito e oramai cieco), senza sostegni o pensioni.
Tutto questo per rendere l'idea... e ora io sono allo stremo, come la mia intera famiglia, visto e considerato che NULLA è stato fatto. Abbiamo perso tutto (leggasi risparmi di tutti noi: 50 anni di privazioni e super sacrifici dei miei genitori e di noi 5 figli), 1.525.050 euro + 300.000 euro di cedole che ci dovevano essere corrisposte sulle "sicurissime" (così definite) obbligazioni da noi sottoscritte con scad. 31-12-17, per un totale prossimo a 1.850.000 euro.
Luca Zaia da me interpellato NON ha fatto niente di niente, anzi mi ha mandata dalla segretaria dell'assessore delle politiche sociali.
Lui invece di partecipare alle ns. poche manifestazioni (ultima quella di Vicenza) ha preferito dare importanza, come si dice in giro, alla "Fiera di S. Lucia di Piave " a "grattare la panza ai cavai", al prosecco di Valdobbiadene o, come notizia di oggi, a Cison di Valmarino con Sgarbi per le "Case Marian", mentre noi siamo assolutamente a terra, senza alcuna tangibile possibilità di resilienza.
Idem la Boldrini alla quale ho inviato una lettera poco dopo quanto avevo fatto. Nessuna risposta.
Il popolo veneto è grande lavoratore, non c'è alcun dubbio, ma cerebralmente dispiace dire che vale ZERO! Nessuno degli azionisti, grandi o piccoli, è stato capace di alzare la "testina" e prendere posizione in banca, come solo la mia famiglia ha fatto (bene o male). Si doveva andare alla direzione centrale di Veneto B.ca (in v. Feltrina sud, 250) con le cosiddette "sporte" per riprenderci i ns. soldi, e a "trovare i ns. amici TRINCA e CONSOLI", nonchè tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione dal 1997 ad oggi: i nomi li conosciamo tutti.
Nessuno, dico nessuno, si è mosso! Troppa fatica.
Sono state fatte solo chiacchiere inconcludenti da piccoli uomini, assolutamente impreparati sotto tutti i punti di vista con chissà quali celate aspirazioni, che, volendo atteggiarsi a paladini, sono stati definiti sui giornali semplicemente "giullari di popolo".
"IO NON HO PIU' PAROLE"!!!, né forza.
Assioma: A qualunque fazione appartengano (anche quelle nuove)... i politici (definiti camerieri del potere bancario) si vogliono solamente tenere stretto il loro posticino, poi le cose vadano come vadano...
La saluto.
Mara Fagan
Carissima lettrice, la ringrazio per la testimonianza diretta del suo dramma che, però, coinvolge la "codardia" del popolo veneto che accetta e tollera dirigenti e sceglie e vota politici attenti soprattutto alla loro immagine mediatica se non solo agli interessi loro e delle loro camarille. Lei, invece, denuncia tutto questo, codardia inclusa, con un coraggio così grande che la deve portare a continuare a lottare e non a mollare col togliersi la vita, gesto che "eviterebbe" solo a quei politici e a quei dirigenti una persona e una famiglia in più a cui dover rendere conto qui, difficile, o, per chi ci crede, in un altro mondo, l'unico, dicono, giusto.
E che esista o, ancora di più, che non esista solo persone come lei possono punire col loro semplice sguardo chi ha consentito questo, in Veneto Banca e in Banca Popolare di Vicenza: i vertici delle due ex banche, chi operando male per dolo chi incapacità a cogliere il nuovo; Banca d'Italia e gli organi di Vigilanza, non controllando controllando male o, peggio, imponendo forzature e ricatti del "sistema finanziario" a chi non si adeguava ai suoi disegni; i media asserviti, che spesso, troppo spesso hanno girato lo sguardo dall'altra parte; i politici prima collusi con chi, ai vari livelli e in vario modo, ha iniziato ad uccidere decine di migliaia di azionisti risparmiatori e ora complici visto che stanno consentendo la loro condanna finale col decreto legge in approvazione.
Ma, cara Mara, lei e chi sta come lei siete stati "uccisi" solo economicamente, anche se questo "solo" è drammatico per ognuno di voi e per il territorio che vi sta intorno.
Ma quelli che meritano la morte morale e che, visto che questo a loro poco interessa, devono essere cancellati da ogni ruolo, privato e pubblico che sia, sono gli uomini del potere locale e nazionale, finanziario e politico.
Perché questo avvenga, prima o poi, noi, col nostro giornalsimo web che si... diffonde ovunque, ce la stiamo mettendo tutta.
Ma, carrissima Mara, senza Persone come lei rimarremmo soli nella nostra lotta per la verità e la giustizia.
E rimarremmo senza la speranza di ridare il coraggio a chi non ce l'ha grazie anche a lettere come la sua.Â
Noi abbiamo bisogno di lei, Mara, e con noi la parte migliore dell'Italia e del Veneto.
Il direttore
Â
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