Manifestazione Anci a Roma, Tomasi: un coro di richieste unanimi
Martedi 24 Luglio 2012 alle 17:53 | 0 commenti
Anciveneto - Rischia di essere confermato un taglio ai trasferimenti di 2,5 miliardi in un anno e mezzo, insostenibile per i Comuni. Tanti sindaci alla manifestazione di oggi a Roma, ma di fatto un solo coro: basta rivalersi sui Comuni per abbattere il debito pubblico. Di fronte al Senato Anciveneto era presente con una cinquantina di amministratori comunali, una delle delegazioni più folte tra le centinaia di manifestanti presenti. Tutti pronti a ribadire quanto richiesto già da tempo: una revisione del patto di stabilità , la certezza che l'Imu rimanga ai Comuni, lo stop ai tagli lineari o basati su dati superficiali e disaggregati.
«Le municipalità rischiano di subire 2 miliardi di tagli ai trasferimenti, più altri 500 milioni da decurtare attraverso la spending review -attacca Pier Antonio Tomasi, vicepresidente di Anciveneto, alla testa della delegazione- Bisogna eliminare gli sprechi veri, e per farlo occorre un'analisi della spesa effettuata assieme ai Comuni interessati e non su stime. Faccio l'esempio di Venezia: sono state classificate tra le consulenze da tagliare persino spese necessarie per il sociale. Se si continua su questa scia, senza una vera concertazione, si rischia davvero di arrivare a una situazione di estremo disagio. Sul palco si sono succeduti sindaci di città capoluogo del Veneto, come Giorgio Orsoni per il capoluogo lagunare e Flavio Tosi per Verona; ma a Roma erano presenti anche Jacopo Massaro di Belluno, Flavio Zanonato di Padova e Bruno Piva di Belluno. Di tutti questi temi se ne riparlerà comunque a settembre, come annunciato dal presidente dell'Anci nazionale Graziano Delrio che aprirà un vero e proprio fronte. Delrio peraltro si è mostrato deluso dall'incontro con il Ministro dei rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il quale, in un incontro al termine della manifestazione, ha confermato il timore dell'ulteriore taglio dei trasferimenti; prospettiva che per l'Anci rischia di impedire il rispetto del patto di stabilità e di portare a un pesante conflitto istituzionale tra Stato e Comuni.
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