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Maldastico sud

Di Marco Milioni Domenica 3 Giugno 2012 alle 11:10 | 0 commenti

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Tratto da VicenzaPiù n. 235 (abbonati alla moderna versione online sfogliabile e dal prossimo numero con articoli leggibili anche in formato testo. VicenzaPiù Edicola è ora disponibile in abbonamento con due modalità: Abbonamento standard a 18 Euro all'anno Iva di legge inclusa, Abbonamento sostenitore a 30 Euro all'anno Iva di legge inclusa).
Le rogne in cui è incappata la Serenissima Costruzioni, braccio operativo della Brescia Padova nella realizzazione della Vicenza Rovigo, hanno messo in fibrillazione l'entourage di Titti Schneck. E mentre Rifondazione batte i pugni per chiedere le carte, sulle infrastrutture venete si staglia lo spettro dell'infiltrazione economica mafiosa

Sembra che il presidente della provincia berica Titti Schneck della Lega sia sobbalzato sulla sedia quando ha saputo la notizia in forma riservata. Con lui più d'uno nel cerchio magico del suo entourage. Ma di che cosa si tratta? La Serenissima Costruzioni, la spa di proprietà della Brescia Padova, di quest'ultima la provincia è socio di riferimento con Schneck presidente, avrebbe avuto delle rogne gravi con un cantiere della Valdastico Sud. Più nel dettaglio ci sarebbe stato un controllo interforze coordinato dalla prefettura della città del Santo (Dia, carabinieri, fiamme gialle, polizia, Spisal e ispettorato del lavoro) che avrebbe accertato una serie di anomalie relative al contratto in essere tra la stessa Serenissima Costruzioni ed una ditta appaltatrice, la Ctc srl, tra i cui soci risulta un certo Luigi Conforto, pregiudicato, originario della provincia di Catanzaro. Il controllo sarebbe avvenuto nel Patavino, nel cantiere della A31 sud, prossima alla inaugurazione, a ridosso dello svincolo di Megliadino San Vitale. In realtà la voce circolava a palazzo Nievo da settimane ma il più lesto di tutti a rivelare i primi retroscena era stato il Corriere del Veneto con un lungo reportage firmato da Roberta Polese sull'edizione del 18 maggio 2012 a pagina 3. Sempre il Corveneto parla di multe per sovraccarico che le forze dell'ordine avrebbero elevato nei confronti di alcuni camion che trasportavano materiali ferrosi. Alcuni mezzi proverrebbero dalla Campania, altri dalla Calabria ed altri ancora da alcune acciaierie vicentine. La vicenda si ricollega quindi al cosiddetto affaire Valdastico Sud rispetto al quale starebbe indagando la procura antimafia di Venezia. Inchiesta che starebbe accendendo un faro sulle modalità con cui Brescia Padova ha utilizzato i residui di fonderia come sedime per il tracciato. Regolarmente resi inerti e buoni come sottofondo o non lavorati e pericolosi tanto da correre il rischio di una campagna circostante inquinata da metalli pesanti?

Frattanto, mentre il magistrato incaricato Rita Ugolini procede l'indagine nel più stretto riserbo, rimangono i dubbi sollevati da Marco Nosarini, silvicultore ed esperto di giardinaggio col pallino dell'archeologia. Il quale da mesi, senza soddisfazione, chiede ai sindaci berici interessati dal tracciato della Valdastico Sud di avviare una campagna indipendente di monitoraggio sullo stato delle falde e delle rogge a ridosso del tracciato. Secondo quest'ultimo infatti «il campanello d'allarme per alcuni cani morti che si erano abbeverati lungo il sedime» dovrebbe essere preso in seria considerazione (VicenzaPiù del 12 maggio 2012, pagina 13). Lo stesso Nosarini però a metà della settimana passata aveva lanciato un altro monito. «Da giorni ho notato un aumento assai cospicuo ed anomalo della portata della canaletta chiusa e tombinata che alimenta lo scolo Fossona nella omonima località di Cervarese Santa Croce nel Padovano. Quella canaletta con ogni probabilità è ingrossata a causa di una perdita di una derivazione del canale artificiale irriguo denominato Leb, che quando intubato non dovrebbe avere cedimenti o deflussi. La questione importante - spiega ancora Nosarini - è che il Leb nel suo corso potrebbe intercettare inquinanti pericolosi sia perché le acque sono transitate a ridosso del tracciato della Valdastico Sud, sia perché nel Leb, provenienti da nord, possono finire i reflui miscelati in acqua, delle concerie del distretto berico della Valchiampo. Mi auguro che le autorità vigilino in tal senso».

Problemi ambientali a parte, reali o presunti, sul tavolo della politica vicentina però c'è un'altra incombenza. Due mesi fa Rifondazione Comunista a palazzo Nievo era intervenuta col consigliere Emilio Franzina che aveva chiesto alla provincia di muoversi presso la Brescia Padova. Il motivo? Franzina chiedeva l'intera lista degli appaltatori ed eventualmente subappaltatori della Serenissima Costruzioni, il braccio cantieristico della Brescia Padova, nell'ambito delle opere per la A31 sud Vicenza Rovigo. «Sebbene la cosa spetti al consigliere per legge - accusa il segretario provinciale di Rc Giuliano Ezzelini Storti - Franzina la documentazione completa relativa alla Brescia Padova non l'ha vista nemmeno col binocolo. Ora le notizie che arrivano dai media regionali ci rendono ancor più inquieti perché danno conferma dei nostri dubbi e delle nostre perplessità. Credo sia giunta l'ora di fare chiarezza. Altrimenti agiremo nelle sedi competenti».

Sullo sfondo comunque rimane la questione della permeabilità del territorio veneto rispetto all'economia orbitante attorno al crimine organizzato. Il 18 aprile la commissione antimafia era in missione proprio nel Veneto. Sempre Roberta Polese, ma stavolta su ilfattoquotidiano.it del 20 aprile dà un quadro della situazione molto preciso: «Un dato rilevante è stato portato a conoscenza della commissione: le cosche che si fanno la guerra al sud, in Veneto creano una sorta di alleanza. La ‘ndrangheta è particolarmente attiva nel settore del ciclo del cemento, e, stando alle relazioni, le varie aziende ‘contigue' alle famiglie calabresi che in terra d'origine si combattono a suon di spari, nel veronese e nel vicentino cooperano insieme, perchè l'obiettivo è far girare i soldi. E così l'ovest del Veneto appare come una piccola Calabria in miniatura, in cui c'è spazio per tutti e dove si pulisce il denaro che viene dalla droga. Si ripropongono così i Dragone e i Grande Aracri di Cutro, gli Anello-Fiumana di Filadelfia, i Vrenna-Ciampà Bonaventura di Crotone, i Papalia-Italiano di Delianuova, i Morabito-Pangallo-Marte di Africo Nuovo, i Bellocco di Rosarno i Piromalli-Molè di Gioia Tauro. E proprio a quest'ultima cosca la Guardia di Finanza Calabrese ha inferto un duro colpo. Nel giugno del 2011 si è chiusa l'indagine ‘Panama' contro il narcotraffico, la procura antimafia di Reggio Calabria emette 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere: tre di queste persone, calabresi di origine, sono residenti a Sommacampagna, Bussolengo e Peschiera (Verona). Un mese dopo la Dia veneta sequestra tre milioni di euro a Domenico Multari, detto ‘Gheddafi', originario di Cutro e affiliato ai Dragone. Il calabrese è residente a Zimella, sempre nel veronese, e in sette anni di ‘soggiorno' al nord aveva dichiarato 40mila euro di reddito, mentre viveva in una vlla con un sistema di sorveglianza di ultima generazione».

E quando si parla di cemento e mafia lo spettro che aleggia sul Veneto e quello che arriva da ovest, dalla Lombardia in primis dove le "liason dangereuse" con la politica e il mondo degli affari hanno messo a soqquadro anche la parte alta della piramide del potere locale. Il 24 maggio 2012 Paolo Biondani, noto cronista di Report, intervista Alfredo Robledo, procuratore aggiunto a Milano. Il servizio è pubblicato su L'Espresso a pagina 46. «Quali sono i settori a più alto tasso di corruzione?». Chiede il giornalista. La risposta è articolata così: «Edilizia, rifiuti e sanità... Edilizia, rifiuti e sanità formano un ciclo. L'imprenditore inserito nel sistema acquista sotto-prezzo terreni inquinati, paga tangenti su permessi e controlli, finge di bonificare e nasconde i rifiuti sotto palazzi, centri commerciali e grandi opere. L'importante è fare affari, arricchirsi individualmente ai danni dell'intera collettività: finiti i lavori chi va a vedere che cosa c'è sotto il cemento?... In alcuni cantieri delle autostrade lombarde rischiamo di ritrovarci con gli stessi guai della Salerno Reggio Calabria».

E così spettri ed ombre si moltiplicano sul futuro della Vicenza Rovigo, la quale già quattro anni fa era stata interessata, per alcuni lotti, ad un maxi sequestro della procura antimafia di Caltanissetta. Sotto indagine era finito il calcestruzzo usato proprio sulla Valastico Sud, ma anche in altre opere. Nel mirino degli investigatori erano finite anche la Italcementi e la Calcestruzzi spa, due colossi del settore. In tal senso su Repubblica.it del 27 novembre 2008 si legge: «L'indagine mira ad accertare se la Calcestruzzi abbia proceduto, non solo nella provincia di Caltanissetta e nella regione, ma anche su tutto il territorio nazionale, a una illecita creazione di fondi neri... da destinare in parte, quantomeno in Sicilia, ai clan mafiosi dell'isola, nonché l'eventuale esistenza di una strategia aziendale... adottata su scala nazionale e gestita, a mezzo anche del sistema informatico, con la consapevolezza dei vertici societari... finalizzata ad un sistematico risparmio del cemento nelle forniture di calcestruzzo destinate alla realizzazione di opere pubbliche».

Ma parlare della zona meridionale della provincia di Vicenza, significa anche parlare di urbanistica contestata: ovvero del maxi centro logistico della Despar previsto a Longare nel costruendo svincolo della A31 sud (Vicenzapiu.com del giorno 8 gennaio 2012). Una vicenda che ha messo muro contro muro i residenti e l'amministrazione di Longare e dei comuni contermini. Tant'è che il comitato dei Casoni, che si batte contro l'insediamento, giudicato un mostro ambientale, la settimana passata si è messo in moto con i suoi supporter. «La Riviera berica come la Valdorcia nel Senese», fuori la Despar dalla Riviera Berica. È questo lo slogan che sintetizza il sit-in concretizzatosi il 15 maggio. Cerimoniere della iniziativa, organizzata lungo i campi a ridosso della statale sotto la villa la Rotonda a Vicenza, è stato Vincenzo Campanaro, il portavoce del comitato. Poco dopo gli aderenti hanno seminato simbolicamente granturco e altro per rendere tangibili le richieste alternative al polo logistico osteggiato anche da tutte le categorie agricole ed economiche con l'eccezione di Banca del Centroveneto e di Assindustria Vicenza, la cui posizione è al momento più sfumata. E rispetto agli annunci della Aspiag Despar di scegliere un altro posto lungo il tracciato della A31 in assenza di un chiaro assenso da parte della popolazione lo stesso Campanaro dice di non crederci «più di tanto perché la cosa sa molto di ritirata strategica».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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