Macroregione ferroviaria del Nord, Colombara: un'occasione per la nostra città
Sabato 20 Luglio 2013 alle 21:59 | 0 commenti
Raffaele Colombara, Lista Variati Sindaco - Interpellanza.
Storia di una spending review al contrario e di una rivoluzione - possibile - a costo zero
Dopo la "rimodulazione" del servizio ferroviario sulla tratta Vicenza-Schio secondo il nuovo orario "cadenzato" (corse dei treni allo stesso minuto di ogni ora, ma anche riduzione del numero, da 24 a 15, 7 nei festivi), lo scorso 9 luglio la Regione Veneto ha comunicato la soppressione dal prossimo orario invernale di 4 coppie di treni interregionali, gli unici rimasti a collegare Venezia con Milano:
i treni 2089; 2095; 2107; 2113 in partenza da MILANO; soprattutto, i treni 2090; 2098; 2106; 2110, in partenza da VENEZIA.
Gli interregionali (sic!) si muoveranno da Venezia per fermarsi a Verona.
La "rimodulazione" del servizio ferroviario sulla tratta Vicenza-Schio e la soppressione degli interregionali per Milano vogliono dire concretamente tagli di servizi e aumento dei costi per migliaia tra pendolari, studenti e loro famiglie che si muovono da e per la nostra città . Una scelta molto grave.
Come è immaginabile tutto ciò in tempi in cui la domanda di trasporto ferroviario sta crescendo?
Soprattutto, queste scelte mettono a nudo l'incapacità della Regione di investire, prima che per oggettive ristrettezze finanziarie, per mancanza di visione e volontà .
Privando così la nostra città di un'occasione di sviluppo.
Per Vicenza quella del trasporto ferroviario può rappresentare una chiave per recitare un vero ruolo rispetto alla PaTreVe e a Verona: la nostra città e il territorio hanno tutte le carte in regola per sfruttare le importanti risorse infrastrutturali esistenti e un bacino di utenti in espansione.
Anziché il raddoppio del prezzo del biglietto, il raddoppio dei binari!
Tagli e aumenti
Quindi, da Vicenza a Milano solo sui FrecciaBianca: costo di questa curiosa spending reviev al contrario per le tasche dei cittadini contribuenti, dagli attuali 14,30 euro di un interregionale ai 28 euro di un FrecciaBianca: il doppio!
Come non bastasse, se i residenti nella ridente campagna veneta che non partono dai capoluoghi di provincia dove fermano i Freccia di Trenitalia vorranno attraversare la Macroregione del Nord per raggiungerne i gangli vitali dovranno sobbarcarsi tempi e costi aggiuntivi attraverso collegamenti secondari.
E qui entrano in gioco le soluzioni pensate per rendere più intriganti le noiose tratte pendolari, nella logica "il servizio è inefficiente? Bene, invece di renderlo efficiente, tagliamolo". Ecco allora la soppressione o, meglio, "rimodulazione" dell'offerta sulle linee secondarie, come la nostra Vicenza-Schio, secondo il nuovo orario "Scadenzato" di cui ampiamente si è parlato nelle scorse settimane: una occasione mancata, perché pur rendendo regolari le linee, non sfrutta i collegamenti non curando le coincidenze; che si vanno ad assommare ai cronici disservizi, quali sovraffollamento e ritardi.
La Regione Veneto: "una rimodulazione del servizio ferroviario interno regionale che non prevede più treni di collegamento a lunga percorrenza con le altre regioni"!
In realtà sembrerebbe che Trenitalia in occasione dell'Expo meneghina, il grande evento che celebrerà la Macroregione del Nord, possa cedere alcuni slot a Italo: proprio quattro, proprio sulla tratta Venezia Milano.
Coincidenze.
Naturalmente, la Regione Veneto si è detta disponibile a valutare possibili altre soluzioni, indirizzando la ricerca su un percorso che non comporti alcun tipo di esborso finanziario: cioè, su un binario morto.
Risultato: i vicentini, che oggi usufruiscono di questi treni importantissimi soprattutto per il trasporto pendolare nelle fasce della mattina e della sera, si ritroveranno con una offerta di trasporto utile in alcuni casi quasi azzerata. Quindi, tagli di servizi per migliaia tra pendolari, studenti e loro famiglie, costretti, in una situazione economica già così difficile, a svenarsi per potersi spostare. Una scelta gravissima.
Un'occasione per la nostra cittÃ
Da sempre lo sviluppo di un territorio passa per le linee di comunicazione che lo attraversano e la capacità di rendere nodale quell'area.
C'è però un diverso ordine di considerazioni che queste ultime vicende impongono e offre lo spunto per alcune riflessioni di più ampio respiro.
Tagli, aumenti e disservizi sono il risultato, in generale, di un indirizzo politico che non ha fatto del trasporto su rotaia una priorità .
Da parte della Regione una incapacità di investire, prima che per oggettive ristrettezze finanziarie, per mancanza di visione e volontà .
Investimenti che altre regioni, invece, stanno già facendo.
Nel decennio 2003-2012, mentre il Veneto, una delle regioni che meno investe nella mobilità ferroviaria, ha diretto oltre il 92% della spesa per infrastrutture sulla rete stradale e autostradale, nello stesso periodo il Piemonte ha investito il 44% sulla rete ferroviaria, la Lombardia il 35%, l'Emilia-Romagna il 26% (dati "Rapporto Pendolaria 2012").
Scelte che finiscono per svantaggiare, in particolare, il nostro territorio: tra Padova e Venezia, in realtà , i binari sono stati raddoppiati e funziona un embrione della Metropolitana regionale.
Non sarebbe tempo di guardare anche a questa parte della regione?
Vicenza avrebbe la possibilità di assumere un ruolo nell'asse Milano Venezia e non rimanere schiacciata tra Verona e la PaTreVe.
Questo valorizzando il ruolo di interscambio del nodo di Vicenza.
Un operazione realizzabile attraverso una razionalizzazione dell'esistente, quindi a costo limitato, prima ancora che attraverso nuovi investimenti finanziari.
La revisione generale di tutte le linee regionali venete che ha prodotto il nuovo orario Cadenzato avrebbe potuto essere una di queste: alla luce dei fatti, al di là di alcuni apprezzabili risultati anche sulla Vicenza-Schio, si è rivelata soprattutto una occasione mancata, perché ha reso, si, regolari le linee, ma non ha saputo sfruttare i collegamenti attraverso la sincronizzazione delle coincidenze. Nel nuovo orario, continuano ad esservi coincidenze per Milano e Venezia sfavorevoli da Schio; coincidenze e tempi di percorrenza elevati da Treviso; irregolarità delle coincidenze con due cambi da Bassano e Montebelluna. In compenso lascia intoccata l'enorme inefficienza delle linee d'autobus parallele alle ferrovie.
In definitiva, un'occasione mancata, perche l'offerta prodotta dalla Regione, che riduce i treni, non tiene conto della domanda in crescita dei servizi ferroviari, non solo dei vicentini; non sa valorizzare le importanti risorse infrastrutturali esistenti in termini di interconnessione.
Perché qui sta il punto. Oggi pochi considerano Vicenza come punto di interscambio per andare a Milano da Schio; nessuno da Treviso, Castelfranco, Bassano, Cittadella e Montebelluna.
Proprio in questa possibilità di interscambio sta invece la potenziale capacità attrattiva di Vicenza.
Infatti, Vicenza ha una stazione che serve un bacino di circa 115.000 abitanti. Una dimensione limitata, che mette in discussione, per esempio, la presenza di una fermata TAV.
Ma è anche un nodo ferroviario importante, punto di partenza delle linee per Schio e Treviso; la sola tratta per Schio serve un bacino di circa 100.000 abitanti; degli spostamenti in treno diretti a Vicenza, oltre il 50% arrivano dalle 3 principali stazioni della linea di Schio: Dueville, Thiene e Schio. La direttrice per Treviso apre ad una dimensione extra provinciale. Vicenza è inoltre strategica per il traffico merci, perché per la nostra stazione passano le merci per il Tarvisio (Austria, Europa dell'Est).
Un bacino ricco quindi di potenzialità .
Rendere conveniente cambiare a Vicenza invece che a Padova farebbe ruotare sulla stazione di Vicenza un'utenza stimata di almeno 550.000 persone (dati "Ferrovie a NordEst").
Ciò sposterebbe per esempio l'ago della bilancia nella partita TAV.
Facilmente intuibili sarebbero poi le ricadute in termini turistici per la centralità che Vicenza assumerebbe, punto di partenza ideale per le mete turistiche regionali, oltre che meta turistica essa stessa. E in un momento di difficoltà economica, non è forse questo un obiettivo che la nostra città deve perseguire?
Vi è poi la questione della scarsa integrazione di percorsi, orari e tariffe fra treno e autobus, che continuano ad offrire servizi concorrenti e sovrapposti. E' ben vero che quest'anno la Regione per i trasporti avrà da Roma minori trasferimenti, ma proprio per questo, in un'ottica di razionalizzazione delle risorse, non si potrebbe cominciare a metter mano a tutta la partita delle corse autobus che oggi "corrono" parallele, imbottigliate nel traffico, replicando le tratte ferroviarie?
Efficienza: dapprima, la regolarizzazione dei servizi sulle stazioni esistenti; in secondo tempo, una ferrovia più permeabile al territorio. Infine, il raddoppio ferroviario.
Anziché il raddoppio del prezzo del biglietto, il raddoppio dei binari!
Il raddoppio della tratta ovest della Venezia Milano aprirebbe all'effettivo sviluppo della Metropolitana regionale: allora, per esempio, anche San Lazzaro e l'area di Viale della Pace, potrebbero diventare potenziali fermate per i servizi regionali. Sulla direttrice Vicenza-Schio, con la chiusura di quello scledense, una nuova fermata presso il nuovo Tribunale di Borgo Berga, vicino anche al Lampertico; il potenziamento della fermata di Anconetta, in ottica di connessione per esempio con la cittadella degli studi.
Vicenza, quindi, ha tutte le carte in regola per sfruttare le importanti risorse infrastrutturali esistenti e un bacino di utenti significativo; con esso la possibilità di recitare un vero ruolo rispetto alla PaTreVe e a Verona. Un'opportunità che passa attraverso lo sfruttamento delle infrastrutture ferroviarie esistenti e l'attrazione di viaggiatori dalle direttrici di Schio, Treviso, Bassano.
Tutto ciò premesso, considerata l'imminenza di un incontro sul tema programmato nei prossimi giorni in ambito provinciale tra Regione e Comuni,
si INTERPELLA l'Amministrazione Comunale,
affinché nell'incontro con i rappresentanti della Regione evidenzi innanzitutto gli aggravi economici e logistici che la revisione oraria sulla Vicenza-Schio e la soppressione degli interregionali comportano per gli utenti e per la città stessa, e si adoperino per trovare soluzioni alternative che tutelino i viaggiatori, a partire dalla garanzia dei treni - e dei posti - nelle fasce mattutine e serali e una maggiore integrazione con il trasporto passeggeri su gomma.
affinché si attivino presso la Regione e Trenitalia, coinvolgendo anche i nostri rappresentanti in Consiglio Regionale, in modo che Vicenza, come capoluogo venga messa in grado di sfruttare le importanti risorse infrastrutturali esistenti nell'ottica di una più ampia e produttiva interconnessione col territorio.
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