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Luca Zaia e nomina di direttori e commissari delle Ulss venete: una manovra anche politica

Di Matteo Moschini Giovedi 7 Gennaio 2016 alle 19:20 | 0 commenti

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Che ci sia da ridurre il numero delle Ulss è un indirizzo (o meglio una richiesta) per la riduzione generale dei costi che viene dallo Stato centrale, indirizzo che il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha preso sul serio, decidendo di tradurlo in una legge regionale. È esattamente in questa prospettiva che il presidente, allo scadere dell'anno finito da poco, ha provveduto a nominare, in vece dei 22 che ricoprivano lo stesso ruolo poco prima, 11 nuovi direttori generali per le Ulss della Regione (in realtà 9 per le Ulss vere e proprie, che faranno anche da commissari per altrettante Unità locali, e 2 per l'Azienda Ospedaliera di Padova e l'Istituto Oncologico Veneto).

La preannunciata riduzione delle Ulss a una per Provincia (così sarebbero diventate 7 in tutto il Veneto) non è andata immediatamente e del tutto a buon fine anche per le pressioni degli amministratori locali, ma il lavoro è stato quantomeno avviato. I neo prescelti, nelle loro prime dichiarazioni, chiedono di puntualizzare l'obiettivo della razionalizzazione e di non parlare di tagli o di riduzione dei servizi; fatto sta che nel suo complesso la manovra, oltre ad essere strategica o quasi obbligata, ha anche un sapore politico. Le nomine del presidente anticipano i tempi, quantomeno quelli del progetto, ancora irrealizzato, della cosiddetta "Azienda Zero", che doveva centralizzare e mettere in mano a un unico soggetto tutte le funzioni di programmazione e coordinamento del settore socio sanitario.

Insomma, l'Azienda Zero ancora non esiste, le Ulss di fatto sono ancora 22, eppure i direttori generali sono già scesi a 11. L'escamotage utilizzato da Zaia è piuttosto semplice e gli ha consentito di nominare 11 direttori generali con un contratto quinquennale. Nel frattempo, 9 di quegli quegli stessi d.g. vengono nominati commissari (per un anno) di quelle Ulss che, pare, verranno a "decadere" in fase di riorganizzazione.

La manovra è semplice: senza dover assumere e poi non poter licenziare tutti i nuovi direttori, se ne assumono solo 11, a cui vengono assegnati provvisoriamente i posti vacanti, in attesa che la razionalizzazione riporti a regime la situazione e faccia corrispondere il numero delle Ulss a quello dei direttori. Ma al di là della "lungimiranza" delle poche nomine, l'operazione svela delle scelte politiche in almeno due direzioni.

In primo luogo la scelta delle Ulss "centrali". Nonostante tutta la retorica degli stessi d.g. sull'inesistenza di Ulss di serie A e serie B, è evidente che una scelta in merito alla localizzazione delle Ulss andava fatta. Se Vicenza e Ovest Vicentino si uniranno, così come saranno un tutt'uno Bassano e l'Alto Vicentino, l'indicazione di Zaia è stata quella di avere due direttori generali, uno a Vicenza e l'altro a Bassano, che faranno anche da commissari delle Ulss di Arzignano e, rispettivamente, di Thiene. Il che potrebbe non comportare nessuna riduzione del servizio per gli afferenti alle zone di Arzignano, di Thiene, e dell'Ovest Vicentino, ma rimane pur sempre una presa di posizione.

L'altra manovra politica si evince invece dai tempi "stretti" delle nomine. La riforma Madia, infatti, prefigura un cambio radicale nei metodi di assegnazione del ruolo di direttore generale. All'articolo 11, punto p la legge Madia prevede, infatti, per "il conferimento degli incarichi di direttore generale" l'avvio di una "selezione unica per titoli [...] effettuata da parte di una commissione nazionale composta pariteticamente da rappresentanti dello Stato e delle regioni, per l'inserimento in un elenco nazionale degli idonei istituito presso il Ministero della salute, aggiornato con cadenza biennale, da cui le regioni e le province autonome devono attingere per il conferimento dei relativi incarichi". Insomma, per dirla in maniera molto semplice, fino al 31 dicembre Zaia ha potuto nominare in piena autonomia i direttori che ha voluto, mentre rischiava, se avesse tergiversato, di doverli scegliere in un elenco nazionale per ogni sedia. Sedie su cui, al momento, ha potuto mettere i propri uomini.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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