Sciopero generale Cgil del 6 settembre: per non far pagare la crisi a chi l'ha sempre pagata
Mercoledi 24 Agosto 2011 alle 12:45 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS - La CGIL ha, finalmente, proclamato lo sciopero generale di 8 ore per la giornata del 6 settembre. Finalmente, perché in una situazione come quella che stiamo vivendo si deve fare qualcosa. E lo sciopero è la dimostrazione che si vuole fare qualcosa. Significa molto. Vuole dire che una grande parte del mondo del lavoro italiano non accetta le manovre del governo e non "capisce" l'atteggiamento di un'opposizione parlamentare troppo timida.
Vuole dire che una grande parte del mondo del lavoro italiano ritiene giusto, anzi doveroso, "muoversi", protestare, mettersi contro la decisione di far pagare la crisi a chi l'ha sempre pagata. Ai lavoratori e ai pensionati in primo luogo, ai giovani che non trovano lavoro, a chi paga e ha sempre pagato le tasse. La crisi non può essere sconfitta con le privatizzazioni (abbiamo visto come sono andate tutte quelle fatte in passato dalla destra e dal centrosinistra ... ci siamo dimenticati forse dell'alitalia e dei capitani coraggiosi?), con la svendita del patrimonio pubblico, con il ventilato aumento dell'IVA, con l'aumento delle tasse a chi le paga ... La crisi si vince facendo pagare il dovuto ai chi possiede grandi ricchezze, agli evasori, a chi porta il lavoro all'estero, a chi specula, a chi corrompe e a chi si fa corrompere. Sono questi "parassiti" che hanno guadagnato enormi profitti con lo sfruttamento che devono essere colpiti con leggi severe e giuste.
Scioperare oggi significa riprendersi in mano il proprio futuro. Non si possono più aspettare le menzogne di un governo incapace e litigioso. E diventano irritanti le titubanze e le timidezze dell'opposizione parlamentare e di quella parte sindacale (CISL e UIL in testa) che è sempre pronta a firmare qualsiasi accordo con padroni, governo e confindustria.
Da più parti si chiede unità . In questo momento, si dice, bisogna essere tutti dalla stessa parte. Bene. La parte è quella dei lavoratori, dei pensionati, di chi le tasse le paga. E' una questione di giustizia. Ci si deve finalmente schierare. Dalla parte di chi sciopera, di chi non accetta di aspettare, di chi chiama tutti i lavoratori a unirsi nella lotta. La CGIL ha proclamato lo sciopero. Ha fatto bene.
Adesso da più parti arrivano (e arriveranno) critiche e quant'altro.
Per il ministro Maurizio Sacconi la protesta della CGIL "è ingiustificabile". Dice "Credo che lo strumento dello sciopero sia assolutamente legittimo e rispetto la volontà di una grande organizzazione; tuttavia nel contesto in cui viviamo credo che sia in straordinaria contraddizione con le esigenze di sostenere la produttività , la crescita e l'occupazione". Caro ministro Sacconi ci spieghi come, se bisogna sostenere l'occupazione, nulla viene fatto. Perché mentre ci sono timidi segni di ripresa degli ordini e dei fatturati i lavoratori vengono licenziati. Perché la forbice tra i profitti dei padroni, gli stipendi dei manager e i salari dei lavoratori è sempre più ampia. Ci spieghi cosa ha fatto Lei e il suo governo per il lavoro dei giovani. Quale futuro ci regala Lei e il suo governo se non precarietà e lavoro nero? L'Italia è senza lavoro perché Lei e il suo governo non avete fatto nulla per la ricerca e l'innovazione (anzi avete tagliato gli investimenti), per la scuola pubblica, per garantire un lavoro sicuro ed equamente remunerato.
Il presidente della Fiat, John Elkan dice "Non credo che ci dobbiamo unire a loro. Credo che questo sia un momento in cui dobbiamo essere tutti uniti per risolvere seriamente quello che c'è da risolvere, guardare la realtà e affrontarla e soprattutto trovare soluzioni concrete". Ci spieghi, allora, egregio signor Elkan qual è la sua realtà . E' quella della precarietà ? Quella di non riuscire a lavorare? Di avere un salario insufficiente per mantenere la propria famiglia? Perché, vede, questa è la realtà che subiscono tantissime persone che vivono in Italia. Una realtà fatta di precarietà , bassi salari, pochi diritti, nessun futuro. E Lei e l'azienda di cui è presidente, il suo AD Marchionne, i suoi colleghi "grandi imprenditori"
siete poco affidabili perché avete delocalizzato, avete licenziato, avete chiesto (e spesso ottenuto) la cancellazione dei diritti chi lavora (e lavorava) nei vostri stabilimenti, avete trasferito enormi ricchezze all'estero, avete investito nelle speculazioni finanziarie togliendo risorse alla produzione industriale. Non vi interessa l'unità , la compartecipazione ai sacrifici. Vi interessa solo il guadagno. Siete inaffidabili perché nonostante gli aiuti pubblici e la complicità del governo non riuscite a vendere i vostri prodotti. Non è una questione di destino o di sfortuna. Diciamo che non siete così capaci come volete far credere.
Lorsignori chiedono sacrifici, continuano a ripetere che "siamo sulla stessa barca". I lavoratori rispondono scioperando. Fanno bene. Scendiamo in piazza al fianco della CGIL per dimostrare che i veri dirigenti del paese siamo noi, chi lavora, chi paga le tasse. E pretendiamo che, se è vero che siamo sulla stessa barca, siano i padroni, una volta tanto, a remare.
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