Appalti, Del Din come Little Italy? Con Variati boss unico rischiano pure comune e provincia
Martedi 7 Ottobre 2014 alle 00:04 | 0 commenti
Della Co.Lo.Coop (Consorzio Lombardo Cooperative Produzione Lavoro e Servizi Co.Lo.Coop Scarl) fa parte la COOP 2012 soc. coop., società che si è appena aggiudicata l'appalto delle pulizie alla caserma Usa e del Del Din (ex dal Molin, per intenderci), oltre che alla base Nato di Poggio Renatico nel Ferrarese, come si legge sul sito ufficiale del governo Usa.
E come confermano dagli accordi sindacali proprio con la COOP 2012 per l'assunzione da parte di quest'ultima tout court dei 40 lavoratori assegnati dall'appalto precedente a un'azienda non cooperativa con oltre 1000 dipendenti, nata e con base nel Vicentino, con sede legale a Roma per la crescita del suo business a livello nazionale e che, si dice, inspiegabilmente (o forse ovviamente) non ha nemmeno partecipato a questa nuova procedura di gara.
Gli accordi suddetti sono stati sottoscritti e firmati dalle 00.SS., per l'esattezza da FISASCAT Cisl e da UILTuCS UIL (le uniche autorizzate a presidiare il committente in oggetto, con buona pace di CGIL...) e dalle RSA aziendali.
Fin qui tutto chiaro e anzi è utile per la completezza dell'informazione sottolineare che sempre la Coop 2012, che fa parte, lo ricordiamo, della Co.Lo.Coop, era già titolare del contratto, presso il medesimo ente Usa, della pulizia della clinica e quindi ora è diventata il fornitore di riferimento del governo americano a Vicenza e parzialmente anche ad Aviano per cui fornisce servizi omologhi.
Ma che problema c'è, vi chiederete, se una buona cooperativa accresce i suoi "affidamenti" per giunta con la benedizione dei sindacati?
Non abbiamo, allo stato dei fatti, certezze per carità , ma una semplice ricerca sul web fa trovare a chiunque volesse una serie di articoli su quotidiani come La Repubblica e Il Giorno, oltre che su media siciliani, che segnalano e denunciano due diversi filoni di inchiesta, con l'ultimo legato alla oramai famosa questione EXPO, e in quell'ambito la recente revoca di appalti di pasti e pulizie presso la partecipata del Comune Milano Ristorazione a una coop sospetta.
Il titolo e il sommario di La Repubblica, il cui articolo ripreso da infonodo.org (leggi anche Il Giorno e Sudpress), recitano significativamente così: « Milano Ristorazione. Revocato l'appalto per i pasti e le pulizie alla coop sospetta. L'interdittiva antimafia emanata dalla Prefettura era datata 22 aprile ed era collegata a un'inchiesta della Dda di Napoli, poi si sono aggiunte le indagini legate all'ultimo scandalo su Expo: relazioni con la criminalità organizzata, appalti poco chiari, mazzette incrociate. E così la partecipata del Comune Milano Ristorazione ha deciso di revocare l'appalto dei servizi di pulizia alla Colocoop».
Viene da pensare che, in un momento in cui si fa un gran parlare di legalità , evidentemente non siamo solo noi italiani, quelli che a New York e in altre città statunitensi sono spesso (male)associati ancora alle varie Little Italy locali, a mancare di strumenti idonei a valutare i fornitori. Anche se, magari, per carità , chi ha assegnato l'appalto per il Del Din e i sindacati che hanno sottoscritto gli accordi avranno fatto tutti i dovuti accertamenti di competenza sulla Coop 2012 della Colocoop.
In questo quadro ci rammarica ancora di più il fatto che, in un quadro nazionale e anche internazionale di scarsa trasparenza, il Comune di Vicenza con motivazioni para-burocratiche abbia negato al nostro direttore un'intervista, addirittura non specifica ma sulle modalità tecniche sull'esperimento dei bandi, così da lui, innocentemente, formulata: «Gent.ma dr.ssa Alessandra Pretto, Le chiedo cortesemente un'intervista per spiegare ai cittadini-lettori le modalità tecnico-operative dell'indizione e assegnazione di appalti, senza riferimento alcuno a casi specifici di partecipanti o assegnatari di gare e prendendo ad esempio l'ultimo bando, quello del 18 settembre a gara europea per le pulizie. Dopo l'incontro con lei ci sarebbe gradito parlare per eventuali sue note con l'assessore Michela Cavalieri che ci legge in copia. La ringrazio per la cortesia e per rapidità con cui vorrà riceverci. Cordiali saluti».
Ad oggi nessun permesso di interviste, come nelle peggiori repubbliche asiatiche, alla responsabile del settore interessato, Alessandra Pretto, a meno che il direttore non invii per iscritto, gli ha richiesto il solerte ufficio stampa comunale, «l'elenco delle domande ... in merito all'argomento ...».
A lei e all'assessore competente, Michela Cavalieri, come gli ha ribadito, nella sua veste di portavoce del sindaco Achille Variati, Nicola Rezzara: « Egregio Direttore, ... Le faccio presente che non è prassi di questa Amministrazione autorizzare dipendenti a rilasciare interviste alla stampa, a meno che ciò non sia ritenuto indispensabile; gli Assessori sono infatti ritenuti i soggetti più qualificati a fornire informazioni, eventuali interpretazioni e valutazioni politiche. Le rinnovo quindi la richiesta - rivolta a lei come di prassi alle altre testate in casi simili - di ricevere per iscritto le domande, o l'elenco degli argomenti che lei intende trattare o per cui richiede approfondimenti, per i seguenti motivi: per poter reperire le informazioni, condizione necessaria per rispondere alle questioni poste, perché l'Amministrazione comunale possa valutare, in base ai contenuti, chi sia il soggetto più indicato a rispondere e in quale forma, compatibilmente con le sue richieste relative anche ad eventuali successivi approfondimenti»
Insomma visto che il direttore voleva solo conoscere dal dirigente di settore e dall'assessore competente (da lui informato anche di persona dell'appuntamnto richiesto) per spiegarle poi ad altri comuni cittadini come noi «le modalità tecnico-operative dell'indizione e assegnazione di appalti...» e visto che senza conoscerle e non essendo così bravo come i colleghi degli altri media locali che farebbero domande solo per iscritto, a detta (offensiva per i colleghi?) del Rezzara, il nostro direttore non se la sente di formulare domande di dettaglio al buio, gli toccherà chiedere altrove, magari presso qualche altra amministrazione comunale meno balcanizzata di quella di Variati e della sua truppa di addetti alla (censura della) comunicazione, come lui stesso, ce lo ha anticipato, avrà modo di raccontarvi ancora nei prossimi giorni e su altre questioni.
Se a lui e a noi rimarrà qualche dubbio preventivo sull'assegnazione a qualcuno di quella gara sulle pulizie, in passato assegnata a una certa Mirror, e di altre gare su cui pure ci sarebbero stati rumors senza sufficienti spiegazioni, non si lamentino poi a Palazzo Trissino se i dubbi li espliciteremo, visto che oggi neanche vogliono spiegare come le assegnazioni vanno fatte. Tecnicamemente.
Intelligenti pauca, vero signor sindaco nonché futuro presidente della provincia di Vicenza.
Caro sig. sindaco, questa ulteriore poltrona da monarca, anche se scontata, sinceramente e a nostro ulteriore rischio oggi non gliela possiamo augurare.
La dichiarazione di contrarietà la facciamo per... iscritto perché presumiamo facilmente, visti i tanti, troppi precedenti analoghi, che con lei partirà la censura informativa anche in provincia dove finora almeno con Attilio Schneck ci hanno sempre fatto rispondere direttamente e a voce.
Addirittura da chi in Ftv poi è stato pescato con le mani nel sacco!
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