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Con l'indice di avvicinamento al bene comune "non più spazzino e basta": Adami, Fit Cisl

Di Angela Mignano Giovedi 3 Marzo 2011 alle 19:04 | 0 commenti

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Uno sforzo di fantasia che ha avuto successo e che ora promette sviluppi nei progetti del suo promotore con Aim Ambiente e con Etra. Può essere definito così l'accordo "test" raggiunto già ad aprile 2010 da Matteo Adami, segretario della Fit Cisl provinciale (che non si occupa solo di trasporti, ma anche di logistica ed ecologia: a seguire una sua intervista video sul settore trasporti), con un'importante azienda di servizi ambientali del vicentino, l'Agno Chiampo Ambiente.

L'accordo ha introdotto all'interno del premio di produzione dell'azienda un nuovo indice, chiamato "indice di avvicinamento al bene comune" che consentirebbe, spiega Adami (laureato in sociologia e, quindi, con una particolare sensibilità a tutto quanto voglia dire coinvolgiemeno), «di riqualificare il lavoratore, avvicinare l'operatore ecologico all'utente, che in questo caso è anche "proprietario" dell'azienda, e creare economia sociale».

Concretamente, cosa avviene?
«Spesso l'utente non è adeguatamente informato sulle regole, i tempi e le modalità della raccolta differenziata dei rifiuti. Sono informazioni che l'azienda di servizi ambientali delega esclusivamente ai depliant informativi. In discarica ne arrivano molti, segno che vengono scambiati per volantini pubblicitari e gettati via. Pertanto si verificano errori che creano disagi e aumentano il costo di smaltimento. Con il nuovo indice, abbiamo introdotto una nuova mansione per gli operatori ecologici, che diventeranno "informatori ambientali": saranno loro stessi a rispondere ai reclami, andare sul posto e spiegare all'utente le modalità corrette della raccolta dei rifiuti. Per questo ci sono corsi di formazione specifici indirizzati ai lavoratori».

In che senso questo nuovo indice creerebbe "economia sociale"?
«Il nuovo indice non ha un risvolto direttamente economico. Il "guadagno" sta nel miglioramento del rapporto tra utenza e lavoratore e nell'abbattimento dei costi di smaltimento dei rifiuti attraverso la forza del dialogo. Questo significa creare "economia sociale", facendo del lavoro uno strumento di coesione sociale, come anche lo interpretava il sociologo Emile Durkheim già alla fine del ‘800. Inoltre, il messaggio ambientale non è affidato a un pezzo di carta, ma a una persona, al lavoratore. Così l'utente vedrà in faccia l'azienda a cui contribuisce e la figura del lavoratore farà un balzo in avanti, non verrà più considerato come "lo spazzino" e basta».

Questo accordo sembra un esempio perfetto di come può funzionare la contrattazione di secondo livello.
«Esattamente. È il frutto di uno sforzo di fantasia e di buon senso . Questa è la forza della contrattazione di secondo livello. In quattro anni da segretario, ho notato che il rapporto tra contrattazione e vertenzialità si è invertito. Oggi molti lavoratori chiedono di rinunciare alla vertenza per poter mantenere il posto di lavoro. È segno di responsabilità verso le questioni aperte dalla crisi economica e sociale. Questa tendenza ha permesso di aprire maggiori spazi per la contrattazione. Un sindacato maturo è un sindacato che contratta, perché contrattare potrebbe rappresentare l'arma vincente alla crisi, in quanto consente di prepararci alle trasformazioni del lavoro che arriveranno quando la crisi passerà. E per me saper contrattare significa costruire le condizioni per portare benefici non solo economici ma anche sociali ai lavoratori agli iscritti che rappresentiamo e, in questo caso, anche ai cittadini ».

L'accordo sull'indice di avvicinamento al bene comune ha suscitato l'interesse di altre società di servizi ambientali. Perché secondo lei?
«Perché con questo accordo abbiamo voluto ricercare una nuova alleanza tra l'efficienza del servizio e la sostenibilità ambientale, puntando al riposizionamento competitivo dell'impresa a alla professionalità degli addetti del settore qualificandone le competenze. Se tutto funzionerà come programmato lasceremo un mondo più pulito ai nostri figli. Questo è il risultato più importante dell'accordo».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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