Liga contro Lega, l'altra faccia dell'autonomismo
Lunedi 6 Luglio 2009 alle 08:00 | 0 commenti
Il piccolo partito fondato da Comencini sta conquistando sempre più spazio nelle amministrazioni della provincia. Con una regola fissa: essere in opposizione a Bossi&Co. "La Lega Nord cavalca l'insicurezza, noi ci rifacciamo alle caratteristiche del popolo veneto: laborioso, solidale e ospitale"
«Veneti sì, padani no». Con questo comandamento bene impresso nella mente, armati di bandiere venete e al grido di «chi non salta un padano è», una "pattuglia" di autonomisti anti-Lega Nord lo scorso 22 giugno ha fatto irruzione fra la folla che festeggiava il rinnovo del mandato del sindaco di Schio Luigi Dalla Via, riconfermato per 200 voti, saltando e gridando sul selciato dinanzi al municipio. Già , perché il programma della Liga Veneta Repubblica, il partito ("partitino", attualmente, "viaggiando" sul 2 per cento) nato dalla scissione di Fabrizio Comencini dalla Lega Nord e guidato nel Vicentino da Bortolino Sartore, di fatto sembra seguire due regole principali: da un lato il "culto" dell'autonomia del Veneto e poi, come regola "non scritta", una ferrea avversione per gli autonomisti più famosi della Lega Nord. Al punto da schierarsi nelle diverse tornate elettorali preferibilmente con il Pd, ma anche con il Pdl, a condizione che il confronto sia sempre in opposizione a candidati del partito di Bossi.
Nelle recenti elezioni comunali vicentine la Liga "junior" ha ottenuto in generale qualche consigliere in più rispetto alla situazione precedente e (nel suo piccolo) ha sfiorato un autentico "boom" a Schio, dove le preferenze per il gruppo di Sartore sono raddoppiate (800 voti) e sono risultate ago della bilancia fra Dalla Via e Walter Orsi, segretario leghista sostenuto da Pdl e Lega Nord. Ma chi sono, questi autonomisti semi-sconosciuti e più orientati verso sinistra? Lo racconta lo stesso "leader" vicentino, con una chiacchierata rigorosamente in dialetto (anzi in lengua veneta, come usa dire fra gli autonomisti: la "ciacolada" è stata tradotta sì da essere comprensibile a tutti).
«La Padania è un falso storico»
Sartore, consigliere di opposizione in Provincia, elenca le tesi alla base del programma di Liga Veneta Repubblica. Il partito si chiama così perché il nome "Liga Veneta" senza suffissi è di proprietà della Lega Nord. Anzi, per mantenere il nome "Liga Veneta" il movimento politico di Bossi ha più volte portato gli autonomisti esterni alla Lega in tribunale. «Noi ci poniamo in antitesi alla Lega Nord, per noi l'unica strada percorribile è quella dell'autonomia del Veneto - spiega il consigliere provinciale -: il nostro slogan è "Veneto e basta". Nella simbologia loro usano il Sole delle Alpi, noi usiamo la bandiera marciana che ha più di mille anni. Io sono entrato nel movimento solo alla fine degli anni '90, dopo la scissione con la Lega: prima mi sembrava tutto troppo lombardo, ho sempre ritenuto Bossi nemico occulto del popolo veneto. Del resto, loro usano sempre il leone per le elezioni locali, mentre per le nazionali lo tirano via: sono forza di spartizione del potere dal lunedì al giovedì, e venetista al venerdì e sabato al solo fine di raccogliere consensi».
Il movimento Liga Veneta Repubblica è stato infatti fondato nel 1998 da Comencini - un leghista della prima ora con un passato nell'estrema destra di Pino Rauti - in aperta polemica con Bossi proprio su queste tesi: "scarsa attenzione per il Veneto". Nel tempo il gruppo ha più volte cambiato nome - passando da Veneti d'Europa a Liga Fronte Veneto - ritornando recentemente al nome originario e allineandosi al centrosinistra alle politiche del 2006. L'intera storia e programma sono visibili via web al link www.ligavenetarepubblica.org . Fra i simpatizzanti di LVR, oggi, c'è anche Franco Rocchetta, attivo pacifista durante le guerre balcaniche degli anni '90 e anche lui leghista della prima ora fuoriuscito in polemica con Bossi. Rocchetta è stato il vero fondatore, negli anni '70, della prima "Liga Veneta". «Siamo diversi dal partito di Bossi anche nei contenuti - continua Sartore -: noi facciamo riferimento alle caratteristiche del popolo veneto, laborioso, solidale e ospitale. La Repubblica si chiamava Serenissima, ed era solita accogliere i perseguitati più che chi li perseguitava. La Lega Nord invece cavalca l'insicurezza e l'immigrazione parlando alla pancia e sfruttando i timori più xenofobi: cavalcano la paura, ma non fanno un ragionamento profondo sulle cause dell'immigrazione e dell'insicurezza. Anche in Provincia, a Vicenza, spendono centinaia di migliaia di euro per la sicurezza, compito che dovrebbe spettare allo Stato».
Le elezioni vicentine
«Dopo queste elezioni siamo presenti con amministratori a Schio, Marano, Monticello Conte Otto, Tezze sul Brenta, Cartigliano, Rosà . Abbiamo "preso" Cassola, dove abbiamo un assessore all'Identità Veneta. A Bassano del Grappa avevamo un consigliere, ma l'abbiamo perso con l'apparentamento: abbiamo dovuto fare questa scelta, necessaria, per vincere. In generale, abbiamo visto confermare il dato medio provinciale delle politiche del 2008, dove avevamo raggiunto il 2,3 per cento». A Bassano il partito ha raggiunto un 1,4 per cento, identico al precedente voto. Numericamente, il risultato più notevole è quello scledense dove LVR ha portato le preferenze da 400 a 800 voti e fatto vincere il centrosinistra. «A Schio abbiamo lavorato con una bella squadra. A Montecchio abbiamo l'1,9 per cento, ma va tenuto conto che c'erano in lizza sia Lega Nord che Civica San Marco» continua Sartore. Non vi sentite un po' in imbarazzo, ad andare di volta in volta con il centrodestra o con il centrosinistra? «Per noi è importante che vengano accettati la nostra simbologia e il nostro statuto, non siamo né di destra né di sinistra, ma misti. Cerchiamo tutte quelle strade che possano portare a dei ragionamenti autonomistici, e quando le troviamo accettiamo di fare un percorso assieme. Ultimamente ci troviamo molto più sintonia col centrosinistra. Forse per un veto della Lega Nord nei nostri confronti con il resto del centrodestra. Ad esempio, ad Arzignano e Valdagno avevamo cercato contatti sia con Stefano Fracasso e con Alberto Neri del centrosinistra, e Lorenzo Bosetti dell'Udc. Non c'è stata disponibilità ad accogliere il nostro simbolo, quindi ci siamo rivolti al centrodestra. In generale, infine, in questa campagna abbiamo chiesto più volte un confronto pubblico per evidenziare le differenze fra Liga Veneta e Lega Nord. Non l'abbiamo mai ottenuto, io colgo l'occasione per chiedere di averne uno in futuro».
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